Anche io non capisco dove vuoi arrivare
Siamo come due amanti in un film di Michelangelo Antonioni, io Ferzetti e tu la Vitti. 
E' che per me la distinzione hardcore/casual non e' significante. Hardcore poi e' un termine davvero terrificante, oltre che vago.
A margine, tutte le console che hanno venduto di piu' sono state definite casual. Almeno nelle ultime tre generazioni. Anche perche' ci finiscono sopra piu' titoli e tra questi piu' titoli brutti e tra questi piu' titoli scemi. E' normale, dispongono di solito di una grossa base.
Pero' come su Psone esistevano giochi buoni (piu' che su Sat e N64), cosi' su Ps2 (e anche qui piu' che su Dc, Gc, xbox) e cosi' su Wii (anche se non piu' che su Ps360, che pero' sfruttano i multipiattaforma). E non sono solo i due Zelda e Xenoblade.
Ma io non sto dicendo che non ci siano titoli first party ottimi su Wii. Zelda, Xenoblade ed altra roba sta lì eh, non c'è bisogno di mistificare niente.

Io dico che, semplicemente, Wii deve il suo successo planetario al fatto che ci girino su le cazzatelle casual e i giochini per far correre i cavalli.
La domanda è: "Wii avrebbe venduto 100 milioni di unità se non ci fossero stati questi giochi?"
La risposta per me è facile, no.
Nintendo, per sua ammissione eh, si è rivolta ad un'altra fetta di mercato e prima di tutti l'ha conquistata...costringendo i competitors ad inseguire con Move e Kinect, che sono tentativi di sfondare nella fetta che ha reso forte Wii.
Questo si diceva nel mio post che ha dato origine alla discussione tutta, non mi pare un'eresia...quel target era confermato da grande N.
E per me la distinzione casual/hardcore è forte ed esiste, soprattutto dopo la nascita dei giochini per telefono; così come esiste la definizione di cinema impegnato e di stronzate per tutti. Casual è immediato, semplice, non immersivo, adatto a qualsiasi utente e che dissacra la parte artistica del videogioco.
Oggi giochi "classici", "hardcore" come dici tu ci sono, ma se il numero rimane lo stesso è, complessivamente, sempre più forte il declino qualitativo e la necessità di renderli fruibili a tutti, sulla scia del vaso di pandora che Wii ed i giochi per telefono hanno scoperchiato, interpretando una necessità del mercato.
E, per me, questo è un male e basta.