http://www.energeticambiente.it/index.php
interessante

però ho letto solo qualcosa di sfuggita. Appena ho un po piu di tempo approfondisco

Per quello che vi posso dire è che vi assicuro che le lobby per il petrolio piangono il petrolio venduto come carburante per produrre energia, poichè le frazioni raffinante vendute per la produzione di beni a piu alto valore aggiunto ( vedi tessuti, filati, plastiche di ogni genere, medicinali etc..) li fanno arricchire molto di piu.
Liberarsi della dipendenza dal petrolio non vuol dire solo cambiare metodo di approviggionamento energetico ( visto che ci sono note varie vie per ottenere energia a costi piu o meno alti)...ma riuscire a produrre i materiali dei quali disponiamo ogni giorno e che sono insostituibili in altro modo.... Trasformare le plastiche in prodotti bio-based ( che non influenzino gli altri settori : vedi alimentare) Le plastiche bio-based sono suddivise in due classi:
a- plastiche ordinarie ottenute con componenti rinnovabli e non derivati dal petrolio ( es. ottenere i monomeri del naylon da prodotti rinnovabili e non dal petrolio)
b- plastiche nuove ottenute da componenti rinnovabili: quindi materiali del tutto nuovi, che hanno al momento performance piu scadenti rispetto ai materiali usuali perchè ovviamente risentono del gap di conoscenze rispetto ai derivati del petrolio, visto che ci si era concentrati su quelli. Con la ricerca a breve tempo si possono migliorare enormemente e abbattere i costi, anche con politiche in favore. Il primo su tutti questi materiali è il PLA ( poliacidolattico : ottenuto per fermentazione del destrosio dell'amido di mais). E' totalmente biodegradabile.
il vero problema delle plastiche tradizionali e di tipo a è infatti la loro persistenza nell'ambiente e inoltre sia le operazioni di produzione che di gestione che di eventuale riciclo portano tutte a un aumento della CO2 nell'atmosfera.