Ma che sfaccimmma di vantaggio ci sarebbe in uno sterminio di Hamas.
Il problema non è certamente Hamas, ma l'immensa quantità d'odio che l'ha creata e la nutre (oltre ai servizi segreti di mezzo mondo).
O si risolve la questione Palestinese e dei vicini paesi arabi, dandogli uno stato, dandogli un poco di benessere, placando l'orrida e inutile violenza sionista, oppure ben venga Hamas.
In questa storia, come in poche altre nella storia dell'umanità, il torto è tutto da una parte e se non si risolve il torto ci sarà sempre una immane violenza da ambo le parti, con le dovute proporzoni perché quella sionista è di tutt'altra portata.
Non ho la soluzione, ci mancherebbe.
Hamas é il male, anche per molti palestinesi per bene. Lo sai che ci sono palestinesi che hanno molti soldi e vivono anche in ville molto belle? Una collega di mia moglie che ora é tornata lí ha fatto un'esperienza lavorativa di 3 anni a Bristol. Figlia di gente importante, con i soldi, una persona perbene, almeno all'apparenza.
Ho raccontato tempo fá che questa venne pure a dormire a casa nostra, una sera ci raccontó molte cose incredibili del loro stile di vita e che tutto sommato, nonostante le grosse limitazioni, vivono bene (loro peró, non quelli puzzati di fame).
Ci raccontava che Hamas é aimentata da motivazioni molto diverse da quelle che hanno portato alla sua genesi. All'inizio il popolo si é fatto prendere dal populismo e poi col tempo e diventato tutt'altro... we could relate :P
Anche in palestina molta gente con un minimo di cultura vede in Hamas il male ancora prima che in Israele.
Sull'odio ci sta poco da fare, serve tempo, secoli e piccoli cambiamenti che dovrebbero partire fin da subito.
Un altro episodio che forse ho raccontato in passato. Eravano in piazza Dam ad Amesterdam una mattina io e Valeria.
C'era uno stand di rifugiati politici palestinesi (credo), erano palestinesi comunque. Mostravano le varie bandiere ed una serie di fotografie agghiaccianti. Come da classica propaganda insomma. Siamo li a cercare di chiacchierare un poco con loro che si avvicina un gruppo di 4 ragazzi (forse 5 non ricordo piú). Ragazzini, appena maggiorenni per me al primo impatto, poi capimmo che erano un pó piú grandi.
Avevano tutti combattuto per l'esercito di israele, erano ebrei, si fermano, passano qualche minuto ad osservare lo stand, inizialmente senza dire una parola. Poi uno di loro comincia a spiegare come quelle foto fossero false, niente photoshop, parlava di prospettiva, di tagli, insomma, diceva che la realtá fosse stata alterata.
Nel giro di 15 minuti dovette intervenire la polizia e far smontare tutto, ognuno andó via per la sua strada.
Cosa mi impressiono? Che nonostate i toni fossero accesi e molto molto diretti (comunicavano quasi sempre in inglese, non chiedermi perche), mi facevano pena e tenerezza, da entrambi i lati, ognuno col suo carico di odio e di certezze granitiche.
Capimmo una cosa io e Valeria, molto prima di conoscere la ragazza palestinese collega di Valeria, che non c'é possibilitá di riconciliazione, soprattutto senza l'intervento di una forza esterna imparziale...cosa che l'US non é manco per il cazzo.