continuo a non capire: ma se io voglio che tutti quelli che mi conoscono sappiano quello che faccio ma qual'è il problema?
la vita reale è la stessa cosa: ci sono persone che spettegolano e raccontano i cazzi tuoi a tuttima il problema non sono loro siamo noi che siamo andati a confidare certe cose agli altri. Fa parte dell'essere socievoli manifestare i propri interessi e i propri modi di essere. Poi su fb mica devo aggiungermi ogni sconosciuto, mi aggiungo solo le persone che io voglio quindi continuo a non capire il problema.
Non so tu quanti anni abbia Acqua magari fai parte di un'altra generazione e hai su Fb amici avanti con l'età.
Io ho molti amici diciassettenni e alcuni che vanno dai quindici ai sedici (fratelli degli amici della mia ex che era di tre anni più piccola di me) e sono davvero una cosa esasperante. So perfettamente dove sono, se li voglio acchiappare so dove acchiapparli se li voglio evitare so dove non passare. So cosa pensano, so cosa fanno, so cosa gli piace e so esattamente che spaccimma stanno passando in quel momento della loro vita.
Ora dimmi tu se ragazzi che vivono nell'Area Nord (zona già di per se disastrata) e che hanno quindici anni riescono ad avere coscienza del fatto che la privacy può essere importante o meno. E' una questione di ignoranza, una questione di vulnerabilità. Amici di famiglia mi chiamano perché il figlio di dieci anni vuole iscriversi a facebook, e io sempre di più amo alla follia mio suocero che tutt'ora non permette alla mia ragazza di stare su Fb (che comunque ha un account da meno di due anni). Questo ha sviluppato in lei na specie di neutralità verso il mezzo, mentre la mia ex che ci è stata piazzata già da piccola ne aveva sposato letteralmente la politica passandoci le ore e condividendo ogni cazzat e strunzat con crisi d'astinenza che toccavano picchi altissimi in caso di impossibilità a connettersi.
Ora molto probabilmente sono poco chiaro ai vostri occhi ma il punto dove voglio arrivare è: noi nasciamo resettati come degli hard disk da riempire, se impiantiamo nella testa di un bambino che sparare ai negri è giusto, quest'ultimo, crescerà con la convinzione che accoppare un nero sia na cosa giusta. Tutto sta nell'educazione, la nostra generazione se passava più di tre ore al giorno davanti alla tv si pigliava dei cavecioni nel culo che nemmeno i rinvii della buonanima di Navarro, invece ora vedo sempre più gente che parcheggia i figli lla e se ne fotte, bambini di 11, 12 anni che alle quattro di mattina quando finisco di scrivere stann ancor lla ngopp a condividere a dire e a fare. Cose che i miei coetanei si chiamavano azzeccati tra di loro se c'era uno che giocava troppo ai videogiochi, se non scendevi per giocare a Tomb Raider venivi emarginato a vita. A me sembra innaturale quest'inversione di tendenza improvvisa. Ripeto se non vogliamo degli zombie che fanno del virtuale la propria vita dobbiamo educarli e fargli capire che facebook è un mezzo di comunicazione e va usato per ampliare gli orizzonti, non per ridurli rinchiudendosi nel virtuale.