Continua a parlare a valanga:
Nel corso di un'intervista a Il Mattino, Aurelio De Laurentiis è stato incalzato anche sugli obiettivi di questa stagione: "Sempre gli stessi: dare il massimo combinando risultati sportivi con risultati economici ed evitando di chiudere i bilanci in rosso come è già successo qualche volta e come non deve più succedere. Non capisco gli eterni scontenti che girano intorno al Napoli. Io sono un industriale del calcio, non un presidente nominale come al Real Madrid o al Barcellona. La gente deve mettersi in testa che io rappresento una proprietà: devo stare attento agli equilibri economici ma nonostante ciò il Napoli raggiunge sempre risultati importanti. Difficile competere con l'Inter e la Juventus che si indebitano o con il Milan che è sull'orlo del baratro. Io voglio andare più avanti possibile in campionato e in Champions".
Dalla Spagna, presidente, arrivano indiscrezioni a proposito di un interessamento del Real Madrid e del Barcellona per Fabian Ruiz: preoccupato?
"Il giocatore piace, tantissimo. D’altra parte, non avrei speso 30 milioni di euro per un ragazzo sconosciuto. Se mi offrono 180 milioni allora potremo anche discuterne".
Avete in programma qualcosa per il mercato di gennaio?
"Credo che non faremo nulla. Ammiro Tonali e Castrovilli. Il primo è di proprietà di un mio amico e gli auguro di cederlo per 50 milioni. Il secondo, invece, mi piace tanto".
Torniamo al campionato, presidente: la Juve potrebbe già fare il vuoto alle sue spalle, Sarri si sta confermando.
"Ma lui è un grande allenatore, ha tanti pregi e qualche difetto. L’esperienza inglese gli avrà fatto bene. Ora è in un club che ha una cultura vincente".
Dica la verità, presidente: lo riprenderebbe Higuain?
"Se Ancelotti me lo chiedesse, allora, perché no?".
Intervistato da Il Mattino, Aurelio De Laurentiis è tornato sulla questione riguardante Lorenzo Insigne: "Insigne via? Se volesse andare via andrebbe via. Pur convinto della sua napoletanità, non è stato mai davvero felice nel Napoli. Con i vari allenatori che ci sono stati qui, lui ha avuto rapporti alterni, con momenti no e momenti sì. Non c'è dubbio che sia un grande giocatore però se lui pensa che la sua avventura sia terminata si dovrà impegnare e dare un rendimento straordinario perché altrimenti rischia di rimanere un incompreso. Perché è intervenuto Raiola? Perché dopo la riunione del primo maggio Insigne ha avuto un calo di concentrazione e quindi responsabilmente il suo agente è venuto a vedere cosa stava succedendo. Il problema di Insigne e di Raiola non lo risolve De Laurentiis, ma lo deve risolvere prima di tutto il giocatore, che deve capire da grande cosa vuole fare. Ma io lo capisco e lo proteggo e non è vero che è stata una punizione metterlo in tribuna a Genk. Spero si tranquillizzi".
Nel corso di un'intervista a Il Mattino, Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare dei rinnovi di Mertens e Callejon dopo le parole di ieri a margine della firma della convenzione: "Se preferiscono chiudere la carriera in Cina possono andare. Altrimenti qui ci sono delle proposte per loro che ho fatto otto mesi fa. Mertens lo stimo moltissimo, ha dimostrato di poter avere un futuro dirigenziale ed è uno che non si nasconde mai. La Cina mi sa che non è per Mertens: dopo dieci mesi scappa via. Nella vita bisogna scegliere se lavorare contenti e fare ciò che ti piace, oppure farlo solo per soldi. Per me i soldi sono un mezzo, non un fine. Se per loro non è così, vadano pure in Cina. Io non farò sforzi importanti».
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Mi pare che abbia aggiustato il tiro su Mertens e Callejon, ma già parlare in questo modo di Mertens e non calcolare Callejon è poco educato.