L'Europa è una piccola penisola attaccata all'Asia in crisi economica e demografica, cosa che la rende un attore geopolitico assolutamente marginale in balia degli interessi statunitensi. Ci avviciniamo alla fine dell'impero e le fasi precedenti al suo crollo saranno quelle più dolorose per le sue province.
Qui però si passa alla centralità della zona EU, e su un aspetto Gesu Crist nun ha detto proprio una strunzat, la Russia non è questa grandissima forza economica, il leone in oriente è unicamente la Cina. La stessa zona EU non credo possa essere identificata come una piccola realtà tra due enormi blocchi geopolitici come poteva esserlo prima al contrario. Uno stato singolo europeo si, ma un intero blocco di stati no, soprattutto se in questo blocco ci sono anche paesi che, con tutta la crisi di economia, hanno tuttavia un PIL elevato, e nei prossimi anni la posizione dell'EU sarà ancor più centrale (ammesso che riesca a sopravvivere ovviamente).
La verità è che ad altri stati, smantellare l'unione europea può fars solo piacere, in quanto in questa maniera ogni singolo stato sarebbe molto più semplice soggiogarlo, a livello economico e politico, cosa che adesso invece risulta più complessa.
E qui si arriva agli ammmerigani che negli ultimi anni, specialmente con l'amministrazione TRUMP (per molti malignamente voluta da Putin) ha comunque perso molto mordente in Europa. L'amministraizione democratica di Biden si offre quindi come possibile risolutrice dei problemi con la zona UE che sta progressivamente creando una spaccatura nella NATO, iniziando però con il piede sbagliato. Dopo l'incidente diplomatico sulla rifornitura dei sottomarini ai danni della Francia (e anche nostri visto che molte componenti di quei sottomarini sono prodotti in altri stati europei tra cui l'Italia), si è rilanciato più frequentemente un idea di esercito UE e quindi di un progressivo distacco dalla NATO, che apporta solo costi al momento.