Gianluca, io non credo che sia così.
Nel senso che sicuramente la componente ipercritica fa parte del tifoso in sè (non solo a Napoli), ma i "DeLa pappone" si sprecano almeno dal - boh, 2009? - e, anzi, De Laurentiis stesso ha vissuto contestazioni anche peggiori. Eppure il pubblico raramente è mancato. Abbiamo sempre ondeggiato attorno ai 40.000 spettatori medi in campionato - che per l'italia di oggi è un piccolo miracolo - con la punta dei 45.000 del 2011 (record dal '93 ad oggi, quando il calcio era un'altra cosa).
E se è vero che i problemi relativi al calcio dal vivo in Italia sono molteplici (prezzi alti ovunque, stadi inadeguati quasi ovunque, tv che fagocita tutto ecc.), a Napoli c'è una cultura dello stadio che ha pochi eguali nel paese. Banalmente, la gente non si priva di quello che per lei è un piacere, solo perchè critica delaurentiis, o un allenatore o la squadra. Leggo da tuttonapoli che, per Napoli-Benfica, si va verso il tutto esaurito in tutti i settori...tranne le curve. Qualcosa tocca.
Nello specifico, io i 25 € che erano il costo della curva per Napoli-Bologna li ho pagati anni fa (quando avevo la possibilità di andarci, allo stadio) per Napoli-Benfica di uefa, Napoli-Liverpool e Napoli-Bayern. Quest'ultima facendo QUATTRO ORE di fila fuori ai botteghini. Quei 25 € erano il prezzo "limite", quello che la gente identificava come quota massima dei settori popolari per le partite di grande richiamo. In tanti anni, De Laurentiis questo limite non ha mai voluto superarlo, anche quando era chiaro che avrebbe potuto farlo tranquillamente senza rimetterci e anzi risolvendo anche i problemi della super richiesta (banalmente, se metteva 40 € per Napoli-Bayern io non facevo quattro ore di fila ma forse una e lui lo stadio lo riempiva lo stesso guadagnandoci di più).
Ora lui ha deciso l'aumento indiscriminato, per il solo settore più popolare, del 50-60% del prezzo medio dei biglietti rispetto a quelli praticati fino a qualche tempo fa. Cosa è cambiato? Il problema è che purtroppo non è cambiata la sua percezione del mercato del ticketing, o almeno non credo. Non ritengo che il suo obiettivo sia semplicemente guadagnare di più - anche perchè è ovvio che non lo fa, se anche vogliamo ritenere grandemente rilevanti i ricavi dei biglietti che incidono sul fatturato totale grossomodo per un 15% al massimo negli anni con la champions. Questo lo criticherei, ma lo riterrei comunque comprensibile.
Il problema è che lui fa tutto questo per altri scopi, che siano essi pressioni politiche sul sindaco o la giunta, ripicche nei confronti del tifo organizzato, strane strategie di selezione sociale allo stadio, boh.
Ed è un danno per tanti. Per la squadra, per chi allo stadio vorrebbe andarci ma è costretto a contarsi i soldi in tasca, per quelli che hanno bisogno dell'approccio col calcio dal vivo per alimentare la propria passione.
Perchè quello che credo lui (ed altri come lui nelle stanze dei bottoni del calcio italiano) non abbia capito nei suoi deliri sugli stadi-bomboniera è che se il calcio si riduce all'asettico divano e al sottofondo di Caressa che dice Nagatomò, la passione muore.