Io da quando sto qua mi sono impressionato della superficialità dei rapporti interpersonali, a partire da quelli familiari.
Poi onestamente, credo che gran parte della parvenza da tempio della civiltà e dell'ecologia derivi dalla densità di popolazione, che è risibile rispetto alle nostre zone.
Un' altra cosa che balza subito all'occhio è la forma fisica. Giù siamo tutti chiattoni di merda. 
Beh, io credo che questo sia parzialmente vero, e derivi per lo più dalla ricchezza dei luoghi. Napoli è eterogenea e ci sono i ricchi quanto i poveri. I poveri, il popolo, ha un patrimonio passato diverso, fatto di stenti, per cui nella nostra cultura c'è l'ingozzarsi oggi perché domani chissà se mangio. Anche se ora non è più vero, rimane questa abitudine. Dove invece i soldi sono maggiori, dimostri il tuo status con la tua forma fisica, quasi a dire che puoi permetterti di mantenere la linea sia in termini di tempo che di soldi. Ovviamente sono visioni esagerate delle due parti, ma io credo che da questi casi limiti tenda poi la distinzione esistente. Anche perché la cucina nostrana non è poi così più grassa di quella toscana, abbiamo solo una gamma molto ma molto più ampia. E io credo che la povertà materiale sia anche ciò che ci arricchisce moralmente, perché non siamo arroganti, sappiamo di navigare in un mare di merda e per questo a chi ci sta affogando tendiamo la mano. Chi invece si sente ai piani alti, della merda non vuole neanche sentirne l'odore, e non esita a ricacciarti a calci in quello schifo, non appena tu ti avvicini. La scarsità di beni materiali superflui aiuta a focalizzarsi meglio su ciò che davvero conta.
Fermo restando che anche tra i napoletani vi è un numero esorbitante di teste di cazzo, che come ho già avuto modo di sottolineare, è una categoria che trascende qualsiasi categoria.