il discorso sul grande fratello è più articolato secondo me. Sono d'accordo con wendell quando dice che ci si nasconde dietro la parvenza di un esperimento sociale, e solo l'originalità  di questa idea ha contribuito in gran parte al successo della stessa. Però il punto è che il format reality è nato da un esigenza dell'ascoltatore, da indagini di mercato ecc...ecc... Non a caso, come in molti altri campi, ci rendiamo conto della validità  del prodotto più all'estero che in italia. Il grande fratello è stato il primo, pioniere del genere, che a parere mio non ha necessità  di essere esteso (tradotto, è l'unico reality che ha senso di esistere) 
Proprio per questo è l'unico valido. Da qui in poi tutta la responsabilità  del progetto è affidata agli autori...Sono loro che manovrano da dietro il teatrino e hanno su di loro la spada di damocle degli ascolti. Per questo, per esperienza, gli autori hanno man mano deciso di prendere concorrenti sempre più...particolari, diciamo, e senz'altro poco evoluti. L'uomo medio, l'esempio tipico dello spaccato della realtà  circostante, alla lunga risultava noioso, e gli ascolti ne risentivano. Così gli autori hanno iniziato a scegliere personaggi più appariscenti e meno evoluti...Più facili da manovrare e con reazioni più evidenti. Ma in ogni caso l'esperimento rimane: un gruppo di persone costrette a convivere per tot mesi, con le telecamere puntate. E' vero che non ci si può affidare sulla quantità  di share per misurare la qualità  di uno show, però è anche vero che bisogna saperlo guardare col giusto distacco e con meno "pretese", se vogliamo. Il target è basso, molto basso, quindi non è che ci si aspetti qualità . Non sottovalutiamo il potere del trash, insomma!  
