Mi hanno regalato un libro di un autore russo che ancora non conoscevo, Varlam Tichonovi? Šalamov. Ne approfitto per incollare ciò:
Figlio di un prete ortodosso e di un'insegnante, si diploma al ginnasio nel 1923. Dopo due anni di lavoro, viene ammesso nel 1926 all'Università Statale di Mosca, nel dipartimento di Diritto Sovietico, dove, durante gli studi, si unisce ad un gruppo trockista. Viene arrestato il 19 febbraio 1929 e condannato a tre anni di lavori forzati nella città di Višera, sugli Urali settentrionali; l'accusa è quella di aver distribuito le Lettere al Congresso del Partito, note anche come Testamento di Lenin, in cui vengono sollevate critiche all'operato di Stalin, nonché di aver partecipato ad un picchetto dimostrativo per il decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre con lo slogan "Abbasso Stalin!".
Rilasciato nel 1931, lavora nella città di Berezniki fino all'anno seguente, quando rientra a Mosca e riprende a dedicarsi alla scrittura. Nel 1936 vede la luce il suo primo racconto Le tre morti del Dottor Austino.
Il 12 gennaio 1937, durante le grandi purghe, è nuovamente arrestato per "attività trockiste contro-rivoluzionarie" e mandato ai lavori forzati per cinque anni nella Kolyma, tristemente nota come "la terra della morte bianca". Nel 1943 gli viene comminata una seconda pena, stavolta per dieci anni, per "agitazione antisovietica". Tra le accuse, l'aver definito Ivan Bunin "un classico scrittore russo".
Eh be', che terra da sogno in cui vivere. Che poi, gli stessi che idolatrano la russia sovietica sono gli stessi che si indignano per le forme di censura italiche (una carezza, rispetto alle forme di censura sovietiche). Ahhh, la coerenza!