Nessuno in Italia (e nemmeno in Europa) è in grado di costruirsi uno stadio da solo a meno che non tenga una multinazionale alle spalle interna alla società e/o con quote rilevanti (vedi il Bayern Monaco e l'Adidas) o esterna a questa. Ergo ci vuole per forza di cose un intervento esterno per aiutare, chiamatelo sponsor o privato investitore, ma chest'è. Non è vero poi che è più semplice trovare acquirenti per una società senza infrastrutture, perché chi decide di investire soldi pesanti, pretende di avere un tornaconto economico più alto possibile e la mancanza di infrastrutture può segnare un disinteresse nell'eventuale acquirente, come ha ben spiegato tempo fa Marco Bellinazzo del Sole 24 Ore. Ha più capacità attrattiva una società con strutture di proprietà che non una senza, soprattutto se parliamo di grandi metropoli e di grandi squadre di calcio. Infine l'ente in questione, il Comune, se ne può fottere quanto gli pare della legge in questione, perché rimane il proprietario della struttura fino a prova contraria e non mi pare proprio che questa Amministrazione abbia palesato la volontà di cedere nel breve o lungo termine, quando e se la legge lo consentirà, lo stadio S. Paolo, anzi dalle parole dei diretti interessati questa possibilità viene scartata, perché logicamente il Comune vuole guadagnarci una percentuale derivante non solo dalla convenzione e dall'eventuale affitto del suolo per 99 anni o meno, ma pure, temo, dalle attività interne allo stadio come già fa del resto oggi su percentuali riguardanti la pubblicità e su quella relativa ai biglietti.