
Ecco che Von Trier torna all'attacco, stavolta fin dal titolo vuole darci l'ennesima lezioncina morale, peccato però che da regista cialtrone ed incapace di raccontare una storia, debba cadere nei soliti sotterfuggi ed espedienti assolutamente gratuiti e fini a se stessi. Solito cinema privo di contenuti, tutto forma e niente sostanza, basato esclusivamente sul voyerismo, sullo shock verso lo spettatore, sul velleitarismo pseudo-intellettualoide, un cinema fatto per pochi o meglio per nessuno, di cui non si sente il bisogno, un cinema che vorrebbe essere "alto e massimalista" ma diventa soltanto porno autorizzato, comicamente involontario ed irritante ed inutile, dove non riesce neanche ad essere originale, visto che talune cose ci fanno rimpiangere la rozzeria più tollerante e simpatica di un Tinto Brass o un Joe D'Amato.
Di questa pellicola si salva solo la Gainsbourg, che s'impegna, si dimena, come al solito nel cinema penoso di Von Trier, il tutto è lasciato sulle spalle gravose degli attori e lei cerca vanamente di salvare la barracca, mentre Dafoe spaesato (giustamente) capisce di trovarsi in una via senza uscita.
Von Trier sei penoso, trovati un mestiere ma lasciaci in pace.