Paris, però, scusami un attimo, ma, pur constatando che questo forum è senza dubbio circondato da un dilagante pessimismo astrale, non mi pare che esser preoccupati per il Napoli sia sintomo di ipocondria. Partite come quelle di Catania, di Bergamo, col Torino, di sabato sono segnali, sono sintomi e manifestazioni concrete, non immaginarie e catastrofiche. Io, personalmente, anche se non faccio un cazzo dalla mattina alla sera, non vengo qui per sfogare le mie frustrazioni, per fare il troll o perché devo rompere il pasticciotto a qualcuno. Tanto è vero che scrivo pochissimo. Specie dopo i mal d’esistere post-ntuseccata. E, come credo si sia appreso sinora, non sono proprio il tipo da predicare flagelli e finimondi. Però, dopo ormai 15-16 partite tra campionato e coppe, io tranquillo, rilassato e speranzoso proprio non riesco ad esserlo. Pare ’na strunzata, ma, da un po’, io ho paura di vedere il Napoli. Paura di vedere e rivedere quest’apatia, questa malavoglia, questa flemma e quest’attendismo fatti passare per maturità da grande squadra. Io me ne sbatto i coglioni del bel gioco, del se sappiamo o meno fare tre passaggi di fila. Io voglio vincere tutte le partite rubando, facendo un tiro in porta. Ma questo, per me, non è il caso del Napoli. Il Napoli non gioca così perché è una precisa scelta tattica. A me il Napoli dà l’impressione che giochi così perché ha perso lo spirito, l’anima e la sfaccimma della cazzimma. E questo mi deprime più di ogni altra cosa.
Come mi deprime constatare che non riesco più ad innamorarmi del Napoli, poiché, come detto, il più delle volte sembra uno stillicidio, un continuo economizzare e preservare energie, dare di meno, astiparsi. Ma per chi, per cosa? Io voglio vedere lo strasfaccimmoso del sangue agli occhi, mica il tiki-taka!
