La sopravvivenza non basta
Stavolta il significato della parola "attaccante" si è capito perfettamente, meglio di qualunque altra descrizione teorica. Vedere Gilardino mettere ko gli azzurri lascia un senso di rabbia che subito si dissolve nella consapevolezza che se il cinico bomber non ce l'hai c'è poco da fare, toccherà farsene una ragione da qui alla fine. Ma il fegato si contorce ancora se a questa grande mancanza ci si mettono evidenti errori tattici, mancate esclusioni eccellenti ed un modulo ormai superato e metabolizzato dagli avversari. Ma se sulle disquisizioni tecniche si può sperare di trovare in Mazzarri un interlocutore aperto al confronto e pronto a vendere cara la pelle, stessa cosa non si può dire delle ombre che si allungano sulle dichiarazioni - ormai diventate un refrain senza possibilità di contraddittorio - della proprietà . "Non andare in Europa League non sarebbe un fallimento. Ci ho sperato ammirando i risultati della gestione Mazzarri, ma non sarebbe un dramma non qualificarci": ma la vecchia coppa Uefa non era stata definita come obiettivo minimo stagionale? Se per la Champions, infatti, tutti hanno ormai compreso la sottile indisponibilità da parte della società ad effettuare investimenti all'altezza della competizione, la proprietà sembra invece voler rinunciare anche al minimo sindacale. Una marcia indietro che non sorprende più di tanto gli umori di una piazza che quasi sempre riesce a sentire in anticipo l'aria che tira. Sensazioni che si riflettono immediatamente nell'incasso ai botteghini, argomento che sembra inquietare non poco il presidente: "Napoli-Fiorentina era una partita di grande fascino, come mai lo stadio non era pieno? I tifosi dovrebbero essere sempre vicini alla squadra". Chi conosce l'ambiente napoletano sa bene che da queste parti la competenza calcistica va in realtà oltre le apparenze ed i facili entusiasmi. Una competenza tale da riuscire a capire i veri valori di una squadra che in genere finiscono per essere lo specchio delle volontà e delle possibilità economiche societarie. E' evidente ormai che il business plan dell'azienda-Napoli non prevede spese extra-bilancio, sforamento del tetto ingaggi e stipendi, superamento degli attuali limiti nella gestione dei diritti di immagine dei top player. Elementi, questi, indispensabili per essere davvero competitivi e creare il conseguente effetto "tutto esaurito" sugli spalti. Piaccia o no, per soddisfare questa piazza - e trarne da essa il massimo profitto - non basta garantirne la mediocre sopravvivenza. Non bastano i progetti a lungo termine da attuare in un ipotetico sistema calcio che non esiste ancora. Non bastano i cambi di allenatore e le motivazioni a colmare le lacune tecniche. E forse non basta nemmeno De Laurentiis.
TUTTONAPOLI.
CON : IN PIENO.