E' vero il Napoli fa parte del contesto attuale, concordo pure sul particolare momento relativamente alla citata crisi sistemica,ma è altrettanto vero che il Napoli proprio in virtù del fallimento che in qualche modo ha permesso di azzerare le esposizioni debitorie- De Laurentiis, ha potuto grazie agli enormi introiti che hanno da subito rappresentato un gettito economico enorme rispetto alla serie nella quale si è ritrovata, nell'immediato ed in forma automatica registrare una crescita finanziaria assolutamente fuori dal comune e largamente prevista aggiungo- Questo è un dato essenziale che va tenuto nella dovuta considerazione, anche se il contesto è comune, le possibilità finanziarie della nostra società per i motivi di cui sopra è da considerare certamente privilegiatia, e questo soprattutto rispetto a chi eredita dissesti finanziari consolidati da tempo. Magari non si può ridurre il tutto al momento propizio- Ma ammettere che esso abbia favorito non poco il gestore, che non sembra abbia cavalcato come si poteva l'onda mi sembra altrettanto onesto.
Dimentichi il fattore politico. Ho già ricordato in altri post quanto in italia sia difficile per chi non fa parte del lotto delle strisciate storiche poter avere continuità di vittorie in campionato.
Il Napoli, la Roma, la Lazio, la Fiorentina, il Parma stesso appena sono arrivate a poter competere alla pari con le strisciate sono state rimandate nel fango in modo più o meno diversi. Non è un caso se le tre big del nord hanno vinto il quintuplo di scudetti di quelli vinti dalle altre squadre di Serie A messe insieme. Quindi, oltre a calare il Napoli nel sistema socio-economico attuale, lo dobbiamo anche giudicare nell'ambito del sottosistema politico pallonaro dell'Italia.
La storia lo racconta, appena Napoli, Parma, Roma, Lazio e Fiorentina hanno provato a toccare il cielo sono state costrette a ridimensionarsi quasi irrimediabilmente.
Non dimentichiamo quanto abbia contato la federcalcio con Carraro in primis nel fallimento di tante società scomode. Non dimentichiamo gli accordi televisivi tra le strisciate, le alleanze in fase di mercato, il feudalesimo imposto a società di medio basso livello(Genoa, Reggina, Atalanta, Siena,Bari, Lecce) per avere priorità sui migliori talenti depredati a prezzi iniqui. Non dimentichiamo che i più importanti quotidiani sportivi(ad esclusione del Corriere dello sport) e non hanno sede al nord, così come gran parte dell'emittenza radio televisiva. Non dimentichiamo come oggi in questi anni parte la pressione mediatica appena scattano voci di mercato che interessano direttamente o indirettamente il Napoli, sia in uscita che in entrata.
Non voglio difendere Del Laurentiis, non lo stimo e non mi sta simpatico, ma ci sono dei dati oggettivi da considerare quando si giudica questo Napoli.
Da quel che ho capito hai qualche anno in più, io ero ragazzino all'epoca del Napoli d'oro, ma ricordo tutto.
Quel Napoli divenne grande non solo che per l'arrivo di Maradona ma perchè gran parte della dirigenza DC napoletana e campana in genere spinse molto per rendere la SSC Napoli competitiva. La politica decise che Ferlaino andava aiutato e lo strumento doveva essere il Banco Di Napoli. Così fu. Arrivarono i soldi, i grandi manager(Allodi, Moggi, il giovane Marino). Quando poi tangentopoli cominciò a decapitare la nomenklatura della DC campania, il sogno svanì. Quel Napoli non finì perchè Maradona andò via, ma perchè vennero meno sponde politiche ed economiche. Tanto è vero che dopo l'addio del Pibe, dal quale il Napoli non ricavò denari, Ferlaino potè fare altre due campagne acquisti importanti, trattenendo i big(Ferrara, Alemao,careca, Francini, Zola,Corradini, Crippa),prendendo Fonseca, Blanc,Padovano,Thern, G.Galli, Policano,Nela e diversi giovani di talento oltre ad ingaggiare il tecnico giovane più richiesto sul mercato Claudio Ranieri.
Poi la festa finì...
Non sto qui a raccontare quanto la politica abbia inciso nelle vittorie delle romane...