Però quando si giudica un film di Tarantino cerchiamo di trattarlo come un Autore, perché lo è, e non come un mestierante... non si può fare come i critici di una volta dei quotidiani, che chiudevano le recensioni dicendo "buona la fotografia, discreta la sceneggiatura, ricche scenografie e belle le musiche" e così via... il film va preso interamente nella sua filmicità, che, vivaddio, con Tarantino, e purtroppo con pochi altri oggi, è alquanto "disumana" e smisurata... Non stiamo parlando di Ricky Tognazzi ma di uno che ha, nel bene e nel male, una visione potente, di cui ogni film, più o meno riuscito, porta sempre il segno.
Il mancato rispetto delle regole ritmiche/narrative/recitative/tematiche dell'onesto artigianato è in questo caso voluto, come in qualsiasi altro esempio di cinema d'autore... Anche se apparentemente le strutture narrative, negli ultimi film, sono diventate più convenzionali, è chiaro che il nostro si muove ormai assolutamente senza rete nella costruzione di un universo filmico del tutto idiosincratico e slegato da ogni necessità di verosimiglianza.