Misseri è uscito dalla prigione. Il gip del tribunale di Taranto, Martino Rosari, ha infatti convalidato la richiesta di liberazione dello zio di Sarah Scazzi. Il giudice ha accolto l'istanza di scarcerazione, per la decorrenza dei termini di custodia cautelare, del difensore di Michele, Francesco De Cristofaro. Secondo il gip, la circostanza che Misseri non abbia partecipato al delitto della nipote è sempre più realistica, lo si desume da alcune intercettazioni.
Misseri, che era in prigione dal 6 ottobre, dopo la confessione dell'omicidio, ha più volte cambiato versione fino all'ultima che gli inquirenti considerano la vera e che asserisce che l'omicidio sarebbe stato compiuto dalla figlia Sabrina, alla quale in concorso, secondo le ultime svolte dell'indagine, si sarebbe aggiunta la moglie Cosima.
Per ora Misseri è accusato soltanto della soppressione del cadavere della 15enne. Secondo i pm infatti durante l'omicidio di Sarah, perpetrato nell'abitazione di Avetrana, l'uomo era "assente in casa".
L'intercettazione che scagionerebbe Misseri
"Mi dispiace per la mia famiglia se vanno... (incomprensibile, ndr) io adesso li scoprirò... cosa vogliono dire, dicano quelli... è andata così, che vogliono fare, fanno a tua figlia... io non li credo se uno non fosse voluto andare...". Per il giudice, che ha analizzato la discussione, l'intercettazione (captata il giorno prima della confessione) scagionerebbe Michele Misseri, obbligato dalla moglie a mentire agli inquirenti. Dalle frasi si comprende che "l'evento doloroso riguardava la propria famiglia ('mi dispiace per la mia famiglia') e che, fino ad allora, era stato tenuto nascosto ovviamente per proteggerla ('io mmo' li scopriro''). E si capisce pure che la sua scelta non è condivisa dagli altri componenti di essa ('cosa vogliono dire, dicano quelli... è andata cosi'').
Inoltre, Michele Misseri è consapevole che, da quel che egli ha ormai deciso di fare, deriveranno conseguenze pregiudizievoli per la figlia ('cosa vogliono fare, fanno a tua figlia'): e questa non può che essere Sabrina, "poiché - come s'è detto - Valentina vive a Roma". Secondo il gip Rosati, nel momento in cui, da solo, Misseri pronuncia quelle parole, "ormai non è più capace di mantenere un segreto così devastante e, nonostante le pressioni ricevute per stare zitto, s'è deciso a parlare, accettando anche quelle che sarebbero potute essere le conseguenze dannose per sua figlia Sabrina".