L’Onu interverrà in Libia con un’azione umanitaria. E lo farà coordinando l’azione probabilmente da Napoli. Da Capodichino, secondo le dichiarazioni del ministro della Difesa Ignazio La Russa. È qui che potrà esser fissato «l’organismo di coordinamento di quest’azione umanitaria», spiega La Russa alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Napoli è la candidata numero uno ad ospitare il quartier generale della «coalizione di volenterosi» impegnata a far rispettare la risoluzione dell’Onu sulla Libia. Non una base militare, ma il luogo dove avrà sede l’organismo di coordinamento dell’azione. Non si tratta di un’iniziativa del ministro, né del Governo. L’ipotesi nasce dal confronto con gli altri Paesi pronti all’intervento: «I contatti con gli altri Paesi vanno in questa direzione», in modo da «spostare la centrale operativa da Stoccarda a Napoli».
Un’eventualità che allarma la città: il sindaco Iervolino ed il presidente della Regione Caldoro attendono di essere ulteriormente informati. Ma il presidente della III Municipalità, Alfonso Principe, quella nella quale rientra Capodichino, non ha dubbi: «Si tratta di una follia: abbiamo già tanti problemi con l’aviazione civile, figurarsi col traffico militare». In realtà Capodichino non verrebbe scelta come base militare (l’Italia ne ha già individuate sette da mettere a disposizione della coalizione che interverrà in Libia: Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria), ma come quartier generale del coordinamento dell’intervento. «Come Municipalità — ribadisce Principe — siamo contrari: si tratta di un’iniziativa in spregio dei territori».
Butta acqua sul fuoco Enzo Scotti, sottosegretario agli Esteri: «È un’ipotesi ancora tutta da verificare. E comunque non dipende da scelte nazionali: queste decisioni nascono da una convergenza di volontà ed esigenze internazionali. La decisione implica valutazioni logistiche, strategiche, politiche. La cautela è d’obbligo. Tutto dipende dall’evolversi della situazione internazionale. Se è vero che Napoli comincia a preoccuparsi io chiedo alla città di attendere che le cose siano definite, prima di lasciarsi andare alle emozioni».
Ma il presidente della commissione Difesa del Senato, il salernitano Edmondo Cirielli, non lascia spazi ai tentennamenti, alle riflessioni: «Se Onu e Nato ci diranno che strategicamente serve Capodichino, Capodichino sarà. L’azione in Libia serve ad evitare il massacro di civili e non possiamo tirarci indietro sulla base di logiche campanilistiche. Che senso avrebbe? Perché dovrei esser favorevole a fissare la base dell’intervento in Sicilia e dovrei dire no all’ipotesi Napoli?»
Nello staff di pianificazione dell’intervento umanitario ci saranno, secondo le intenzioni del Governo, rappresentanti delle nostre forze armate, per ribadire il ruolo attivo dell’Italia nell’operazione e per «verificare — aggiunge La Russa — che i modi operativi non siano né inferiori, ma tantomeno superiori ai limiti che il Parlamento ci indicherà».
Cio' che mi chiedo e': possono decidere come vogliono senza che nessuno venga interpellato?