quoto alcune delle considerazioni di Bibbo, soprattutto quando parla del fatto che essere atei in certi ambienti fa molto figo, meglio ancora se di sinistra. In quegli ambienti io mi sono formato e so bene di cosa parlo ; raramente mi capita di conversare con chi si dichiara ateo senza avvertire una certa spocchia, perche' e' innegabile che in alcuni salotti affermarsi come ateo dà un certo fascino e appeal.
Dal mio punto di vista sbandierare la propria fede o la mancanza di essa e' qualcosa che ha poco a che fare con la religione in se'. Il credere in una qualsiasi confessione o non farlo e' assolutamente personale ed appartiene al privato di ciascuno di noi, a mio avviso.
C' e' anche da dire che l'opera clericale moderna ha molto contribuito alla secolarizzazione in Italia e soprattutto nelle fasce piu' giovani, ma io tendo a considerare la religione ( badate bene, non il cattolicesimo) come parte dello scibile umano da riflettere e ponderare ben oltre il comportamento piu' o meno condivisibile di un prete, di un imam o piuttosto di un rabino.
Quando sento parlare di religione in Italia avverto sempre una forte partiggianeria da una parte e dall'altra ed e' per questo che cerco di mantenermi distante dall'argomento che meriterebbe ben altra semplicistica considerazione.