Di fatto, la violenza a cui assistiamo da anni, sia a livello pubblico che a livello privato nasconde una verità ancora più inquietante alle nostre latitudini:
La crisi della cristianitá, come comunità in catechesi con Cristo (Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo), iniziata nel 1500 ha raggiunto il suo picco. La gente non ci crede più semplicemente e riti cristiani ormai non hanno più molto significato se non in una cornice puramente intima (il passare le feste in famiglia) o consumistica. È calato il velo sull’ipocrisia (ma non erano forse ipocrisie il mito di Caino e Abele, Romolo e Remo, i sacrifici umani e di animali?). Il grande sogno utopico di sostituire la religione con la razionalità, ora quella della società marxista ora quella di quella del libero mercato si è trasformato in un incubo che più che annullare le violenze non ha fatto altro che esacerbare anzi esaltandole, basti pensare ai numerosi films e serie dove la violenza regna padrona.
Io credo che all’orizzonte si profili una nuova religione, forse l’Islam, che è l’unica religione fra quelle del Libro che se la passa meglio. Il punto di svolta avverrà quando l’Islam si emanciperà dalla sua competente araba, in un’operazione simile a quella che fece San Paolo nei confronti del cristianesimo e l’ebraismo.