Woyzeck è un soldato tedesco che presta servizio in una guarnigione situata in un piccolo centro. La sua vita è appesantita, oltre che dal dovere, dalle angherie del suo capitano e dagli esperimenti cui lo sottopone l'ufficiale medico. La tragedia esplode quando a Woyzeck vien detto che la sua donna lo tradisce. La reazione del disperato soldato sarà tremenda...Herzog porta e compimento Woyzeck appena terminate le riprese di Nosferatu, in quattordici giorni e in una location quiete, a sud della Cecoslovacchia. Il cordone ombelicale tra le due opere è la figura del reietto, ripresa altrove in Anche i nani hanno cominciato da piccoli e Kaspar Hauser.
Woyzeck è un abietto, calpestato da una morale inarrivabile (poiché riservata soltanto agli uomini virtuosi secondo i codici sociali e religiosi) e da una scienza ostile, che pretende di comprendere l'uomo al netto degli impulsi naturali. Woyzeck è usato come cavia in scena e vivisezionato da Herzog, che monta un film tagliato in venti scene da quattro minuti ciascuna. La recitazione è un omaggio espressionista ai grandi maestri tedeschi, fedele al testo teatrale di Buchner rinvenuto postumo e frammentario nel 1879.
Dal lato prettamente tecnico colpisce la cura delle luci nelle inquadrature degli interni, forse di ispirazione fiamminga, e la scansione temporale nella scena dell'accoltellamento e in quella finale, assai riuscite. E' ben resa anche la contrapposizione tra la placida cittadina e il turbamento interiore del protagonista.
Riprendendo chell che diceva ziumberto di là, qui la natura è incontrollata ma non ostile. Anzi, il reietto sociale ritrova ispirazione negli impulsi vitali e nel rapporto viscerale con il cuore della terra e i suoi segnali. Un atteggiamento riverenziale e una relazione che è un turbine passionale e tragico.
Film gruosso sull'alienazione dell'uomo moderno. Chi conosce Fassbinder noterà una certa verosimiglianza tra il Franz di quest'opera e il Biberkopf di Berlin Alexanderplatz.
****