Non vorrei ripetere le solite cose del si stava meglio quando si stava peggio Calvin,
però negli ultimi anni vedo che anche i grandi del circuito americano non riescono a dissociarsi da un certo tipo di cinema artificiale,
sono costretti a fare film costantemente sopra le righe, nella postproduzione, nella recitazione, nelle tematiche.
Prendi Scorsese ad esempio, e la differenza tra che ne so, Casinò, anno 1995, e Te woolf of wall strett (che per me è nu cazz e film, sia chiaro, avrei potuto citare quella cacata di Gangs of new York), per capire la differenza di cui parlo.
E' vero, è cambiato il mondo e il cinema rispecchia l'attuale epoca degli eccessi, ma a me questa deriva disumana delle facce campionate al computer, di questa gente che allucca e di questi grandi eroismi contrapposti a contraltari forzatamente abietti dal punto di vista morale, fa veramente cacare.
A certi livelli è finito il cinema dell'uomo comune.
E ripeto, l'uomo comune stava anche nelle grandi produzioni, perché Taxi Driver, Mean Streets, After hours, Toro Scatenato ecc. erano storie di uomini di mezzo alla strada, per restare in tema Scorsese. Non esistevano gli Shutter Island a farci le seghe a quattro mani sulla psicanalisi da grande schermo.