Vincè mi sa che hai interpretato male ciò che abbiamo detto precedentemente. Qui ringraziann o patatern nessuno ha fatto discorsi razzisti, per la serie "nero allontanati da me, con quel bastone che ti trovi

" o "mi rubi il lavoro".
Si parla di regolarizzare, il che socialmente è solo un bene. Umanamente pure.
Oltre ad offrire maggiore dignità a questi poveri maronni che vengono qui perchè nei loro paesi stanno chiù nguaiat di quanto stanno qui (e quindi non voglio neanche immaginarlo), proietti la tua città verso maggiore civiltà, giustizia sociale (garantisci cure mediche, assistenza e altri servizi che comunque vengono forniti ai cittadini) e sicurezza.
Qui solo Napolitano ha avuto il coraggio di dire "i figli degli immigrati nati in Italia sono Italiani". Però a quanto pare è un pochino dura metterlo in pratica, soprattutto perchè si guarda il musulmano, il nero e l'asiatico ancora come schiavi e non come cittadini. Siamo ancora molto ignoranti.

A volte pare che siamo fermi all'Impero Romano, dove il massimo status di libertà che potevi avere era quello di diventare un liberto di qualche cittadino romano mediamente ricco.
Questo comunque avviene naturalmente perchè le istituzioni sono le prime a fregarsene. Non è un caso che pochi giorni fa la Germania ancora una volta c'abbia bacchettati con quel documentario spuntato fuori proprio in questo periodo di cazzo.
Se chiamate nullafacenti ai semafori i ragazzi di colore non capite un cazzo di nulla. Quelle povere anime si fanno il culo 365 giorni all'anno e lavorano 12 ore al giorno con qualsiasi condizione metereologica, per me sono da apprezzare da qui all'eternità e li reputo 20 volte più onesti e meritevoli di un cristo che si alza ogni mattina e va a lavorare.
Per gli zingari è una questione diversa, il loro stile di vita è una vera e propria filosofia, ricordo quest'anno quando presi il treno per andare ad Ascea c'erano milioni di zingari a bordo. Chi senza biglietto, chi col biglietto e un solo controllore che li faceva scendere. Allora questi che facevano scendevano da un lato e salivano dall'altro, ripetendo la gag ad ogni santa fermata, poi ad un certo punto il controllore si fermò (dopo la decima tarantella e chiamata alla polfer) e disse ad uno degli zingari che aveva il biglietto ed era lì con la propria famiglia "ma perché queste cose non le fate al vostro paese, invece di venire a romperci a noi?" e quello rispose sorridendo "ma quale paese, il mio paese è Dio".
E' stata una delle più belle risposte che abbia mai ascoltato in vita mia, penso che quella frase riassuma perfettamente la filosofia di uno zingaro (che altro non è uno stile di vita che raggruppa diverse etnie e quindi non un'etnia vera e propria), ossia una persona che vive nell'anarchia andando in culo a questa società. Ma voi ci pensare ad avere tutto senza versare un centesimo di tasse e senza sottostare agli standard del consumismo? Questa è libertà.
Bello, sì. Però vorrei sapere prima come guadagnano i soldi. Dopo di che vorrei capire con quale diritto lui, poichè vive nel paese di Dio, possa non pagare il biglietto mentre io, che vivo solo in Italia ahimè, se non lo pago mi becco 35 euro di multa. Al che mi girano leggermente i coglioni, soprattutto perchè se poi non pago mi arriva una multa a casa da 70, che si moltiplica a livello esponenziale laddove decidessi di non pagarla più, fino a che non mi vengono a togliere le scarpe dai piedi. Allo stesso tempo il povero maronno di controllore vorrei capire come farebbe a sfamare i suoi 2 figli se in nome di Dio non pagassi il biglietto. E allo stesso tempo mi chiedo come farebbe il treno a funzionare se la corrente non venisse fornita da nessuno, visto che non c'è nessuno a lavorare stabilmente nella centrale.

Lo stile di vita degli zingari è un conto, quello di fottere il prossimo "perchè è un coglione che non ha capito nu cazz della vita" ne è un altro e onestamente non c'è bisogno che venga tu dalla Romania o dalla Polonia o da qualunque altro posto al mondo per insegnarmelo.
