Autore Topic: Napoli, la nostra città  (Letto 557306 volte)  Share 

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Offline Genny Fenny

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Napoli, la nostra città
« Risposta #940 il: 13 Settembre, 2015, 11:13:46 am »
Guagliù, Pippo Franco è un grande. Più rispettabile di Saviano nella sua parabola artistica.

Offline IlGeneraleNero

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #941 il: 13 Settembre, 2015, 11:42:50 am »
sei partito bene e hai finito male....pure l'ideologia è ormai un espediente,uno specchietto per le allodole per coinvolgere sentimentalmente gli spettatori/elettori utilizzando il doppio canale della storia lacrimevole e dell'inquadramento di questa nell'ottica di un'ideologia storica (destra,sinistra,comunismo,fascismo,pli pri dc ecc ecc)
ma io sono d' accordo, è quello che ho detto o che, se sono stato poco chiaro, quello che intendevo dire.
se non sopporto la politica e non vado a votare ci sarà un motivo.. l'ultima volta ho votato cinque stelle sperando che cambiasse qualcosa ma mang po cazz...

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“La prima volta che ti ho vista sai, di un calcio di altri tempi mi innamorai, son qui in curva a cantare perchè da quel momento ci sei soltanto te...chiudo gli occhi e penso che passa il tempo passa insieme a te quando un giorno morire dovro' voglio portare in cielo i miei color…!” by ULTRAS L'AQUILA

Offline TOTORE-RASTAMAN

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #942 il: 13 Settembre, 2015, 13:23:00 pm »
Lo stato è la mafia e la mafia  lo stato.
Senza questo presupposto fondamentale qualsiasi discussione perde il filo del discorso.

Offline IlGeneraleNero

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #943 il: 13 Settembre, 2015, 13:55:07 pm »
Lo stato è la mafia e la mafia  lo stato.
Senza questo presupposto fondamentale qualsiasi discussione perde il filo del discorso.

 :ok:
“La prima volta che ti ho vista sai, di un calcio di altri tempi mi innamorai, son qui in curva a cantare perchè da quel momento ci sei soltanto te...chiudo gli occhi e penso che passa il tempo passa insieme a te quando un giorno morire dovro' voglio portare in cielo i miei color…!” by ULTRAS L'AQUILA

Alemao

Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #944 il: 14 Settembre, 2015, 12:16:55 pm »
Ma mo' fosse colpa e Saviano e di un articolo suo su "La Repubblica"?


Se vogliono, a questi che hanno sparato li pigliano dopo 5 minuti. Però mettetevi d'accordo poi quando capita che a un posto di blocco scavalcato ci parte il morto sullo scooter quando si invoca la presenza dello Stato o se ne colpevolizza l'assenza.

Offline nickwire

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Napoli, la nostra città
« Risposta #945 il: 14 Settembre, 2015, 12:40:39 pm »
Sì, ma io non continuo a capire questo accanirsi su Saviano.

Parliamo di uno che si sta sforzando a divulgare valori ad una platea un po' più ampia, di quella radical chic, bucchinara e piena d'inventiva che piace a voi. Da Internazionale, per intenderci.
Ma Internazionale, per molti, è difficile da leggere, questo pure dovreste capirlo.
È uno sforzo che purtroppo comporta il cadere spesso nelle banalità, che poi son banalità per voi, non per molte altre persone.
Biagi spesso doveva esserlo banale, così come tanti altri grandissimi. È la moneta che paghi, per arrivare a tutti.
Se poi contestate il fatto che il crollo della camorra sia un fatto disdicevole perchè "osinnò comm magnen", è una cosa che oscilla tra la chiagnuta peggio di Forgione e l'ignoranza.
Perchè sappiamo tutti che qui le aziende non han potuto investire per i blocchi concorrenziali ed i taglieggiamenti della Camorra, perchè è proprio il disagio a creare criminalità, e francament vedere un ragazzo con del potenziale a fare il palo mi piange il cuore.

Da osservatore esterno della napoletaneità, e con storie di povertà che i miei hanno avuto, sta cosa nun l'accett, lo ritengo un adagiarsi ed uno dei tratti più odiosi dell'indolenza napoletana, spesso nascosta dal vigliacco e resa tabù dal "nun si è Napl, nun parlà". No, è indolenza, punto e basta. Ed è un modo napoletano di declinare la povertà del meridione, stop. Da fortunati, dato che in altre parti del sud se la passavano un attimino peggio.
Pure pecchè mio nonno ha fatt ò fravecator nella giungla venezuelana, mica ha venduto le sigarette di contrabbando. Ed un altro pure si è fatto dieci anni in Venezuela. Tornando poi, per andare a fare acquisti all'ingrosso per il negozio aperto coi risparmi, a Napoli, cercando di pararsi la palla pecchè "chist è nu cafon è for, ò facimm fess".

Alemao

Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #946 il: 14 Settembre, 2015, 12:55:17 pm »
Sì, ma io non continuo a capire questo accanirsi su Saviano.

Parliamo di uno che si sta sforzando a divulgare valori ad una platea un po' più ampia, di quella radical chic, bucchinara e piena d'inventiva che piace a voi. Da Internazionale, per intenderci.
Ma Internazionale, per molti, è difficile da leggere, questo pure dovreste capirlo.
È uno sforzo che purtroppo comporta il cadere spesso nelle banalità, che poi son banalità per voi, non per molte altre persone.
Biagi spesso doveva esserlo banale, così come tanti altri grandissimi. È la moneta che paghi, per arrivare a tutti.
Se poi contestate il fatto che il crollo della camorra sia un fatto disdicevole perchè "osinnò comm magnen", è una cosa che oscilla tra la chiagnuta peggio di Forgione e l'ignoranza.
Perchè sappiamo tutti che qui le aziende non han potuto investire per i blocchi concorrenziali ed i taglieggiamenti della Camorra, perchè è proprio il disagio a creare criminalità, e francament vedere un ragazzo con del potenziale a fare il palo mi piange il cuore.

Da osservatore esterno della napoletaneità, e con storie di povertà che i miei hanno avuto, sta cosa nun l'accett, lo ritengo un adagiarsi ed uno dei tratti più odiosi dell'indolenza napoletana, spesso nascosta dal vigliacco e resa tabù dal "nun si è Napl, nun parlà". No, è indolenza, punto e basta. Ed è un modo napoletano di declinare la povertà del meridione, stop. Da fortunati, dato che in altre parti del sud se la passavano un attimino peggio.
Pure pecchè mio nonno ha fatt ò fravecator nella giungla venezuelana, mica ha venduto le sigarette di contrabbando. Ed un altro pure si è fatto dieci anni in Venezuela. Tornando poi, per andare a fare acquisti all'ingrosso per il negozio aperto coi risparmi, a Napoli, cercando di pararsi la palla pecchè "chist è nu cafon è for, ò facimm fess".

Ti quoto.

Offline GeppiGeppi

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #947 il: 14 Settembre, 2015, 12:57:53 pm »
Sì, ma io non continuo a capire questo accanirsi su Saviano.

Parliamo di uno che si sta sforzando a divulgare valori ad una platea un po' più ampia, di quella radical chic, bucchinara e piena d'inventiva che piace a voi. Da Internazionale, per intenderci.
Ma Internazionale, per molti, è difficile da leggere, questo pure dovreste capirlo.
È uno sforzo che purtroppo comporta il cadere spesso nelle banalità, che poi son banalità per voi, non per molte altre persone.
Biagi spesso doveva esserlo banale, così come tanti altri grandissimi. È la moneta che paghi, per arrivare a tutti.
Se poi contestate il fatto che il crollo della camorra sia un fatto disdicevole perchè "osinnò comm magnen", è una cosa che oscilla tra la chiagnuta peggio di Forgione e l'ignoranza.
Perchè sappiamo tutti che qui le aziende non han potuto investire per i blocchi concorrenziali ed i taglieggiamenti della Camorra, perchè è proprio il disagio a creare criminalità, e francament vedere un ragazzo con del potenziale a fare il palo mi piange il cuore.

Da osservatore esterno della napoletaneità, e con storie di povertà che i miei hanno avuto, sta cosa nun l'accett, lo ritengo un adagiarsi ed uno dei tratti più odiosi dell'indolenza napoletana, spesso nascosta dal vigliacco e resa tabù dal "nun si è Napl, nun parlà". No, è indolenza, punto e basta. Ed è un modo napoletano di declinare la povertà del meridione, stop. Da fortunati, dato che in altre parti del sud se la passavano un attimino peggio.
Pure pecchè mio nonno ha fatt ò fravecator nella giungla venezuelana, mica ha venduto le sigarette di contrabbando. Ed un altro pure si è fatto dieci anni in Venezuela. Tornando poi, per andare a fare acquisti all'ingrosso per il negozio aperto coi risparmi, a Napoli, cercando di pararsi la palla pecchè "chist è nu cafon è for, ò facimm fess".

Giova, se tu guardi i documentari girati nelle aree più depresse del terzo (e diciamo pure quarto) mondo troverai molte cose in comune con il meridione italiano. In particolare, con la città di Napoli (e quindi Bari, Catania, Messina, Reggio Calabria, Palermo ecc.).
Nelle aree povere e depresse la furbizia e l'esaltazione di un passato glorioso (o di sé stessi) - vedi forgionismo - è tipico di tutte le popolazioni represse e sfruttate del sistema economico che noi occidentali ci siamo scelti. La camorra, l'indolenza e l'arroganza sono un effetto, ma non la causa di. Perché gli imprenditori del nord (e stranieri) qui hanno avuto tante difficoltà, ma hanno pure fottuto e chiagnuto succhiando come latrine miliardi e miliardi che cascavano a pioggia sulle nostre terre e non si sapeva che fine facevano. Le politiche del dopoguerra nel sud Italia sono state a dir poco disastrose, perché lo stato si è posto (falsamente) come principale datore di lavoro. Purtroppo, la crescita e lo sviluppo che il capitalismo esigeva non permettevano alle istituzioni di partire dalle tabelline, di abbattere in maniera seria e decisa il profondo analfabetismo e tutta l'arretratezza del Mezzogiorno d'Italia. Quindi, si è passato dall'arginare il problema, al delegare.
La grossa ferita che questo paese ha da un punto di vista culturale, è che questa roba ci è entrata così dentro che siamo capaci solo di analizzare gli effetti e mai le cause. Ed è per questo che non è possibile avere una voce (o più voci) che si eleva(no) al sistema tanto da avere un approccio critico alla base e non copp copp come siamo abituati. Il travaglismo, il santorismo e le tante piccole religioni fatte di carte bollate e tribunali impediscono qualsiasi confronto. Tanto che si pensa di andare in questi posti, montare i ponteggi e dire "Ah, mo accunciamm tutt cos e ve facimm a vedè comm risolvimm o problem". Qua si deve cominciare dalle tabelline, ma, soprattutto, da così in basso e per un progetto così lungo che non potrà fare altro che andare a toccare gli interessi piccolo borghesi di questo paese ormai incattivito e prossimo alla morte civile definitiva.
« Ultima modifica: 14 Settembre, 2015, 12:59:34 pm da GeppiGeppi »

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Offline nickwire

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #948 il: 14 Settembre, 2015, 16:39:40 pm »
Giova, se tu guardi i documentari girati nelle aree più depresse del terzo (e diciamo pure quarto) mondo troverai molte cose in comune con il meridione italiano. In particolare, con la città di Napoli (e quindi Bari, Catania, Messina, Reggio Calabria, Palermo ecc.).
Nelle aree povere e depresse la furbizia e l'esaltazione di un passato glorioso (o di sé stessi) - vedi forgionismo - è tipico di tutte le popolazioni represse e sfruttate del sistema economico che noi occidentali ci siamo scelti. La camorra, l'indolenza e l'arroganza sono un effetto, ma non la causa di. Perché gli imprenditori del nord (e stranieri) qui hanno avuto tante difficoltà, ma hanno pure fottuto e chiagnuto succhiando come latrine miliardi e miliardi che cascavano a pioggia sulle nostre terre e non si sapeva che fine facevano. Le politiche del dopoguerra nel sud Italia sono state a dir poco disastrose, perché lo stato si è posto (falsamente) come principale datore di lavoro. Purtroppo, la crescita e lo sviluppo che il capitalismo esigeva non permettevano alle istituzioni di partire dalle tabelline, di abbattere in maniera seria e decisa il profondo analfabetismo e tutta l'arretratezza del Mezzogiorno d'Italia. Quindi, si è passato dall'arginare il problema, al delegare.
La grossa ferita che questo paese ha da un punto di vista culturale, è che questa roba ci è entrata così dentro che siamo capaci solo di analizzare gli effetti e mai le cause. Ed è per questo che non è possibile avere una voce (o più voci) che si eleva(no) al sistema tanto da avere un approccio critico alla base e non copp copp come siamo abituati. Il travaglismo, il santorismo e le tante piccole religioni fatte di carte bollate e tribunali impediscono qualsiasi confronto. Tanto che si pensa di andare in questi posti, montare i ponteggi e dire "Ah, mo accunciamm tutt cos e ve facimm a vedè comm risolvimm o problem". Qua si deve cominciare dalle tabelline, ma, soprattutto, da così in basso e per un progetto così lungo che non potrà fare altro che andare a toccare gli interessi piccolo borghesi di questo paese ormai incattivito e prossimo alla morte civile definitiva.
Nicò, però io mi chiedo pure perchè il costo del lavoro a Pomigliano sia costato dieci volte Termini Imerese e Melfi, nei tempi passati.
Facciamo altri confronti: la differenza tra lo sviluppo turistico pugliese e quello napoletano e campano in genere, ad esempio.
A me tutti sti paroloni sembrano solo scuse arzigogolate di un popolo che ha l'autoreferenzialità, la presunzione e l'indolenza tra i suoi difetti principali.

E non si creda che siano parole di disprezzo, che il napoletano se limasse solo uno di sti difetti sarebbe impareggiabile in tutto il mondo, tanto che è ricco di cultura ed intelligenza.
Con molte meno premesse, e con un pizzico d'umiltà in più, molti altri popoli, come il mio, del meridione hanno fatto faville dappertutto.
« Ultima modifica: 14 Settembre, 2015, 16:42:15 pm da nickwire »

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #949 il: 14 Settembre, 2015, 16:58:29 pm »
Nicò, però io mi chiedo pure perchè il costo del lavoro a Pomigliano sia costato dieci volte Termini Imerese e Melfi, nei tempi passati.
Facciamo altri confronti: la differenza tra lo sviluppo turistico pugliese e quello napoletano e campano in genere, ad esempio.
A me tutti sti paroloni sembrano solo scuse arzigogolate di un popolo che ha l'autoreferenzialità, la presunzione e l'indolenza tra i suoi difetti principali.

E non si creda che siano parole di disprezzo, che il napoletano se limasse solo uno di sti difetti sarebbe impareggiabile in tutto il mondo, tanto che è ricco di cultura ed intelligenza.
Con molte meno premesse, e con un pizzico d'umiltà in più, molti altri popoli, come il mio, del meridione hanno fatto faville dappertutto.
Ci sono anche napoletani che hanno fatto faville sia a Napoli che in giro per il mondo.
Il fattore culturale ED il fattore economico-sociale sono (scusatemi l'inglesismo ma è troppo idiomatico) embedded fino alla morte.

Offline nickwire

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #950 il: 14 Settembre, 2015, 17:12:07 pm »
Ci sono anche napoletani che hanno fatto faville sia a Napoli che in giro per il mondo.
Il fattore culturale ED il fattore economico-sociale sono (scusatemi l'inglesismo ma è troppo idiomatico) embedded fino alla morte.
Sì, ma non hanno fatto niente per una città, a differenza di Barcellona o Siviglia. Città povere quanto, e forse pure peggio, di Napoli negli anni 70.

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #951 il: 14 Settembre, 2015, 17:18:17 pm »
Sì, ma non hanno fatto niente per una città, a differenza di Barcellona o Siviglia. Città povere quanto, e forse pure peggio, di Napoli negli anni 70.
Perche' mai come a napoli vale il nemo propheta in patria.
Guardate noi come trattiamo Saviano.
Le nostre eccellenze sono sempre prima oggetto di critiche e poi, eventualmente di elogi.

Il poeta bolognese scrive dei versi ed il bolognese gli dice: "Che gran poeta che sei in quanto bolognese";
Il poeta fiorentino scrive i versi ed il fiorentino gli dice: "Che gran poeta che sei in quanto fiorentino";
Il poeta napoletano scrive versi ed il napoletano gli dice: "Embe' o sapev fa' purio".

Offline GeppiGeppi

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #952 il: 14 Settembre, 2015, 17:19:43 pm »
Nicò, però io mi chiedo pure perchè il costo del lavoro a Pomigliano sia costato dieci volte Termini Imerese e Melfi, nei tempi passati.
Facciamo altri confronti: la differenza tra lo sviluppo turistico pugliese e quello napoletano e campano in genere, ad esempio.
A me tutti sti paroloni sembrano solo scuse arzigogolate di un popolo che ha l'autoreferenzialità, la presunzione e l'indolenza tra i suoi difetti principali.

E non si creda che siano parole di disprezzo, che il napoletano se limasse solo uno di sti difetti sarebbe impareggiabile in tutto il mondo, tanto che è ricco di cultura ed intelligenza.
Con molte meno premesse, e con un pizzico d'umiltà in più, molti altri popoli, come il mio, del meridione hanno fatto faville dappertutto.

Sì, ma alla fine sempre la stessa fine di merda hanno fatto Termini, Pomigliano e Melfi. E i grossi industriali hanno guadagnato cifre così vergognose che mi tremerebbero i polsi solo a scriverle (se solo si potessero quantificare). Altro che Gheddafi e i rubinetti di Saddam.
D'altra parte, lo sviluppo turistico di un'area metropolitana e densamente popolata (tra le più grandi del mondo occidentale) con una realtà di provincia non sono paragonabili non solo nel Mezzogiorno, ma in tutto il mondo (specie quelli come il nostro con una grossa deriva terzomondista). Se prendi un tedesco di città e uno di provincia pure noti la differenza. Credimi.
E ti ripeto: autoreferenzialità, presunzione e indolenza (nei termini che noi conosciamo, e non quello degli americani chiattoni con i dollaroni) sono tipiche delle aree povere, depresse e sovrappopolate. Se vai ad Addis Abeba troverai per strada tanti piccoli forgioni, perché a noi (e alle altre popolazioni depresse come noi) non ci rimane che noi stessi e il fantomatico passato dove la storia ci dice che a parte quattro potenti, la massa si puzzava dalla santissima fame.
Personalmente, non credo che esista, specie dalla rivoluzione industriale in poi, nel nostro mondo occidentale, un popolo migliore dell'altro o capace di chissà quali imprese ardite. Tutto viene dettato da fame e vitalità. Se un popolo perde queste due componenti è spacciato, finito. Qua le faville all'estero le abbiamo fatte tutti, non chi più e chi meno.
I cinesi fanno paura per la capacità di conquistare il territorio come formiche e la capacità di portare avanti un progetto di conquista che coinvolge anche l'ultimo scafesso con il negozio di merda a Caserta. Poi è toccato anche a noi italiani che abbiamo messo radici in tutti i continenti, capaci di trattare qualsiasi cosa legale o illegale, di raggiungere anche le più alte sfere politiche di paesi stranieri (e insisto con il dire da Campione d'Italia a Gela, perché all'estero gli italiani del nord si sono mischiati con italiani del sud). Poi ai popoli dei Balcani, africani e gente dell'est. Nuje simm fernut perché come civiltà (che ci crederai o meno, ma l'Italia è un paese tanto eterogeneo all'apparenza, quanto simile nelle sue radici) siamo completamente al declino e Napoli è diventata solo una foglia di fico dove girare film di sceriffi e indiani.

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #953 il: 14 Settembre, 2015, 17:20:44 pm »
Sì, ma non hanno fatto niente per una città, a differenza di Barcellona o Siviglia. Città povere quanto, e forse pure peggio, di Napoli negli anni 70.
Barcellona ha svoltato con i soldi delle olimpiadi dell'84 (e altri soldi erano già arrivati per il mondiale dell'82).
Lì, tranne le parti monumentali, hanno avuto il coraggio di arrevotare una metropoli e fu proprio allora che fecero il lungomare con la spiaggia.
Noi siamo in ritardo su tutto anche se, ad onor del vero, rispetto a vent'anni fa, Napoli ha fatto dei balzi in avanti che diamo per scontati ma che non sono cacatelle: la differenziata, la metro (forse voi siete troppo giovani e 6 ore per passare l'incrocio di piazza mazzini lo considerate un film horror), microcriminalità (negli anni 80 era normale subire un tentativo di rapina al mese), macrocriminalità (il clime della faida degli scissionisti era quotidiano), i musei, il maggio dei movimenti, il lungomare.
Il vero problema è che, insieme al peggio, negli anni 90 è scomparso anche il meglio degli anni 80: il lavoro.
Chiuse l'italsider, fanno fallire il banco di napoli (nonostante la fondazione che lo possedeva ha un capitale quasi pari al debito pubblico italiano), tutta la produzione artigianale (scarpe, borse, cinture, vestiti, alta sartoria, et) si sposta in cina e romania, etc etc.

Offline GeppiGeppi

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #954 il: 14 Settembre, 2015, 17:22:52 pm »
L'altra cosa che pone le distanze tra noi in questo discorso è che credete ancora maledettamente in questo modello di sviluppo. Lo stesso che ci ha ammazzato. Siete maledettamente affezionati al nostro assassino.

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #955 il: 14 Settembre, 2015, 17:25:11 pm »
L'altra cosa che pone le distanze tra noi in questo discorso è che credete ancora maledettamente in questo modello di sviluppo. Lo stesso che ci ha ammazzato. Siete maledettamente affezionati al nostro assassino.
Quale modello?

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #956 il: 14 Settembre, 2015, 17:28:03 pm »
Quale modello?

Quello della crescita (esponenziale).

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« Risposta #957 il: 14 Settembre, 2015, 17:30:21 pm »
Quello della crescita (esponenziale).
Se c'è un posto che è stato un vero e proprio laboratorio di decrescita questo è Napoli.
E i risultati li sappiamo tutti quanti.
E non parlo solo dal punto di vista economico ma proprio del fatto che, almeno per la mia generazione, devi farti il mazzo a tarallo h24 per poterti permettere solo di sopravvivere.
:boh:

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Re:Napoli, la nostra città
« Risposta #958 il: 14 Settembre, 2015, 17:33:04 pm »
Se c'è un posto che è stato un vero e proprio laboratorio di decrescita questo è Napoli.
E i risultati li sappiamo tutti quanti.
E non parlo solo dal punto di vista economico ma proprio del fatto che, almeno per la mia generazione, devi farti il mazzo a tarallo h24 per poterti permettere solo di sopravvivere.
:boh:

Purtroppo questa vita di merda abbiamo e questa viviamo.

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« Risposta #959 il: 14 Settembre, 2015, 17:41:04 pm »
Perche' mai come a napoli vale il nemo propheta in patria.
Guardate noi come trattiamo Saviano.
Le nostre eccellenze sono sempre prima oggetto di critiche e poi, eventualmente di elogi.

Il poeta bolognese scrive dei versi ed il bolognese gli dice: "Che gran poeta che sei in quanto bolognese";
Il poeta fiorentino scrive i versi ed il fiorentino gli dice: "Che gran poeta che sei in quanto fiorentino";
Il poeta napoletano scrive versi ed il napoletano gli dice: "Embe' o sapev fa' purio".

Ja Marce' Saviano lo si schifa perche' spesso scrive idiozie (specie quando si allontana dal tema della camorra), non perche' e' napoletano. Hai mai letto la sua posizione sulla questione israeliano-palestinese. Lui defini' Israele come un esempio di accoglienza. Grazie al cazzo che gli voglio sputare in faccia poi.
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