Autore Topic: Al fianco dei fratelli musulmani in questi momenti difficili e di grande portata  (Letto 13143 volte)  Share 

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Offline peppere

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Offline domyssj

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E' come quando bisogna scopare per la prima volta. Uno deve essere pronto, altrimenti non te la godi la scopata. La democrazia è una scopata fantastica. Se sei pronto te la godi, altrimenti è meglio che ti tieni Geddafi, Saddam e Mubarak e ti fai le seghe. I popoli magrebini per me sono pronti per scopare dopo tanti anni di pesci in mano. Cazzo stiamo accanto a queste persone!
gli americani in tal caso sono i papponi che li fanno scopare e si intascano il malloppo.

Offline Full-of-lutamma

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gli americani in tal caso sono i papponi che li fanno scopare e si intascano il malloppo.

Bella questa.  :cazzimm:


 

Offline Rage

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Marchionne boy parla proprio come Berlusconi.

Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Offline Full-of-lutamma

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Marchionne boy parla proprio come Berlusconi.

Afancul  :look:

Scherzo ovviamente.

Comunque a detta di molti è meglio farsi i cazzi propri. Intanto in Italia continuano ad arrivare tunisini ed egiziani. Io volgio che questa gente abbia la possibilità di poter rimanere nel suo paese e di campare degnamente dove nascono. Questo è possibile solo con una autentica svolta democratica.

Per non parlare del fatto che noi dobbiamo stare attenti pure ai piriti che fa l'Egitto  :mangia:

Sconcertante quindi il silenzio del nostro governo, che pensa alle puttane e alle case di Montecarlo. Hanno mandato gli USA annanz come sempre, per vedere cosa succede. Se si vince saliamo sul carro, se si perde sono cattivi. Italiani popolo di merda.
« Ultima modifica: 29 Gennaio, 2011, 13:16:16 pm da Full-of-lutamma »


 

Offline domyssj

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Afancul  :look:

Scherzo ovviamente.

Comunque a detta di molti è meglio farsi i cazzi propri. Intanto in Italia continuano ad arrivare tunisini ed egiziani. Io volgio che questa gente abbia la possibilità di poter rimanere nel suo paese e di campare degnamente dove nascono. Questo è possibile solo con una autentica svolta democratica.

Per non parlare del fatto che noi dobbiamo stare attenti pure ai piriti che fa l'Egitto  :mangia:
Ma su questo non c'è dubbio penso che tutti vogliamo che i vari paesi africani ed asiatici progrediscono.

Non si fa però andando li con le bombe e dicendo "o votate e vi impiatante un sistema politico/economico come il nostro, o v menamm e bomb n'cap"

Offline Full-of-lutamma

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Ma su questo non c'è dubbio penso che tutti vogliamo che i vari paesi africani ed asiatici progrediscono.

Non si fa però andando li con le bombe e dicendo "o votate e vi impiatante un sistema politico/economico come il nostro, o v menamm e bomb n'cap"

Sto cercando di dire da un ora che quei popoli sembra abbiano preso finalmente coscienza. Parliamo di musulmani, gente che piscia, mangia, caca e chiava quando glielo dice Allah. E' una svolta epocale per quella gente. E' un nostro dovere stare al loro fianco. Gli USA lo fanno perché hanno capito. Noi stiamo ancora qui a menarcela sul Vietnam e la WWII.


 

Offline Moebius

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Sto cercando di dire da un ora che quei popoli sembra abbiano preso finalmente coscienza. Parliamo di musulmani, gente che piscia, mangia, caca e chiava quando glielo dice Allah. E' una svolta epocale per quella gente. E' un nostro dovere stare al loro fianco. Gli USA lo fanno perché hanno capito. Noi stiamo ancora qui a menarcela sul Vietnam e la WWII.
il problema è che tu pensi che gli usa facciano questo per bontà e per aiutare gli altri paesi a evolversi,non per convenienza.
da wikileaks si viene a sapere che gli usa pur avendo sempre appoggiato il governo di mubarak (filo occidentale infatti) abbiano aiutato i dissidenti a organizzare la rivolta di questi giorni.
qual è la tua interpretazione?
ragazzi, cercate di non esagerare con le bestemmie

Offline Full-of-lutamma

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Oh qualcuno di voi che fosse intervenuto nella discussione per dire che è al fianco (o no) di questa gente e tentare una analisi seria. E' stato più semplice attaccarmi su un rigo, che discutere di un cambiamento storico che riguarda tutti da vicino.   :boh:


 

Offline peppere

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Oh qualcuno di voi che fosse intervenuto nella discussione per dire che è al fianco (o no) di questa gente e tentare una analisi seria. E' stato più semplice attaccarmi su un rigo, che discutere di un cambiamento storico che riguarda tutti da vicino.   :boh:
quel rigo t'è scappat o l'e mis appost? :asd:

Offline Full-of-lutamma

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il problema è che tu pensi che gli usa facciano questo per bontà e per aiutare gli altri paesi a evolversi,non per convenienza.
da wikileaks si viene a sapere che gli usa pur avendo sempre appoggiato il governo di mubarak (filo occidentale infatti) abbiano aiutato i dissidenti a organizzare la rivolta di questi giorni.
qual è la tua interpretazione?


Io credo che la situazione nei paesi arabi, della penisola araba e del medio-oriente sia preoccupante. Milioni di persone partono ed arrivano in Europa a cercare fortuna, e ci creano non pochi problemi. Primo fra tutti l'odioso ritorno di di idee xenofobe, di intolleranza che è testimoniato dal fatto che i partiti di estrema destra stiano risalendo la china. Per non dire dei problemi che tutta questa gente in entrata ci crea, sopratutto in questa situazione economica, dove è difficile andare avanti anche per gli "indigeni". Tutte queste tensioni non giovano alla vecchia Europa, ed è logico che gli Stati Uniti abbiano guardato, e guardano con preoccupazione a questi eventi. Se la strategia è quella di scommettere sul riscatto democratico di questi popoli, che la grande ricchezza di cuoi dispongono non finisca solo nelle mani di pochi, sulla speranza che oggi gli egiziani domani i sauditi e i libici, si ribellino a capi che ormai hanno buttato la maschera e non sono più in grado di garantire stabilità sia nei loro paesi che nelle aree limitrofe, non posso che giocarmi tutto.


 

Offline kurz

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Oh qualcuno di voi che fosse intervenuto nella discussione per dire che è al fianco (o no) di questa gente e tentare una analisi seria. E' stato più semplice attaccarmi su un rigo, che discutere di un cambiamento storico che riguarda tutti da vicino.   :boh:
Il cambiamento storico è il rovescio di un governo da parte dell'America?

Che cazz e cambiamento è l'hanno sempre fatto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.


Le rivoluzioni colorate sponsorizzate da gente come Soros o enti americani come la NED hanno come unico obbiettivo la panza dell'America, e per certo la Tunisia con sta sfaccimma di rivolta dei gelsomini


lascio un articolo

Citazione
Ecco alcuni scenari tipici delle “rivoluzioni colorate”. Confrontateli con i caratteri della “Rivoluzione dei Gelsomini” e con i finanziamenti forniti dalla National Endowment for Democracy agli “attivisti tunisini”, come vengono descritti più avanti:
“[l’Open Society Institute di Soros]... inviò in Serbia un attivista trentunenne di Tbilisi di nome Giga Bokeria per incontrarsi con membri del movimento Otpor (Resistenza) e imparare da loro in che modo avessero sfruttato le manifestazioni di piazza per rovesciare il dittatore Slobodan Milosevic. Poi, durante l’estate, la fondazione di Soros pagò agli attivisti dell’Otpor un viaggio in Georgia, dove costoro tennero corsi della durata di tre giorni ciascuno per insegnare a più di 1.000 studenti come mettere in scena una rivoluzione pacifica. [4]
Nel commentare la “Rivoluzione di Velluto” che aveva appena colpito la Georgia, MacKinnon descrisse le operazioni che erano state poste in atto e che seguivano lo stessa schema visto in altre nazioni prese di mira da Soros [5]:
Il Liberty Institute che Bokeria aveva contribuito a fondare divenne uno strumento per organizzare le proteste di piazza che alla fine costrinsero Shevardnadze a rassegnare le dimissioni. Bokeria afferma che fu a Belgrado che egli comprese l’importanza dell’acquisire e mantenere una posizione di superiorità morale e fu lì che imparò a sfruttare la pressione dell’opinione pubblica; tattiche che si sono rivelate molto persuasive anche nelle strade di Tbilisi, dopo le elezioni parlamentari truccate di questo mese.
A Tbilisi, il legame con l’Otpor è visto come soltanto uno di molti esempi del considerevole appoggio fornito da Soros al movimento anti-Shevardnadze: egli ha contribuito anche a fondare un’emittente televisiva di opposizione popolare che è stata di cruciale importanza per mobilitare i sostenitori della “Rivoluzione di Velluto” di questa settimana; inoltre ha fornito supporto finanziario ai gruppi giovanili che hanno guidato le proteste di piazza [6].
La NED e Soros lavorano in tandem, prendendo di mira gli stessi regimi ed utilizzando gli stessi metodi. Il presidente della NED, Carl Gershman, scrivendo delle centinaia di ONG che lavorano per i “cambi di regime” nel mondo, dedica un tributo particolare alla Fondazione Ford e “alle fondazioni istituite dal filantropo George Soros” [7].
Seguire il denaro
Come recita il noto adagio, se volete capire chi è a capo di qualcosa, seguite la traccia del denaro. Osservando i finanziamenti erogati dalla NED nel 2009 (ultimi dati disponibili) troviamo quanto segue:
Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT) $131,000
Per rafforzare le capacità dei giovani attivisti tunisini e costruire una cultura della democrazia. L’AJFFT promuove incontri di discussione su problemi contemporanei legati all’Islam e alla democrazia, dibattiti tra studiosi arabi su problemi sociali, conferenze sull’Islam, sulle politiche economiche e sulle relazioni internazionali e incontri di presentazione editoriale. L’AJFFT organizza tirocini di formazione alla leadership, sostiene progetti culturali della gioventù locale...” [8]
Lo scopo è fin troppo chiaro: creare una schiera di giovani attivisti attraverso i “tirocini di formazione alla leadership”. Ancora una volta, si tratta esattamente della stessa strategia utilizzata dalla NED e da Soros in altre nazioni infettate dalle “rivoluzioni colorate”. Esattamente la stessa.
Associazione per la Promozione dell’Educazione (APES) $27,000
Per rafforzare la capacità degli insegnanti tunisini delle scuole superiori di promuovere valori democratici e civili all’interno delle loro classi. L’APES organizzerà tirocini di formazione degli insegnanti per 10 professori universitari e ispettori scolastici e terrà tre seminari di rafforzamento delle capacità, della durata di due giorni, per 120 insegnanti di scuole superiori, riguardanti gli approcci pedagogici per la diffusione dei valori civili e democratici. Attraverso tale progetto, l’APES intende introdurre nel sistema educativo secondario della Tunisia i valori della tolleranza, del relativismo e del pluralismo. [9]
Il programma sembra avere lo scopo di diffondere la base dottrinaria per la rivoluzione; i “valori democratici e civili” sono presumibilmente quelli della post-sinistra propagandati da Soros e dalla NED, cioè valori che generalmente vanno contro le tradizioni delle società in cui operano Soros e la NED.
Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $33,500
Per addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini alla leadership e alle abilità organizzative e per incoraggiare il loro coinvolgimento nella vita pubblica. Il CEMAREF organizzerà un corso intensivo di addestramento alla leadership e all’acquisizione di capacità organizzative della durata di quattro giorni per 10 giovani attivisti civili tunisini; addestrerà inoltre 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership e al potenziamento decisionale; e lavorerà con gli attivisti addestrati eseguendo 50 visite pratiche alle loro rispettive organizzazioni [10].
In questo caso, la terminologia non ricorre neppure agli eufemismi: “Addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini...”. Non è forse lecito sospettare che l’intenzione sia quella di costituire una giovane élite rivoluzionaria finalizzata al “cambio di regime”, seguendo esattamente lo stesso schema utilizzato per orchestrare le “rivoluzioni colorate” nei paesi ex sovietici e altrove?
Visto l’acuto interesse manifestato dalla NED verso la Tunisia, è ingenuo pensare che la “Rivoluzione dei Gelsomini” sia una semplice “manifestazione spontanea di rabbia popolare” e che non sia stata pianificata con largo anticipo, attendendo l’evento che facesse da catalizzatore.
Le organizzazioni appena citate ed altre, hanno ricevuto dalla NED i finanziamenti indicati di seguito insieme agli anni di riferimento:
2006: Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT), $51,000; American Center for International Labor Solidarity, $99,026, il cui scopo è quello di coltivare relazioni con il giornalismo tunisino; Arab Institute for Human Rights (AIHR) $37,500, per addestrare un gruppo scelto di insegnanti sul tema dei “valori civici”;” Committee for the Respect of Freedom and Human Rights in Tunisia (CRLDH) $70,000, per richiedere l’amnistia di prigionieri politici; e
Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $39,500
Per addestrare 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership. L’organizzazione terrà cinque seminari della durata di quattro giorni ciascuno, ognuno destinato a dieci attivisti, sulle tecniche della leadership, inclusi decision making, time management, risoluzione dei conflitti, problem solving e comunicazione. Il CEMAREF seguirà l’addestramento con visite in loco ai gruppi d’appartenenza degli allievi allo scopo di valutare i risultati. [11]
2007: L’AJFFT ha ricevuto 45,000$. L’Arab Institute for Human Rights ha ricevuto 43,900$ per addestrare insegnanti a diffondere l’ideologia dei cosiddetti “valori civici”, focalizzandosi sulle scuole primarie e sottoponendo all’addestramento anche gli ispettori scolastici. Il Center for International Private Enterprise (CIPE) ha ricevuto 175, 818$ per inculcare la dottrina della libera impresa tra gli uomini d’affari tunisini, il che rivela a cosa stia realmente mirando la NED con la sua promozione di “democrazia e valori civici”: la globalizzazione. Il summenzionato Mohamed Ali Center for Research, Studies, and Training ha ricevuto 38,500$ nel 2007. Inoltre, nello stesso anno:
Moroccan Organization for Human Rights (OMDH) $60,000
Per motivare un gruppo di giovani avvocati tunisini a mobilitare i cittadini sul tema delle riforme. OMDH provvederà ad addestrare un gruppo di 20 avvocati tunisini alla mobilitazione civica e fornirà loro supervisione ed assistenza per implementare i loro progetti di mobilitazione.[12]
2008: L’Al-Jahedh Forum for Free Thought ha ricevuto 57,000$; il Center for International Private Enterprise, 163,205$; il Centre Mohamed Ali de Reserches d’Etudes et de Formation, 37,800$; il Tunisian Arab Civitas Institute, 43,000$, con la finalità di formare insegnanti sulle ideologie dei “valori civici” care alla NED. [13]
C’è bisogno di essere più espliciti? La NED ha sostenuto in Tunisia, come in altre zone del mondo, gruppi rivoluzionari composti da giovani e da professionisti allo scopo di rovesciare un regime visto come un’anomalia nel contesto del “new world order”. Per quanto i regimi presi di mira possano spesso essere deprecabili, la retorica della “democrazia”, dei “valori civici” e della “società aperta” propagata dalla NED, da Soros e dalla miriade di funzionari e istituzioni sparsi per il mondo, è nient’altro che una truffa propagandistica, progettata, come sempre accade in queste circostanze, per distogliere l’attenzione dalle reali cause e finalità delle “sollevazioni spontanee”. I commentatori stanno già sottolineando l’impeto della “rivolta spontanea” ad opera delle “organizzazioni della società civile”, il che è un eufemismo per riferirsi alle organizzazioni sponsorizzate dalla NED e da Soros: “...In tal modo, un’ampia coalizione di organizzazioni della società civile ha riunito insieme le rivendicazioni occupazionali con esigenze che concernono la questione della legalità e quella dei diritti umani...”. [14]
Le “rivoluzioni colorate” devono molto al patrocinio offerto alle reti di comunicazione anti-regime, con finanziamenti diretti a stazioni radio e televisive, come nell’esempio relativo alla Georgia menzionato più sopra. Nel caso della Tunisia, questo compito sembra essere stato assegnato a Radio Kalima. Se ne è occupata l’organizzazione “International Media Support” che, dopo i raid della polizia del gennaio 2009, ha iniziato ad operare al di fuori della Tunisia. Per citare le parole del direttore della radio, Sihem Bensedrine:

“I finanziamenti offerti da International Media Support e dall’Open Society Institute ci hanno consentito di pagare i nostri giornalisti e di mantenere un gruppo di lavoro stabile. Questo rende la nostra radio più forte e più efficiente”. [15]
La manipolazione del dissenso
Lo sfruttamento delle masse per avallare interessi finanziari non è certo un fenomeno nuovo. Esempi noti di “rivoluzioni borghesi” organizzate in nome degli umili sono quelli della rivoluzione inglese di Cromwell e della Rivoluzione Francese. Oswald Spengler fa risalire il fenomeno all’antica Roma:
“Le idee del Liberalismo e del Socialismo vengono poste concretamente in atto solo tramite il denaro. Fu il ricco partito degli equites a rendere possibile il movimento popolare di Tiberio Gracco; e non appena la parte di riforma ad essi vantaggiosa fu trasformata in legge con successo, essi si ritirarono e il movimento si disgregò”. [16]
La “Nuova Sinistra” ha perseguito gli stessi scopi nel corso degli anni ’60 e ’70, adottando strategie simili a quelle delle odierne “rivoluzioni colorate” e degli altri progetti sponsorizzati da Soros, dalla NED, ecc. Questi “ribelli” che si opponevano all’”Establishment”, tra i quali si annoverano femministe come Gloria Steinem [17] e guru psichedelici come Timothy Leary [18], erano in realtà leccapiedi della CIA, sostenuti fin dall’inizio dai ricchi padroni. Gli studenti radicali che protestavano negli anni ’60 erano manipolati da interessi simili a quelli che oggi sponsorizzano i “manifestanti” delle “rivoluzioni colorate”; si va dalla National Student Association americana, finanziata dalla CIA [19], fino alla Students for a Restructured University, finanziata dalla fondazione Ford e affiliata alla SDS (Students for a Democratic Society) [20]. Se l’ “Establishment” ha in realtà finanziato, decenni or sono, i suoi presunti nemici giurati come parte di un programma di manipolazione dialettica – e le fonti non sono difficili da controllare – non c’è da sorprendersi che anche al giorno d’oggi sia in atto una manipolazione globale, fondata su idee similari, diretta a soggetti similari e mossa da similari interessi.
National Endowment for Democracy
La National Endowment for Democracy è stata fondata nel 1983 su interessamento dell’attivista post-trotzkista Tom Kahn e opera sotto il patrocinio del Congresso e della grande finanza americana allo scopo di promuovere quella “rivoluzione globale” che era negli ideali di Trotzky e del presidente americano Woodrow Wilson, suo contemporaneo. La NED persegue un programma di “iniziative democratiche” (sic) ed opera in Polonia (attraverso il sindacato Solidarno??), in Cile, in Nicaragua, in Europa Orientale (per agevolare la transizione alla democrazia dopo il crollo del blocco ex sovietico), in Sudafrica, in Birmania, in Cina, in Tibet, in Corea del Nord e nei Balcani. “Gli sconvolgimenti elettorali avvenuti in Serbia dell’autunno 2000” furono ottenuti attraverso il finanziamento di “una quantità di gruppi civici”. “Più di recente, dopo l’11/9 e dopo l’adozione da parte del consiglio direttivo della NED del suo terzo documento strategico, finanziamenti speciali sono stati offerti ai paesi a maggioranza musulmana in Medio Oriente, Africa e Asia”. [21]
Almeno 10 dei ventidue direttori della NED sono anche membri del Council on Foreign Relations, il noto think tank plutocratico, e tra di essi vi sono alcuni direttori dei programmi del CFR [22]. Ad esempio Carl Gershman, fondatore e presidente della NED, viene annoverato come membro del Comitato Programmi di Washington nell’esecutivo del CFR.[23] Tra i membri del CFR che fanno anche parte della dirigenza della NED possiamo citare: Nadia Diuk, Vice Presidente, Programmi: Africa, Europa Centrale ed Eurasia, America Latina e Caraibi; e Louisa Greve, Vice Presidente, Programmi: Asia, Medio Oriente & Nord Africa, nonché membro temporaneo del progetto del CFR sulla sicurezza nazionale USA “Nuove Minacce in un Mondo in Trasformazione”.[24]
La risposta statunitense
Sebbene alcuni entusiasti sostenitori della “società aperta” abbiano lamentato l’apparente ritrosia degli Stati Uniti nel criticare l’ex presidente tunisino, Ben Ali, ciò che si recita – o non si recita – sul palcoscenico globale è in genere un riflesso assai pallido degli eventi che si svolgono dietro le quinte. L’establishment statunitense non ha certo mostrato alcuna simpatia per Ben Ali nel momento cruciale.
Il “Progetto per la Democrazia in Medio Oriente”, un altro think tank che si dedica a indicare alle nazioni come debbano governare se stesse “alla maniera americana”, riporta una reazione degli ambienti ufficiali USA per bocca di Michael Posner, assistente segretario di Stato nel Dipartimento per la Democrazia, i Diritti Umani e il Lavoro; costui, rispondendo a un inviato del giornale egiziano AlMasry AlYoum:
“...ha parlato delle violenze in Egitto e in Tunisia e di come gli Stati Uniti dovrebbero concretamente rapportarsi con quei governi che definiscono “interferenze” le critiche provenienti dall’estero... Gli Stati Uniti, egli ha affermato, perseguono con i paesi come Egitto e Tunisia una politica su più livelli, allo scopo di relazionarsi in modo efficace con i loro governi e allo stesso tempo sostenere gli esponenti della società civile in questi paesi. [Elliott] Abrams ha invece dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero avere con paesi come l’Egitto e la Tunisia una politica su un unico livello, che preveda conseguenze molto gravi per quei capi di Stato che ignorano gli appelli alle riforme e al rispetto dei diritti umani. Se si continuano a perseguire le attuali linee politiche, quei governi penseranno di potere “farla franca” e continueranno a vanificare gli sforzi di riforma e a reprimere il dissenso”. [25]
Elliott Abrams, citato più sopra, è noto per essere stato uno dei globalisti neocon dell’amministrazione di George W Bush, consigliere di sicurezza nazionale per il Medio Oriente ed entusiasta sostenitore dei “cambi di regime” attuati con l’uso di bombe e milizie americane, laddove la manipolazione delle folle non avesse funzionato. Oggi è membro anziano per gli Studi sul Medio Oriente nel Council on Foreign Relations e, com’era lecito aspettarsi, Abrams è entusiasta degli idealistici eventi verificatisi in Tunisia [26], vista la prospettiva che un nuovo stato-cliente degli USA emerga dalle idealistiche azioni dei soliti “utili idioti”. Mentre l’inerme Ben Ali era in procinto di cadere, Hillary Clinton ha spiegato al Medio Oriente che Washington “non avrebbe assunto posizioni”, ma poi si è prontamente esibita in una predica rivolta agli stati arabi su ciò che l’America si aspetta da loro. The Christian Science Monitor ha osservato che Ben Ali è fuggito il giorno seguente. Al “non assumere posizioni”, ha immediatamente fatto seguito una dichiarazione della Clinton – altro membro progettista del CFR – secondo la quale il presidente Obama salutava “il coraggio e la dignità del popolo tunisino”, aggiungendo che gli Stati Uniti si univano al resto del mondo “nella testimonianza di questa lotta coraggiosa e determinata...”. Il resoconto diceva esplicitamente che la Clinton stava “mandando un avvertimento” (sic) ai leader mediorientali affinché meditassero sulla rivolta tunisina, per evitare di subire la stessa sorte. “Le parole pronunciate dalla Clinton giovedì scorso fanno eco ad opinioni ben più severe espresse dietro le quinte da funzionari statunitensi...”.
“Coloro che si aggrappano allo status quo, possono riuscire ad evitare il pieno impatto con i problemi dei loro paesi per qualche tempo, ma non in eterno”, ha dichiarato la Clinton. Queste parole si sono rivelate profetiche per la Tunisia di Ben Ali, ma sono anche state interpretate da molti esperti della regione come riferibili allo stesso presidente egiziano Hosni Mubarak, antico alleato degli USA, ma ormai ottuagenario e al potere da quasi 30 anni”. [27]
Può sembrare un paradosso che le stesse persone che denunciano le invasioni americane di nazioni come la Serbia e l’Iraq per imporre “cambi di regime” con la forza delle armi, siano invece entusiaste dei “cambi di regime”, attuati nell’interesse dell’egemonia globale americana, quando essi sono condotti da giovani e da professionisti manipolati per ottenere gli stessi risultati attraverso la “protesta spontanea” (sic). Le “rivoluzioni colorate” sono tanto fasulle quanto le loro antenate gestite dalla “Nuova Sinistra”. Naturalmente la desiderabilità di questi cambi di regime dipende dal punto di vista. Sul lungo periodo, potrebbe anche accadere che nel nome della “democrazia”, così come era avvenuto per lo slogan “Liberté, Égalité, Fraternité” della Rivoluzione Francese, per “Tutto il potere ai Soviet” della Rivoluzione Bolscevica e per “Tutti gli animali sono uguali...”, si stia in realtà compiendo un passo ulteriore verso una tirannia molto più feroce di quella che si desiderava rovesciare.

Versione originale:

Dr. K R Bolton
Fonte:www.foreignpolicyjournal.com
Link: http://www.foreignpolicyjournal.com/2011/01/18/tunisian-revolt-another-sorosned-jack-up/all/1/
18.01.2011

Versione italiana:

Fonte: http://blogghete.altervista.org/joomla/
Link: http://blogghete.altervista.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=761:nuove-rivoluzioni-color-merda&catid=32:politicainternazionale&Itemid=47#comments
24.01.2011

Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA
gesucrì

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Faccio un esempio. La rivolta in Iran di qualche mese fa. Se c'erano gli USA dietro, per me hanno sbagliato. Gli Iraniani erano un popolo in piazza contro ACMADINEIJAD O COMM CAZZ S'SCRIV, ma non era contro Komeini e tutta quella allegra combriccola di cardinali versione musulmana che ha una visione medievale della società e del mondo. Hanno una visione anti-democratica che non va assolutamente appoggiata. Nelle tarantelle interne al regime gli USA non dovrebbero metterci mano, il loro compito è quello di far si che che gli iraniani acquisiscano una coscienza democratica. Oggi non ce l'hanno. Non vanno appoggiati. Quando dimostreranno, come hanno fatto i tunisini e gli egiziani, che si può scendere in piazza senza le bandiere verdi dell'Islam, con cartelli con il nome di Allah, quando urleranno più diritti per tutti, muslims, cristiani, ebrei, senz nu per e senz na cosc, allora dovranno essere aiutati e guidati. Prima di allora si facciano beatamente in culo.


 

Offline kurz

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Faccio un esempio. La rivolta in Iran di qualche mese fa. Se c'erano gli USA dietro, per me hanno sbagliato. Gli Iraniani erano un popolo in piazza contro ACMADINEIJAD O COMM CAZZ S'SCRIV, ma non era contro Komeini e tutta quella allegra combriccola di cardinali versione musulmana che ha una visione medievale della società e del mondo. Hanno una visione anti-democratica che non va assolutamente appoggiata. Nelle tarantelle interne al regime gli USA non dovrebbero metterci mano, il loro compito è quello di far si che che gli iraniani acquisiscano una coscienza democratica. Oggi non ce l'hanno. Non vanno appoggiati. Quando dimostreranno, come hanno fatto i tunisini e gli egiziani, che si può scendere in piazza senza le bandiere verdi dell'Islam, con cartelli con il nome di Allah, quando urleranno più diritti per tutti, muslims, cristiani, ebrei, senz nu per e senz na cosc, allora dovranno essere aiutati e guidati. Prima di allora si facciano beatamente in culo.
parli a sproposito, quello che ti arriva dall'Iran è tutta roba di propaganda occidentale, la rivoluzione verde è un dato di fatto che sia sponsorizzata dagli Usa (ah la finta morte di Neda :asd: ).

Lungi da me appoggiare ahmainejad, ma a differenza di te ho conosciuto iraniani che campano tranquillamente in Iran, certo non è un paradiso di democrazia ma non è manco l'inferno che si dipinge, bisogna rispettare sempre la volontà del popolo e non quella degli USA.
gesucrì

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Quindi, cosa c'è di male a finanziare movimenti che inculchino i valori democratici nelle menti dei giovani tunisini? Sono valori giusti per me.


 

Hamisk Moscio

Quando ho voglia d'amore penso all'America  :ovazione: :ovazione: :ovazione:

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parli a sproposito, quello che ti arriva dall'Iran è tutta roba di propaganda occidentale, la rivoluzione verde è un dato di fatto che sia sponsorizzata dagli Usa (ah la finta morte di Neda :asd: ).

Lungi da me appoggiare ahmainejad, ma a differenza di te ho conosciuto iraniani che campano tranquillamente in Iran, certo non è un paradiso di democrazia ma non è manco l'inferno che si dipinge, bisogna rispettare sempre la volontà del popolo e non quella degli USA.

Si come sempre siete voi quelli scetati, metterò la sveglia prima o poi. :ok:
Infatti io voglio che si rispetti la volontà del popolo, se il popolo vuole Komeini che se lo tengano. Quando dimostreranno di non voler più Komeini assieme a Acmadinejad, vado in Iran e protesto assieme a loro. Fino ad allora stann bbuon come stanno. Tu dici che dietro quella protesta c'erano gli USA? Hanno sbagliato ed hanno fatto una figura di merda, dando legna da ardere a chi li critica. Quando si vedranno scene in Iran come quelle di questi giorni in Egitto e Tunisia, bisogna intervenire. Prima no. Il popolo ancora non è pronto.


 

Offline mk89

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Mi chiedo sempre perchè gli americani non esportino questo pensiero democratico in Cina.

Mi auguro che non accada mai. Nun sia mai a maronn.
Si abbufferà di psicofarmaci e anfetamine. Comunque visto lo stato mentale attuale, ha tutto per diventare amministratore di questo forum  :look:

Offline djcarmine

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  • DIABLO VIVE
Mi chiedo sempre perchè gli americani non esportino questo pensiero democratico in Cina.

Mi auguro che non accada mai. Nun sia mai a maronn.
contro la cina dovrebbe coalizzarsi l'intero mondo occidentale.......ma a chi conviene?
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline 814ckp0w3r

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io non volevo entrare nella discussione xk non mi piace confrontarmi con chi non è dispsto a discutere ma solo ad imporre la propria idea. Volevo solo segnalare l'impossibilità di un paese come gli Stati Uniti, che tende a controllare la geopolitica mondiale, di non poter non intervenira. Un'Egitto iraniano gli Usa non possono permetterselo. I discorsi sulla presunta magnanimità (letto come "far del bene" al popolo oppresso)  del loro appoggio sono solo populismo e lasciano il tempo che trovano.

E giusto a conferma del discorso sulla possibile deriva islamista della rivoluzione..

I Fratelli musulmani si oppongono alle storiche tendenze alla secolarizzazione delle nazioni islamiche, in favore di un'osservanza da essi ritenuta più ligia ai precetti del Corano. Rifiutano l'influenza occidentale e inoltre il Sufismo più estremo. Loro campi d'azione sono i settori della politica tradizionale, dell'insegnamento, della sanità e delle attività sociali in genere, oltre l'organizzazione di incontri di preghiera e di spiritualità.

Il motto dell'organizzazione è: "Allah è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il jih?d è la nostra via. Morire nella via di All?h è la nostra suprema speranza"

I Fratelli Musulmani costituiscono in Egitto una formazione politica che si richiama al dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali e uno dei temi maggiormente dibattuto al suo interno è quello del jih?d.

Il loro impegno si esprime talvolta con iniziative di legge parlamentare e in altre occasioni tramite "fat?w?" (pl. di fatwa) emesse da alcuni suoi appartenenti.


D