Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".
Le persone appassionate sono poche ovunque, se no il mondo non sarebbe così merdaiuolo.
Certi studi più impegnativi richiedono volontà e sacrificio. Poi se a uno piace, tanto meglio.
Non la fate tanto lunga, jamme.
Comunque a leggere il post del ragioniere ho l'impressione che stia prendendo la decisione in maniera superficiale.
Nella diatriba tifo per Rage, che mi colpì all'epoca della discussione della triennale, che jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.

Mimmo acqualota non può biasimare il crescente popolo degli studenti. In fondo, pure sotto costrizione, è meglio gente che sa di qualcosa che gente che nun sape nu cazz.
La mia posizione è questa. Se avete passioni sviluppatele nel tempo libero. All'università fate qualcosa di altamente qualificante nel campo che più vi aggrada.
Parliamoci chiaro, è una scelta che serve a rimandare l'ingresso nel mondo del lavoro e a prospettare un impiego da espletare incravattati e con l'aria condizionata. Ha un suo perché.
Dico accussì perché fa triste vedere gente laureata bene in lettere moderne o scienze politiche stare al tuo tavolo per una selezione presso una società di revisione contabile.