Autore Topic: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale  (Letto 733463 volte)  Share 

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Offline wendell

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R: Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4800 il: 09 Febbraio, 2014, 23:01:59 pm »
Ho visto Le armonie di Werckmeister.
Il povero Peppino teneva proprio ragione a farci una uallera a zampogna.
E' talmente enorme che mi faccio pena se provo a parlarne.
infatti non ne parlai manco io :sad:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline wendell

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R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4801 il: 09 Febbraio, 2014, 23:03:22 pm »
Giovanni, Napoli-Roma dipende da te. Fai quel che va fatto.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Online Guallera V.2

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Re:R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4802 il: 09 Febbraio, 2014, 23:06:21 pm »
Giovanni, Napoli-Roma dipende da te. Fai quel che va fatto.
Sienti io in streaming non lo trovo, datemi il link. Seconda cosa, non mi mettete fretta perchè non lavoro più all'ostello e quindi posso vederlo solo quando sto a casa ed ho tempo. Stu cacatone dura pure due ore e mezza, sang ra culonna....

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R: Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4803 il: 10 Febbraio, 2014, 03:04:16 am »
Che munnezza stu forum....

:rotfl:

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Offline Genny Fenny

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R: Re:R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4804 il: 10 Febbraio, 2014, 09:52:59 am »
Sienti io in streaming non lo trovo, datemi il link. Seconda cosa, non mi mettete fretta perchè non lavoro più all'ostello e quindi posso vederlo solo quando sto a casa ed ho tempo. Stu cacatone dura pure due ore e mezza, sang ra culonna....

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Offline Bruce Colotti

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4805 il: 10 Febbraio, 2014, 10:59:16 am »
Invece secondo me la grandezza del film è proprio quella di liberarsi dalla trappola del contenutismo.
Scorsese è un regista capace, quando in vena, di cancellare il campo tra la filogenesi del film e la messa in opera.
Praticamente si parla il linguaggio offerto dalla macchina da presa, si ha la chiara percezione di saltare il medium della scrittura.
Taxi Driver caso principe, Casinò probabilmente quello più pertinente al film in questione (diversi incroci tematici e stilistici).
Il linguaggio proposto è quello del danaro, che in questo film è motore universale e unico registro espressivo, ben oltre lo steccato della parola e del giudizio morale.
Il danaro è l'orizzonte esistenziale, l'unico riconosciuto e condiviso, ciò che pone sullo stesso piano vittime e carnefici (quel che va in culo a Gramellini e agli altri mongoloidi) perché l'unica differenza tra chi specula e chi insegue il sogno di fortune promesse e volatili è la sola abilità nel maneggiare il denaro e stare al suo passo, comunicare con il denaro, vivere con - nel denaro (che non a caso in certe scene viene fisicamente indossato).
A conferma di ciò, gli unici due vincenti del film, Belfort ed il banchiere svizzero, posseggono una proprietà tale di "linguaggio" da esprimersi telepaticamente, senza bisogno di intendersi con le parole, un medium totalmente inadeguato alle velocità correnti.
Il ritmo frenetico e dionisiaco non agisce nel college party ammerecano da quattro risate in amicizia, ma è il campo di un orizzonte ontologico nuovo, che, è teatro di una drammaticità titanica.
Del resto cosa c'è di più cupo del delineare un mondo in cui la vittima non esiste, ed è ascrivibile piuttosto al concetto di aspirante carnefice, di perdente di un gioco violento a cui si sceglie, in molti casi, deliberatamente di partecipare?
In sostanza, il fallimento del sogno americano, ad uno stadio, quello attuale, in cui non esiste più un sostrato morale capace di discernere il diritto di tutti alla febbrile ricerca del piacere dal bisogno di porvi un freno.
Rapportando al caso italiano, dato che ormai va di moda in questo topic, mammagari cristo esistesse qualcuno che abbia portato la gente al bunga bunga, se non nello stucchevole film di consumo pornografico.
Il campo di gioco è quello, è lì la festa.
Invece per vent'anni abbiamo assistito ad un gramellinico vouyerismo bacchettone, che ha reso Berlusconi o chi per lui, un mostro alimentato dall'invidia taciuta del yuppismo sfrenato di chi biasima pubblicamente il lassismo morale ma corre a casa a farsi le seghe sulla Minetti.
In Italia il re non è mai stato nudo, per dirla in breve.
Scusate se mi sono dilungato e non mi rileggerò, ma ho letto troppa gente pariare nguollo a Scorsese, che cristo benedetto si è inventato il cinema. Ma perché esiste Fazio in televisione e ci sta la crema degli intellettuali confinata in qualche sitariello streuzo che non si caca nemmeno samthebam?
sono d'accordo su tutto. Trovo ineccepibile il commento. L'unico accenno di critica che posso muovere verso il film è relativo ad una sorta di salvacondotto che Scorsese concede al sistema statunitense. Alla fine di tutto il corpo sociale, giuridico e civile degli states sa riconoscere la parte malata e produrre i suoi anticorpi. E' vero, il danaro è il filo conduttore, il motore che tutto muovo. Da una parte ci sono quelli che ne conoscono l'essenza e sanno manipolarlo e coloro che vorrebbero possederlo non solo in senso materiale ma non ne sono in grado e per questo si affidano ai primi. Gli uni e gli altri in modi completamenti diversi intraprendono una discesa inesorabile verso l'inferno. In mezzo però ci sono le leggi e l'idealismo morale USA che attraverso le sue ineccepibili, serie ed incorruttibili istituzioni puniscono  redimendoli (se la pena ha un senso per i credenti è proprio questo) i grandi sacerdoti del denaro e salvano le anime fuorviate di quelli  che a questi sacerdoti maldestramente e per avidità si sono affidati.
Una visione un pò escatologica e salvifica della società statunitense su cui un pò si arena Scorsese, anche se forse a pensarci bene possiamo anche considerare la sua scelta una sorta di compromesso per consentirsi una maggiore libertà espressivia, aggirando il puritanismo incallito di Hollywood
« Ultima modifica: 10 Febbraio, 2014, 11:18:43 am da Bruce Colotti »

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R: Re:R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4806 il: 10 Febbraio, 2014, 11:27:20 am »
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Offline Vino a Tavola

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4807 il: 10 Febbraio, 2014, 11:34:27 am »
 :look:


Negli ultimi giorni ho visto un film, anzi due, anzi uno.

Si tratta di due pellicole molto diverse tra di loro, sia per confezione che come cultura di riferimento. Eppure appartengono allo stesso filone, quindi il raffronto può essere interessante.

Una  è americana, si chiama "Wolf" ed è stata diretta da Martin Scorsese.
L'altra è italiana, si chiama "Il capitale umano" ed è stata diretta da Paolo Virzì.

Entrambi tratti da due libri di grande successo (uno statunitense, l'altro canadese), trattano lo stesso tema, che sta diventando, giustamente, il trend emergente in questi tempi: il disfacimento etico-morale della società in cui viviamo dovuto all'egemonia della finanza, della avida volgarità di danaro e status.

I film, in apparenza sono diversissimi, e non potrebbe essere diversamente.
Quello americano appartiene alla grande tradizione culturale narrativa Usa, che nel cinema ha prodotto una succulenta forma di iper-realismo, raccontando vicende umane che riflettono con esattezza le autentiche vicende esistenziali.
Quello italiano, si inserisce nel tentativo attuale di riuscire a ripristinare -recuperandola-la grande tradizione del neo-realismo, offrendo un quadro critico della nostra società, che si discosti dalla consuetudine dell'attuale produzione cinematografica per andare aldilà delle consuete commedie di infimo livello (del genere Zalone-Verdone-Cortellesi-Albanese & co.) figlie bastarde del cinepanettone, sempre intrise di un cinismo becero, volgarità, superficialità, che applicano una modalità piattamente caricaturale che rinuncia, in partenza, alla fatica creativa di costruire dei personaggi.
In questo senso, il film di Virzì si discosta dall'attuale panorama declinante del cinema italiano e senz'altro vale la pena di essere visto. E' un film claustrofobico, angosciante e ansiogeno, diretto con molta professionalità e -davvero meriterebbe un encomio solo per questo- recitato molto bene; direi una piacevolissima sorpresa.
Le attrici e gli attori sono tutti italiani.
Il film di Scorsese, invece, è solare, collettivo, divertente, perchè spinge l'iper-realismo critico nel grottesco, correndo addirittura il rischio di arrivare al limite del grandguignol farsesco, ma l'abilità geniale di Scorsese consiste sempre nel farci sapere che stiamo invece guardando una vera tragedia dei nostri tempi..
Entrambi i film sono intimisti e raccontano il dipanare delle contraddizioni esistenziali dei protagonisti nel mondo odierno.
Mentre nel film di Virzì tutti i personaggi si interrogano sul senso della loro vita, costruita sul facile benessere ottenuto grazie alla finanza, nel film di Scorsese nessuno si interroga su nulla. I caratteri psicologici del film italiano sono costruiti bene e delineati secondo un'accurata psicologia che li rende subito familiari; quelli del film americano, invece, appaiono subito come delle persone totalmente fuori di testa, prive di alcun controllo.
In entrambi i film gli interni, le scenografie, il vestiario, ci propongono le identiche atmosfere della vita super lussuosa del mondo dei privilegiati, con la differenza che nel film di Scorsese i personaggi sono presi soltanto dal loro ingozzamento bulimico, sono sempre tutti strafatti di cocaina e psicofarmaci, mentre in quello di Virzì giocano a tennis, sono degli eleganti igienisti, cercano di acquistare pezzi di antiquariato.
Mano a mano che ci si inerpica nella vicenda, lo spettatore del film di Scorsese è portato a pensare -inevitabilmente- di essere testimone della vita sguaiata di animali senza alcun decoro, mentre seguendo la vita quotidiana dei protagonisti nel film italiano si apprezza con piacere il gusto sopraffino dei personaggi.
I banchieri (inglesi) del film di Virzì sono austeri, compunti uomini d'affari che incitano a rispettare le leggi e le norme stabilite.
I banchieri (franco-svizzeri) del film di Scorsese, invece, sono dei mascalzoni criminali, con una chicca d'autore (davvero sublime) perchè il regista americano ci offre un'autocitazione: gira la stessa scena di "Goodfellas" (film del 1998 in cui raccontava l'esagerata vita estrema di un gruppo di mafiosi italiani a Brooklyn che commerciavano in cocaina) trasformando i mafiosi di allora in silenziosi gentiluomini in doppiopetto che dirigono una banca svizzera, ma contano i soldi nello stesso identico modo e dicendo le stesse identiche battute.
Nel film di Virzì, il protagonista maschile che rappresenta il finanziere senza scrupoli è un uomo elegante, sessualmente attivo in maniera nobile, innamorato della moglie alla quale è fedele, che noi spettatori finiamo per rispettare perchè capiamo le sue contraddizioni, la sua provenienza, è una persona -a modo suo- per bene.
Nel film di Scorsese, la sessualità dei finanzieri è virata nella deboscia depravata di tutti i personaggi, i quali della Legge se ne infischiano perchè loro sono i padroni privilegiati del mondo e chi non ha soldi, chi non fa soldi, chi non vuole soldi facili e subito, merita solo e soltanto disprezzo e va annullato o cancellato dal pianeta.
I personaggi italiani, nel loro realismo, ci fanno comprendere la loro tragica umanità.
Quelli americani ci appaiono come bestie feroci, travolti dalla loro inconsapevolezza di sè.
Guardando i due film si capisce perchè gli Usa sono una economia in ripresa e sono una società che sta affrontando le proprie tragiche contraddizioni, nel tentativo disperato di evolversi e migliorare, mentre quella italiana no.
Il film di Virzì è ideologico, ma finisce -proprio per questo motivo- per ottenere l'effetto opposto: uscendo dal cinema, si rimane con l'amaro in bocca ma ripensando agli interni della vita domestica della magione dei finanzieri si è portati a pensare "però che bella vita, io ci vivrei benissimo in quel modo", mentre uscendo dal cinema dopo aver visto il film di Scorsese è quasi ovvio pensare "neppure sotto tortura potrei vivere una vita da animale insieme ad animali come quelli".
Nel film di Scorsese non si salva nessuno di quell'ambiente, non esistono luci e ombre, c'è sempre tantissima luce anche e soprattutto nelle scene di sesso, perchè non esiste intimità, non esistono sentimenti, c'è soltanto l'avidità di danaro e supremazia sugli altri.
Nel film di Virzì si vuole spiegare l'aspetto umano di quel mondo, colto nella tragedia delle loro contraddizioni, e le scene erotiche vengono presentate nel buio complice del privato intimo.
In quello di Scorsese no. L'americano ci spiega che non esistono contraddizioni, non esistono interrogativi da porsi in un mondo come quello, perchè chi vive di solo danaro e potere è una bestia, e bestia rimane.
Sono entrambi molto interessanti da vedere, proprio per questi motivi.
E si capisce anche perchè l'Italia, ieri, ha raggiunto un ennesimo record europeo: siamo stati identificati come la nazione più corrotta d'Europa.
Nel 2012 eravamo terz'ultimi, prima della Grecia e della Bulgaria.
Dal 3 Febbraio 2014, invece, siamo diventati gli ultimi, direi meritatamente.
Mentre in Usa, in questo periodo, si va delineando lo scontro frontale tra il mondo legato alla finanza e il mondo civile della cittadinanza che a essa si oppone, da cui l'attuale gigantesca tempesta finanziaria verso la quale stiamo andando -perchè viene da lì- in Italia assistiamo alla totale resa incondizionata da parte della società civile nei riguardi dei poteri forti, cioè (a mio avviso) degli animali senza pietà.
In Italia, abbiamo perso la capacità di costruire delle convincenti narrative esistenziali, armandosi di coraggio colto per descrivere la cinica cattiveria, l'autentica ferocia di un mondo implacabile che è marcio dentro e non può che diffondere tutto intorno il marciume che evoca. Chi appartiene a quel mondo è davvero un animale privo di umanità.
Gli americani lo sanno benissimo, perchè sono loro i primi veri responsabili di questo sfacelo etico-morale nel quale stiamo vivendo, il business world da loro tanto decantato e imposto.
Se non altro hanno il merito di avere il coraggio e la competenza di voler e sapere raccontare la verità su se stessi, nei loro saggi, nei loro romanzi, nei loro telefilm, soprattutto nella loro attuale cinematografia.
Noi stiamo ancora nel mondo dell'autocensura.
Quando va bene, si intende.

Online Guallera V.2

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Re:R: Re:R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4808 il: 10 Febbraio, 2014, 14:59:22 pm »


Ah, comunque io ho visto Il Settimo Sigillo. Stupendo.

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Ecco questo è un Capolavoro immortale con la lettera maiuscola, dove ogni commento sarebbe superfluo. Altro che cacatoni magiari dalla durata mastodontica....

Offline Artem Dzyuba

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Re:R: Re:R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4809 il: 10 Febbraio, 2014, 15:53:45 pm »
Giuà, ma che ne sai.....na settimana fa facett pure Satantango su Fuori Orario.

Ah, comunque io ho visto Il Settimo Sigillo. Stupendo.

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Lo vidi anche io per 10 minuti, ma gli preferii "1000 papaveri rossi" su Rai storia.
Adda venì Baffone!

Offline Genny Fenny

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4810 il: 10 Febbraio, 2014, 18:29:02 pm »
L'unico accenno di critica che posso muovere verso il film è relativo ad una sorta di salvacondotto che Scorsese concede al sistema statunitense. Alla fine di tutto il corpo sociale, giuridico e civile degli states sa riconoscere la parte malata e produrre i suoi anticorpi. In mezzo però ci sono le leggi e l'idealismo morale USA che attraverso le sue ineccepibili, serie ed incorruttibili istituzioni puniscono  redimendoli (se la pena ha un senso per i credenti è proprio questo) i grandi sacerdoti del denaro e salvano le anime fuorviate di quelli  che a questi sacerdoti maldestramente e per avidità si sono affidati.
Una visione un pò escatologica e salvifica della società statunitense su cui un pò si arena Scorsese, anche se forse a pensarci bene possiamo anche considerare la sua scelta una sorta di compromesso per consentirsi una maggiore libertà espressivia, aggirando il puritanismo incallito di Hollywood

Non mi trovi tanto d'accordo per due motivi.
Il primo è che tutto il castello di degenerazione etica e morale si fonda sul presupposto storico del liberismo in materia finanziaria di Reagan e Clinton, cose che gli americani conoscono piuttosto bene.
E' difficile approcciarsi al film senza leggervi una critica presupposta a chi ha generato il mare di de-regolazione in cui il pesce grande mangia impunemente il pesce piccolo.
Il secondo è che tutta l'indagine dell'FBI assume connotati buffoneschi.
A partire dalla conversazione sullo yacht, passando per l'indagine e finendo al processo sommario, si ha la netta sensazione che le autorità viaggino più lentamente del denaro.
Non a caso alla fine della giostra, Belfort torna ad imbonire dopo una condanna risibile, mentre l'agente viene ritratto nella sua frustrante routine quotidiana, a mani vuote (nella metro, con le palle sudate a pensare a quanto è un povero maronno).

Ecco questo è un Capolavoro immortale con la lettera maiuscola, dove ogni commento sarebbe superfluo. Altro che cacatoni magiari dalla durata mastodontica....

Almeno guardalo prima, mmocca a sora che nun tiene!

@Diego, ci hai cacato o cazz tu e questo Modigliani. Nientedimeno ne hai fatto un totem e gli faresti chiavare pure a mugliereta al posto tuo! Ma poi dicesse qualcosa e buono! :sbonk:



Offline Genny Fenny

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4811 il: 10 Febbraio, 2014, 18:45:42 pm »
A proposito di ciclici consigli.
L'hanno rimesso, per giunta in italiano.
Approfittatene! :look:

Berlin Alexanderplatz 1/14 Comincia la pena (Fassbinder, 1980) Completo

Offline joint

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4812 il: 10 Febbraio, 2014, 20:34:38 pm »
ma satan tango è metacinema e ci vuole una grande cultura cinematografica per comprenderne tutti i richiami racchiusi.
Se volete consigli sul metacinema posso elargirvi qualche consiglio. Se volete invece crearvi una cultura vera e propria venite alla rassegna... gente di merda schifosa che non siete altro. Vi meritate le papayouate.

Offline pappasouth

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R: Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4813 il: 10 Febbraio, 2014, 20:36:48 pm »
ma satan tango è metacinema e ci vuole una grande cultura cinematografica per comprenderne tutti i richiami racchiusi.
Se volete consigli sul metacinema posso elargirvi qualche consiglio. Se volete invece crearvi una cultura vera e propria venite alla rassegna... gente di merda schifosa che non siete altro. Vi meritate le papayouate.
non mi piace questo tono dispreggiativo con papayou... :nono:

Online Guallera V.2

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4814 il: 10 Febbraio, 2014, 20:55:12 pm »


Almeno guardalo prima, mmocca a sora che nun tiene!


Si lo guarderò ma non mi mettete fretta comm sta facenn Peppino pa maronna!! Anche perchè oggi è stato una giornata piena piena, idem lo stesso domani. A quanto pare lo devo pure scaricare col torrent, quindi se ne parla quando tengo una giornata sana. Lo guarderò ma mi è umanamente impossibile farlo entro mercoledì.

Offline joint

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4815 il: 10 Febbraio, 2014, 21:02:33 pm »
non mi piace questo tono dispreggiativo con papayou... :nono:
Chiedo tanta nuvenia.

Offline nickwire

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R: L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4816 il: 10 Febbraio, 2014, 21:12:10 pm »
Mò apparte gli scherzi, Joint ha ragione parlando di Satantango. E' un po' come nella musica quando si parla di Throbbing Gristle, Dead Can Dance, alcune cose degli Enstruzende Neubaten e robe simili (Ian Curtis o ssacc ca t'ncazz, ma è così), si sfocia spesso nel metamusicale, ed è davvero complicato ascoltare certe robe con un approccio normale, e soprattutto non molto esperto.
Viene da dire che non è musica. Ma tutte le cose estremamente sperimentali sono così, sono difficili da comprendere.

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Leif Erikson

R: Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4817 il: 10 Febbraio, 2014, 21:14:57 pm »
ma satan tango è metacinema e ci vuole una grande cultura cinematografica per comprenderne tutti i richiami racchiusi.
Se volete consigli sul metacinema posso elargirvi qualche consiglio. Se volete invece crearvi una cultura vera e propria venite alla rassegna... gente di merda schifosa che non siete altro. Vi meritate le papayouate.

Hai ragione bucchi.

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Offline Vino a Tavola

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Re:L'angolo dei filmettari - Topic di discussione generale
« Risposta #4818 il: 10 Febbraio, 2014, 23:19:36 pm »

@Diego, ci hai cacato o cazz tu e questo Modigliani. Nientedimeno ne hai fatto un totem e gli faresti chiavare pure a mugliereta al posto tuo! Ma poi dicesse qualcosa e buono! :sbonk:
Mi offendi  :look:

totem alla mia età? essù. Lo trovo molto stimolante, e tra tante suggestioni, se alcune sono ardite o cazzare, in molte altre mi sembra colpire nel segno.

e comunque se "caco il cazzzo" è perchè sono curioso di leggere apprezzamenti/controdeduzioni/smerdate da parte di qualche utente del forum, dato che qui ve ne pascolano di molto preparati in diversi campi.

A finale sei il primo che mi dà questa soddisfazione, quindi ti devo pure dire grazie  :mhh: :look:

Offline joint

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« Risposta #4819 il: 11 Febbraio, 2014, 00:08:41 am »
Mò apparte gli scherzi, Joint ha ragione parlando di Satantango. E' un po' come nella musica quando si parla di Throbbing Gristle, Dead Can Dance, alcune cose degli Enstruzende Neubaten e robe simili (Ian Curtis o ssacc ca t'ncazz, ma è così), si sfocia spesso nel metamusicale, ed è davvero complicato ascoltare certe robe con un approccio normale, e soprattutto non molto esperto.
Viene da dire che non è musica. Ma tutte le cose estremamente sperimentali sono così, sono difficili da comprendere.

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quotissimo.

E aggiungo che anche la pittura è così, come del resto ogni arte.
Pagine addietro ho consigliato a Wendell un taiwanese, vedetevi qualcosa di suo che è veramente eccezionale ( anche se non si riescono a captare i richiami massonici, religiosi allo stremo etc. è un buon modo per avvicinarsi ad una civiltà molto diversa dalla nostra, quella orientale. Per questo il metacinema è superiore alla superficialità comune, ti lascia sempre qualcosa a qualsiasi livello di osservazione.
« Ultima modifica: 11 Febbraio, 2014, 00:09:43 am da joint »