Sarah, arrestata la cugina Sabrina
L'accusa è di concorso in omicidio
"Ha aiutato il padre a uccidere la ragazza e nascondere il corpo"
AVETRANA
Sabrina Misseri è in stato di fermo con l’accusa di concorso in omicidio. La cugina di Sarah Scazzi è ancora nella caserma della Compagnia dei carabinieri di Manduria, da dove invece sono andati via oltre al capo della procura di Taranto, Sebastio, anche il sostituto procuratore, Mariano Buccoliero, che coordina le indagini sull’omicidio della 15enne, ed il procuratore aggiunto, Piero Argentino.
La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta al termine dell’interrogatorio di Michele Misseri, svolto nel primo pomeriggio nella stessa caserma, che avrebbe fornito nuove versioni e ricostruzioni dell’omicidio, e che non avrebbe avuto un confronto con la figlia, ascoltata successivamente dagli inquirenti, prima come persona informata sui fatti e poi con l’ipotesi accusatoria di occultamento di cadavere.
La cugina di Sarah avrebbe avuto quindi un ruolo nell’omicidio della quindicenne, e in seguito avrebbe concorso con il padre Michele, reo confesso per il delitto, nell’occultamento del cadavere della ragazza. La prima notizia di un coinvolgimento di Sabrina è trapelata nel tardo pomeriggio mentre la ragazza veniva ascoltata dal procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e dai pm inquirenti Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. Sei ore di interrogatorio durante le quali la cugina di Sarah avrebbe fornito la sua ricostruzione dei fatti su quanto accaduto tra le 14:30 e le 14:42 del 26 agosto scorso, giorno in cui la ragazza è stata uccisa dallo zio Michele nella rimessa di casa Misseri.
La svolta del fermo e dellaccusa di concorso in omicidio è arrivata nella tarda serata di una giornata che si era aperta con i carabinieri del Reparto operativo di Taranto e del Ris che hanno eseguito un esperimento giudiziale, accompagnati da Misseri, nel garage nel quale la quindicenne è stata strangolata. L’esperimento è continuato poi nel casolare in cui lo zio ha abusato sessualmente del cadavere di Sarah, fino al pozzo in cui il corpo della piccola è stato nascosto da Michele Misseri per 42 giorni: dalla scomparsa della ragazzina, il 26 agosto, alla sera della confessione dell’uomo, il 6 ottobre scorso. Durante i sopralluoghi, lo zio-assassino avrebbe spiegato nei minimi particolari come avrebbe strangolato Sarah, dove è caduto a terra il corpo della ragazza, dove è caduto il suo cellulare, che nell’urto al terreno si sarebbe aperto perdendo la batteria.
Anche nel casolare Misseri ha indicato ai carabinieri il posto in cui ha abusato della nipote già morta e quello nel quale ha bruciato i suoi vestiti e i suoi effetti personali: le poche cose che Sarah aveva con sè per andare al mare, lo zainetto con un asciugamani, sandali infradito, pantaloncini e maglietta; quasi certamente un "due pezzi" da bagno invece degli indumenti intimi. Il sopralluogo, come spesso accade in questi casi, sarebbe stato filmato dai carabinieri del Ris. Gli investigatori avrebbero anche cronometrato il tempo impiegato da Misseri per strangolare con una fune Sara, per caricare il cadavere nella sua Seat Marbella, e per compiere tutti gli spostamenti con l’autovettura: dalla casa al casolare e da qui al pozzo cisterna dove ha gettato il cadavere della piccola, coprendolo poi con pietre e rami.
Concluso l’accertamento giudiziale, l’uomo è stato portato nella caserma di Manduria dei carabinieri, dove, dopo aver lasciato la sua casa con la testa coperta dal cappuccio di una felpa, era stata già condotta dai militari la figlia Sabrina. Lì Misseri è stato sentito ancora una volta e poi, poco dopo le 16, è stato condotto via a bordo di un mezzo della polizia penitenziaria. Gli investigatori hanno quindi cominciato ad ascoltare Sabrina per la prima volta come indagata. Un interrogatorio durato circa sei ore durante il quale la ventiduenne è stata ascoltata con l’assistenza del suo legale di fiducia, Vito Russo. Poi l'annuncio: Sabrina è in stato di fermo e per lei l'accusa si aggrava in concorso in omicidio. Al momento solo ipotesi su ciò che ha portato alla svolta: si parla dell’intercettazione ambientale di una conversazione di Sabrina e di analisi tecniche i cui risultati si sono avuti nelle ultime ore. Altro per ora non viene detto. Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha lasciato la caserma senza dichiarare nulla ai giornalisti.
lastampa.it