Voglio fare un discorso serio e ampio sull'attuale situazione, che poi sia condiviso o meno mi importa poco, ma voglio comunque farne partecipi gli utenti.
In questi anni De Laurentiis non ha investito molto, ha reinvestito solo parte di ciò che ha incassato e ha ampiamente recuperato pure la cifra che si fece prestare dalla banca per acquistare il Napoli con il premio al CDA. Non ci sono veri buchi da coprire, perchè sono otto anni che siamo in attivo e gli ammortamenti sono sempre stati, ormai da anni, ad aliquote decrescenti, quindi la supposta perdita viene ammortizzata facilmente dalle plusvalenze delle cessioni, oggi Higuain venduto a 50 milioni ti frutta 38 milioni di plusvalenza.
Quello che voglio puntualizzare e che mi ha spaventato più di Sarri come guida tecnica (anzi non mi ha spaventato per niente a dirla tutta, stimo il tecnico toscano) è l'approssimazione della società in questi anni che si è enucleata nel contattare prima il tecnico, passando da nomi di un certo tipo ad altri completamente agli antipodi, e poi il DS, quest'ultimo figura emergente ma forse non ancora pronto per certi palcoscenici. In realtà è proprio la società il problema.
Il Napoli ha avuto una crescita costante, ma la cui accelerata io vedo nei primi anni e nel mercato di Marino nel passaggio da B alla A. Lì davvero si spese molto per giocatori che erano, per quei tempi, estremamente fuori dai parametri societari. E tuttavia fu proprio quello a portare il Napoli a consolidarsi come realtà, con l'ultimo Marino più la fortunosa coincidenza Cavani.
Purtroppo su quel vantaggio non si è voluto capitalizzare. Invece di pagare milioni di euro in tasse si potevano investire soldi in strutture e giovanili, invece dei soldi persi nel CDA potevano pagare un organigramma qualificato di competenze vere, come le società moderne europee (Juventus docet).
Avremmo potuto preparare quindi la società ad un passaggio meno traumatico verso obiettivi e personalità in campo tecnico di rilievo, ad un Benitez o chi per lui, avresti regalato una struttura solida, capace di sostenere l'urto dei momenti difficili, dei giovani di livello da lanciare invece di figli della guerra e un estemporaneo Insigne, frutto più di fortuna che programmazione (e dell'unico che ne capiva in società di giovani del territorio).
Avrei ceduto di buon grado Cavani e Lavezzi se parte del ricavato si fosse tradotto nei suddetti investimenti. Forse avremmo una Coppa Italia di meno, ma una base più solida per poter migliorarci nel tempo.
Se ora dobbiamo ripartire, bisogna dar fiducia a Sarri, avrei preferito un contratto lungo, che non mettesse ansia al tecnico, già poco avvezzo a certi obiettivi. Ci ho pensato e mi sono convinto che forse è il caso di farli questi investimenti ORA, anche a costo di sacrifici importanti dal punto di vista tecnico. Anche per lo stadio, si rigetti ogni semplice modifica o miglioramento del San Paolo che rimanderà solo il problema, anche ci volessero più anni e si dovesse giocare come a Udine, costruendolo a settori o farne uno ex novo mentre si continua ad usare il vecchio. Mi auspico anche un organigramma più corposo, per avere una società abbastanza forte da affrontare le crisi, cosa che il solo Giuntoli non può garantire né l'ha mai garantita il presidente, che anzi si eclissa spesso e volentieri.
Ecco, mi auguro questo, sarà anche il classico appello al buon senso caduto nel vuoto della solita retorica del presidente, ma io credo che se non seguiremo questa strada, prima o poi, ne pagheremo lo scotto.