Il bolognese che va a vedersi la sua Inter a Milano è meno giustificabile del cercolano che va a vedersi la Juve a Torino. Bologna è una città che ha tutto, la storia del Bologna è una storia enorme, piazza costantemente presente in A negli ultimi anni tranne qualche breve intervallo, e sopratutto città che a livello di storia, stili di vita e "spirito" non tiene proprio un cazzo a che vedere con Milano.
Per il resto sono largamente d'accordo col Maestro Giggino, dato che il "casertano" (inteso come abitante del casertano) è per definizione "gente che non campa, pensa solo alla casa e alle machine, si alza i palazzi e poi li rimane ai figli", definizione gentilmente concessami da un'amica nata, cresciuta ed ancora impiantata nel casertano. Questo per dire che quelle zone sono senza dubbio la culla del provincialismo e di certo non per questioni economiche, anzi, ma proprio perché si parla di provincia della metropoli più antica d'Italia, invidia, complessi d'inferiorità e chiusura mentale che si contrappongono ad uno stile di vita più libero e ricercato.
E c'è da dire che proprio il concetto del "cafone", lapidariamente esposto nei post da KO tecnico del buon Giggino, non è esclusiva territoriale. A Montesanto, sui Quartieri, a Forcella puoi trovare gli stessi indici di lombrosismo che trovi nel casertano, e parliamo dei cuori pulsanti di Napoli. Il cafone (provinciale in Italiano) lo trovi dappertutto, vedi a New York come trattano quelli del New Jersey che sta a 20km dalla grande mela, e di certo non parliamo di zone povere.
Detto ciò non so se Alfredo vive ancora a Santa Maria, così fosse, pur non conoscendo la sua situazione, lo troverei oltremodo strano. Quel che traspare dai suoi post è un carattere assai critico, intollerante, per molti versi molto vicino al mio, carattere che mi ha reso insofferente nei confronti di Napoli figuriamoci di determinate zone.