le attenuanti, per Benitez e compagni, ci sono: nuovi meccanismi tattici da rodare, uomini chiave infortunati, qualche match con episodi poco favorevoli e soprattutto una rosa incompleta nel reparto arretrato. Se in avanti i partenopei so Se non è crisi, poco ci manca: il progetto di Rafa Benitez, partito a razzo, vive un momento complesso. Solo una vittoria nelle ultime 5 gare ufficiali e ben 15 reti subite in 7 partite sono dati che lasciano poco spazio alla fantasia. Giusto analizzare i motivi di un calo netto - dalla difesa ballerina alla mancanza di ricambi di spessore - che sta costando carissimo agli azzurri in termini di classifica e morale ma che, dati alla mano, sta anche causando un disfattismo forse eccessivo.
Leno devastanti (miglior attacco in Serie A al pari di Inter e Juve) in difesa i problemi ci sono e sono ormai noti a tutti. Con un paio di acquisti di spessore (che forse potevano essere anticipati ad agosto) la situazione potrebbe radicalmente migliorare: gennaio è ormai vicinissimo e la dirigenza sonda già il terreno per non farsi trovare impreparata.
Ciò che più fa male alla piazza partenopea è la ormai abissale distanza dalla Juventus capolista: ben 8 punti. Certo, guai a darsi per vinti a dicembre, ma la differenza di carattere e qualità tra azzurri e bianconeri (reduci da sette vittorie di fila senza subire reti) appare al momento difficile da colmare. Non bisogna, però, lasciare che la marcia di Conte e compagni cancelli quanto di buono gli azzurri abbiano già fatto: per rendersi conto della forza della Juventus, basta dare un occhio alla classifica comparata con quella della scorsa stagione. I bianconeri hanno addirittura cinque punti in più, un abisso se pensiamo al ritmo esaltante tenuto anche l’anno scorso dai campioni d’Italia. Se la Juventus fosse al livello del 2012/2013, il Napoli sarebbe distante solo tre punti, nonostante tutte le difficoltà dell’ultimo periodo, il nuovo progetto tattico agli antipodi con quanto fatto negli ultimi sette anni, ed il girone di Champions più difficile della storia.
Già, la Champions. Il Napoli martedì potrebbe vedersi eliminato a quota 12 punti, un evento mai accaduto nella storia della competizione europea. Solo questo dato rimarca l’ottimo cammino dei partenopei anche in campo continentale (basta dare uno sguardo al girone della Juve, per rendersi conto delle differenze). L’appuntamento con l’Arsenal è storico, l’impresa è complessa ma con un San Paolo pronto e carico tutto è possibile. Il feudo di Fuorigrotta, però, ieri ha ancora mostrato un limite che può essere pericoloso: il pari con l’Udinese è una delusione cocente, per carità, ed è sacrosanto protestare quando è palese che dei problemi ci siano. Ma quei fischi, così fragorosi e pungenti, forse sono stati eccessivi. La squadra – come ha ricordato Benitez in più di un’occasione – ha bisogno del suo pubblico proprio in queste situazioni, e tornare negli spogliatoi con tanta disapprovazione non avrà certo aiutato il morale dei partenopei. Il nervosismo è stato tale che nessun calciatore azzurro si è presentato in sala stampa, come ammesso dal ds Bigon. Fischiare è il modo più semplice per esprimere dissenso, ma alla vigilia di un match così importante e con un progetto ambizioso come quello di Benitez appena agli inizi, magari, si poteva pensare a rincuorare una squadra che ha bisogno del suo pubblico per rialzarsi e dargli le soddisfazioni che merita
Sacrosanta verità.....