Sorrentino ha fatto cose buone ad altre meno, alla voce di regista diseguale e discontinuo ci metto proprio lui e Brian De Palma (ovviamente cinema molto più fruibile e commerciale), anche se quest'ultimo perfino peggio, sempre in bilico tra grandi film e porcate banali al servizio della star di turno. Per tornare a Sorrentino, proprio l'altro giorno ho rivisto L'Uomo in più, perché mia moglie non l'aveva mai visto (e si non è una filmettara), ed ancora oggi mi strabilia all'ennesima visione come solo i grandi film fanno. Purtroppo poi come ha detto Alessio da quella zozzeria yankee col zelenskyano Sean Penn, è finita l'aurea di Sorrentino, oramai legato a doppio filo tra opere di grande impatto (La grande bellezza che per me è un filmone nonostante possa essere ribattezzato come il remake de La dolce vita di Fellini ma anche il sincero È stata la mano di Dio) ad altre dimenticabili (Young Pope serie tv di una strita uallera micidiale, Loro notevolissimo trash movie involontario ed il masturbatorio Youth).
Io invece finalmente ho visto Beau ha paura del notevole Ari Aster, di gran lunga una delle cose migliori uscite dagli States nell'ultimo decennio. Ovviamente snobbatissimo a cominciare dalla madre patria, perché privo di qualunque presenza woke (non ci sono ricchioni, negri, asiatici, trans ed anzi il protagonista è un bianco etero ed il personaggio negativo è proprio una donna). Gran film dalle remiscenze ferreriane, il plot è proprio da cinema anni 70 del sommo maestro de La donna scimmia. Da vedere ve lo consiglio.
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