Questa cosa la potrà dire la storia, nei prossimi anni, oggi è difficile a dirsi.
La verità è che il popolo palestinese sono 65 anni che ci prova con la no violenza, con le azioni di piazza, con il terrorismo, con la resistenza, con l'influenzare le opinioni pubbliceh e sono 65 anni che prende cazzi in faccia da tutte le parti...questo giustifica le azioni di Hamas (e con ciò non voglio esprimere in alcun modo vicinanza con Hamas).
Quando altri mezzi hanno rischiato di portare risultati (in particolar modo l'intifada di natura socialista del FNLP e la lenta tessitura diplomatica dell'ultima OLP di Arfat) gli attori in gioco sono stati malissimamente decapitati dalle azioni degli israeliani con il beneplacido esplicito del mondo occidentale...intanto c'era gente che si vedeva occupati i villagi, genete uccisa a cazzo, posti di blocco indiscriminati, distruzioni arbitrarie di piantaggioni di agrumi o di ulivi, carceri lager in cui si torturavano ragazzini etc etc etc
Le azioni di Hamas avevano come senso il portare ancora di più alla ribalta la necessità di creare uno stato palestinese ufficialmente riconosciuto e libero ed, ad oggi, non si può escludere che non si arriverà a questo risultato.
Ora tu mi dirai che il prezzo, in termini di rappresaglie e di vite di civili inermi è troppo alto, ma anche i nostri partigiani facevano azioni sapendo che avrebbero pagato un prezzo enorme non solo loro, ma i civili nelle rappesaglie nazifasciste (in un anno e mezzo di resistenza l'ANPI calcola 6.000 partigiani e 12.000 civili uccisi dai Nazifascisti) eppure noi la resistenza ce la rivendichiamo eccome.
Post condivisibile, che ricorda chi ce l'ha fatta. La storia però è stata fatta anche da popoli che volenti o nolenti sono stati sradicati dalle loro terre natie.
Posso citarti solo alcuni casi, con esodi ben più numerosi dei palestinesi vittime della Nakba del 1948 (700 mila) che hanno preferito abbandonare le loro terre pur di salvare la pelle.
Negli stessi anni della creazione dello stato di Israele, India e Pakistan furono divise un po' a caso dopo la fine dell'impero britannico e milioni di persone furono costrette a perdere tutto e lasciare le loro case per salvarsi (e molti non ce l'hanno fatta)
Se vogliamo restare in Italia, basti pensare ai 300mila profughi che durante il periodo delle foibe hanno dovuto lasciare Istria e Dalmazia.
In Europa abbiamo l'esempio dei tedeschi, che furono cacciati da quelli che erano i territori originari della Prussia (dove praticamente ormai non vive più nessun tedesco). La famosa Konisberg, patria di Kant, oggi Kaliningrad è l'esempio più eclatante.
Tutti popoli che hanno preferito salvare la pelle piuttosto che vivere in guerra, in ghetti, venire quotidianamente umiliati e calpestati (con tutte le vicende che giustamente citi) in regime di apartheid.
Con questo post non voglio non prendere parte alla causa palestinese, sia chiaro. È una sofferenza inumana di un popolo che non si merita tutto questo.
Io arrivato a un certo punto fossi nato in Palestina me ne sarei andato in un posto dove vivere serenamente io e la mia famiglia. E spero che fino a quando non si vedrà la luce in fondo al tunnel, quando gli israeliani decideranno che può bastare, i palestinesi che non hanno voglia di combattere una causa che ad oggi sembra persa trovino pace e serenità altrove.
Da 80 anni ogni volta che si cerca di fare qualcosa con azioni eclatanti Israele reagisce sempre con piu rabbia.
Tolta la prima intifada, come facevi giustamente notare tu, i palestinesi ad ogni azione contro Israele perdono territori, cittadini, e hanno sempre meno diritti.
Ora hanno portato davanti al mondo la questione palestinese...
Sull'altro piatto della bilancia ci sono
15mila vittime
15% degli edifici della striscia distrutti
Centinaia di migliaia di profughi
E stai certo che Israele ora la striscia non la lascerà più, anzi temo che ci troveremo di fronte a una nuova Cisgiordania.
Solo il tempo dirà come evolveranno le cose.
Io da neutrale che parteggia per il popolo palestinese vedo solo guerre senza senso e senza possibilità di vittoria.