Insigne? Io lascio vivere. Il problema di Insigne e di Raiola non lo risolve De Laurentiis, ma lo deve risolvere Insigne in primis, che deve capire da grande cosa vuole fare. Ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli. Io lo capisco, lo proteggo, mi piace, mi sta molto simpatico, però ha sempre sentito scomoda la situazione napoletana, fin dall'epoca di parecchi anni fa. Allora voglio dire che bisogna che lui si tranquillizzi e diventi una persona più serena. Ma è un problema suo, non glielo può risolvere né Raiola né Ancelotti. E' un grandissimo calciatore e può essere più in forma o meno in forma. Se è meno in forma, a giudizio dell'allenatore che non lo utilizza, non può uscirsene Insigne con battute o atteggiamenti quasi di sfida. L'allenatore è un padre di famiglia, ha 60 anni e non ti manda a quel paese perché ha tre volte la tua età. Tribuna? Un'altra stupidaggine da risolvere. L'altro giorno ho visto la partita del Bari, hanno fatto cinque cambi perché così si può fare in Serie C. Ho chiamato Gravina e gli ho suggerito di portare quest'esperimento dei cinque cambi anche in Serie A. In Italia già ottenni la panchina lunga, evitando di lasciare giocatori in tribuna. In Europa invece sono rimasti così, bisogna lasciare alcuni in tribuna. Ripeto: Insigne deve capire che questa è casa sua, siamo tutti suoi fan, ma deve essere sorridente, fare anche buon viso a cattivo gioco perché il cattivo gioco esiste, siamo in tanti ed anche altri devono giocare. I cambi però sono 3, non 5, e se qualcuno si fa male poi bisogna aspettare prima di fare gli altri due, creando problemi anche di spogliatoi.
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Da questo che si legge si capisce che stanno ai ferri corti: praticamente ha affermato che il frattaiuolo, da buono zingaro che è, contesta le scelte dell'allenatore e magari l'avrà risposto anche in malo modo. Gli ha pure fatto capire che non gli rinnova il contratto perchè non vale più di quello che percepisce (secondo me si è pure pentito di avergli dato un contratto da top player che non è) e che deve cercare di giocare meglio e non rompere il cazzo quando non gioca.