Questo è tifo Alfredo, non professionismo.
Sul discorso razionalità o no nel calcio, queste sono due cose differenti. Perchè io analizzo la (non) scelta, contigente e attuale, tu analizzi il periodo che è stato qui. Io non vedo dalla vostra parte la possibilità di comunicare.
In effetti è inutile, però intanto pagine e pagine di offese e neanche c'è stato l'annuncio. Si vede che è stato un buon sfogatoio per molti di voi.
Non è vero.
Il "professionismo" è solo una scusa dei poveri per poter giustificare tutto.
Sarri non è stato per Napoli un professionista normale come Mazzarri o Benitez e la Juventus non è per il Napoli una squadra qualsiasi.
Ha indossato di sua volontà i panni del tifoso del Napoli, dell'uomo del popolo, di colui che doveva abbattere il sistema rappresentato proprio dalla Juventus e la sua storia di uno che viene dal nulla si sposava benissimo con la nostra storia: di ex capitale sedotta e abbandonata, povera, derelitta.
Se non fissiamo questo concetto, non andiamo avanti.
C'è un limite tra professionismo ed essere dei mercenari. Il professionista è colui che presta le sue qualità in maniera asettica, distaccata, al massimo delle sue possibilità e per tornaconto professionale.
Ma incarna anche una serie di valori che lo rendono tale: l'affidabilità, la serietà, l'integrità. Non solo verso il suo datore di lavoro attuale o futuro, ma anche verso quello passato. E ciò comporta l'obbligo, etico e morale, di non andare da chi ti ha rubato uno scudetto.
Quindi assolutamente no, Sarri non è una persona professionale ma solo uno schifoso paraculo manovratore e figlio dell'individualismo più sfrenato, incapace di limitare quest'ultimo quando vede la possibilità di poter diventare ciò che lui stesso aveva osteggiato e combattuto.
È una merda.
Concludo dicendo che il calcio vive sul tifo.
In un rapporto di lavoro subordinato non esiste una componente emotiva, è un semplice do ut des. Il pallone è un'altra cosa. Ha delle sue regole non scritte, che segnano il confine tra ciò che è giustificabile e ciò che non lo è.
E la gente come Sarri, a cui non si chiedeva di non allenare più in Italia ma, in coerenza con la sua storia e le sue dichiarazioni, di non prendere in considerazione la Juve, lo sta distruggendo.
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