Sì, ma io non continuo a capire questo accanirsi su Saviano.
Parliamo di uno che si sta sforzando a divulgare valori ad una platea un po' più ampia, di quella radical chic, bucchinara e piena d'inventiva che piace a voi. Da Internazionale, per intenderci.
Ma Internazionale, per molti, è difficile da leggere, questo pure dovreste capirlo.
È uno sforzo che purtroppo comporta il cadere spesso nelle banalità, che poi son banalità per voi, non per molte altre persone.
Biagi spesso doveva esserlo banale, così come tanti altri grandissimi. È la moneta che paghi, per arrivare a tutti.
Se poi contestate il fatto che il crollo della camorra sia un fatto disdicevole perchè "osinnò comm magnen", è una cosa che oscilla tra la chiagnuta peggio di Forgione e l'ignoranza.
Perchè sappiamo tutti che qui le aziende non han potuto investire per i blocchi concorrenziali ed i taglieggiamenti della Camorra, perchè è proprio il disagio a creare criminalità, e francament vedere un ragazzo con del potenziale a fare il palo mi piange il cuore.
Da osservatore esterno della napoletaneità, e con storie di povertà che i miei hanno avuto, sta cosa nun l'accett, lo ritengo un adagiarsi ed uno dei tratti più odiosi dell'indolenza napoletana, spesso nascosta dal vigliacco e resa tabù dal "nun si è Napl, nun parlà". No, è indolenza, punto e basta. Ed è un modo napoletano di declinare la povertà del meridione, stop. Da fortunati, dato che in altre parti del sud se la passavano un attimino peggio.
Pure pecchè mio nonno ha fatt ò fravecator nella giungla venezuelana, mica ha venduto le sigarette di contrabbando. Ed un altro pure si è fatto dieci anni in Venezuela. Tornando poi, per andare a fare acquisti all'ingrosso per il negozio aperto coi risparmi, a Napoli, cercando di pararsi la palla pecchè "chist è nu cafon è for, ò facimm fess".