Fa schifo. :look:vedremo (cit.)
fai bene a condividere queste cose con le persone che ti amano :look:
Condivido questo lavoro con voi,
Fa schifo. :look:Scaricatell strunz :nono:
fai bene a condividere queste cose con le persone che ti amano :look:Fornisco nuovo materiale da insulto :look:
Scaricatell strunz :nono:
Signori e signore, ora online il mio nuovo racconto inedito!
Condivido questo lavoro con voi, ci sono due file, PDF e ePub scaricabili AGGRATIS.
Fornisco nuovo materiale da insulto :look::rotfl:
Appena finito di leggere. Mi è piaciuto e se fossi stato in giuria lo avrei votato positivamente. Molto poetico e curato nell'ambientazione e soprattutto nei dialoghi. Quasi ci ho visto una simmetria antitetica con Bastardi senza Gloria (Scena dellla fattoria).Li prendo tutti come grandi complimenti, dal primo all'ultimo. Merçì!
Grande anche la citazione nel titolo alla canzone dei 24 grana.
Bravo davvero!! :ok:
E c'mancav c'erama pavà :asd:Radica-zingr aspetto la tua critica... :tardi:
Luca, accetti qualche critica?Merçì per le critiche e il complimento sui dialoghi.
L'incipit è molto migliorabile. Già rossore aranciato è un connubio abbastanza licenzioso. Io avrei preferito un rosso aranciato e basta.
Poi mentre parli al imperfetto perché ci metti dentro un gerundio che spezza proprio il ritmo della descrizione? Era ormai pomeriggio inoltrato e per le strade...
I dialoghi sono il tuo forte.
Potevi metterci una scena di scart.
Oltre a ciò che ha sottolineato FoL, ma lì avevo capito che si trattava di "esperimenti" artistici personali - nulla da ridire - vorrei esprimere una cosa che ho notato: la mancanza di pathos.Mercì per la critica.
Sembra un racconto fine a sè stesso, nel senso che nasce, continua linearmente e poi muore. Non c'è intensità, anche se mi sembra di capire che avresti voluto porre il pathos sull'ultimo dialogo (le erbacce eccetera).
Inoltre, avrei usato alcuni vocaboli invece di altri. Si tratta di un deficiente filonazista, quindi avrei preferito un "ordinare" al "chiedere" o "esplicare".
Oppure,... "tuonò una voce giovane con un italiano lievemente imperfetto".
Qui non si dà l'idea del tedesco che prova a parlare in italiano e gli riesce male a causa dell'accento, ma quella di uno che invece di dire "io sono" dice "io essere", eppure la richiesta che fa è scritta correttamente.
Se mi viene altro lo scrivo. :ok:
Avevo capito anche questa cosa, un po' stile teatro dell'assurdo... ma non mi piace. :boh:Credo che qui si scenda nel gusto personale, purtroppo su questo nun te pozz accuntentà :asd:
Credo che qui si scenda nel gusto personale, purtroppo su questo nun te pozz accuntentà :asd:
ALFREDOOOOOOOOOOOO! (voce da nonna scassacazzo)
Aro' staje? Chiachiello chiattone, e a perdere e capill comme Forgione!
Intanto attendo ancora il commento del supercritico Nickwuà ca fin e mmo ha fatt solo battute riciclate da Martufello :sisi:
ALFREDOOOOOOOOOOOO! (voce da nonna scassacazzo)
Aro' staje? Chiachiello chiattone, e a perdere e capill comme Forgione!
Intanto attendo ancora il commento del supercritico Nickwuà ca fin e mmo ha fatt solo battute riciclate da Martufello :sisi:
aspè capetiè, nun m'mettr è press, che teng pur a freva a 38.
Prego astenersi da battute facili e scontate.
Ero andato a giocare a pallone, ti umilierò domani mantien mman :look:Oglioc, è arrivato Carmelo Pene :nono:
Oglioc, è arrivato Carmelo Pene :nono:
i sarò pure Martufello o frat, ma tu par ò scart indifferenziat è nu comic è Zelig. Bello il mio Capetiello.
però a mio avviso il talento si affina studiando e migliorando nella forma,le convenzioni grammaticali e stilistiche si possono aggirare/ignorare/stuprare quando si è giunti ad un certo grado di maturità e consapevolezza e si è pronti a lasciare il seminato per indicare nuove vie.
Almeno prova a dare qualche motivazione ...
Io gli ho detto il motivo per il quale non mi è piaciuto del tutto.
Dire "fa schifo" è inutile. Del resto la premessa lascia ben intendere che l'autore sta spaziando in un genere che non sembra essere il suo ...
Hai una bella auto Luca, va che è una favola, soltanto dovresti rivedere la partenza e la frenata finale.Le tue parole sono tanto belle e sincere che sarebbe inutile rovinarle.
Il mio parere di lettore e nulla più è che tu abbia commesso principalmente due errori: nell'incipit, la tecnica descrittiva ha qualche falla e poi alla fine che proprio mentre ci stavo provando gusto tu hai chiuso bruscamente il sipario.
Il gerundio all'inizio della frase è già di per sè discutibile, in quel periodo ancor peggio recide la continuità del modo dei verbi. Inoltre ho sempre creduto che tra tutte le figure retoriche la metafora sia quella più efficace nelle descrizioni e per questo anche la più pericolosa. L'equilibrio e non l'eccesso lo raggiungerai con l'esperienza, leggendo e rileggendo i tuoi scritti.
Sul finale ho avuto l'impressione di un maggior addensamento degli eventi che hanno reso globalmente troppo eterogeneo il ritmo, il lettore ne esce spiazzato, si sente liquidato.
Ritornando alla tua auto per il resto ha un andamento impeccabile, a regime su rettilineo è già una macchina poco perfettibile ed a 21 anni non può che essere talentuosa virtù. Adoperati ed impagnati con costanza per migliorare, ti risulterà tanto semplice quanto naturale proprio grazie alla tua dote.
Volendo digredire in un campo a me più familiare, il canto, è praticamente la stessa cosa, le parti iniziale e finale di un pezzo sono quelle più complesse, quelle che richiedono maggiore tecnica, studio ed esperienza. Ti trovo bravo Luca, bravo :brà:
allora luca,sicuramente hai del talento e hai il tempo dalla tua parte,potrai sicuramente affinarlo al meglio.Sai Giggì io ho una scuola di scrittura che quasi m'impone robe del genere. Se pensi a Lanzetta scrive un mezzo Napoletano nei suoi libri, se pensi a Petrella trovi lo stesso però su un gradino più alto di italiano, se pensi ancor più su a Brugess si è preso il lusso addirittura di inventare dei vocaboli e di mischiarli con un gergo tanto incomprensibile da diventare poi una seconda lingua.
però a mio avviso il talento si affina studiando e migliorando nella forma,le convenzioni grammaticali e stilistiche si possono aggirare/ignorare/stuprare quando si è giunti ad un certo grado di maturità e consapevolezza e si è pronti a lasciare il seminato per indicare nuove vie.
ho trovato tutta una serie di aggettivi sostantivi e avverbi usati proprio "a cazzo di cane",cioè messi proprio nel posto sbagliato
anche nei dialoghi ci sono delle espressioni un pò improbabili,insomma tutti "dettagli" che possono far pendere il giudizio in senso positivo o negativo.
Esatto. Umiltà. :sisi:Ma senz'altro, di certo non penso di essere già arrivato. Anzi. Se son qui a leggere, scrivere, diffondere e chiedere critiche è appunto per migliorare. Altrimenti invece di un esercizio di stile avrei postato un inedito scritto nel mio di stile. Ho deciso di calarmi in quest'esperienza dopo aver letto i 49 Racconti di Hemingway (tra l'altro con qualche difficoltà), è stata una sfida con me e le critiche che state muovendo solo la dimostrazione che sperimentare paga sempre. Sempre.
Fidati di me, ché il consiglio arriva da un altro scrittore fallito (tutti gli scrittori sono falliti :patt:) che poi è passato a fare il recensore fallito.
Leggi: leggi tanto, leggi tutto. Da Tolstoj a Bukowsky, da Elsa Morante a Pier Vittorio Tondelli. Non hai la più pallida idea di dove si sia spinta questa gente, di che cosa abbia combinato con le parole. Assorbine lo stile, fallo tuo, provalo e, infine, mettilo da parte per indossare un nuovo abito. Solo alla fine di questo lungo e divertente processo sarai in grado di avere un tuo stile.
E poi scrivi - tanto pure in questo caso - affina, lima, impara il significato delle parole, cogline l'essenza, fatti consigliare da gente più brava di te, che necessariamente dovrai odiare. :asd: Le parole non sono importanti: sono tutto per uno scrittore. Devi cacciare fuori la sensibilità per innamorartene o odiarle. E' la sottile differenza che passa tra uno scrittore e uno sceneggiatore. Il novantacinque per cento dei lettori con una goccia di senno in testa posa il racconto appena legge "esplicò".
Ma senz'altro, di certo non penso di essere già arrivato. Anzi. Se son qui a leggere, scrivere, diffondere e chiedere critiche è appunto per migliorare. Altrimenti invece di un esercizio di stile avrei postato un inedito scritto nel mio di stile. Ho deciso di calarmi in quest'esperienza dopo aver letto i 49 Racconti di Hemingway (tra l'altro con qualche difficoltà), è stata una sfida con me e le critiche che state muovendo solo la dimostrazione che sperimentare paga sempre. Sempre.
Grazie e non sentirti fallito, comincia a non seguire degli schemi prefissati e ad usare anche te vocaboli a cazzo di cane, è questo il bello della letteratura. Quando Bukowsky si sedeva a scrivere di certo non pensava ad un verbo, una virgola, un avverbio o un aggettivo (questi sconosciuti :look: ). Per quello esistono traduttori ed editor.
Non era mio intento trattare capitiello con sufficienza. Anzi, giuro che quando lessi avevo la volontà di citare passo passo le parti di testo indigeste. Purtroppo, vuoi per l'impossibilità di copiare, vuoi per la non praticabilità di una trascrizione manuale di quasi tutto il racconto (:look:), ho desistito.Caro Fiorenzo, ti racconto una storiella.
Onestamente poi non sono un buon critico letterario. La letteratura è un'arte troppo più immediata e complessa del cinema di cui scrivo maccheronicamente ogni tre e quatt.
Comunque di "utile" nun tengo niente. L'incipit è brutto assai e l'epilogo della vicenda, quello che precede la melliflua menata finale, mi pare tutt'altro che brusco, come ha detto Nando. Anzi, mi pare il solito artificio di certa drammaturgia evenemenziale che odio soprattutto quando applicata al cinema come giochetto per tenere alto l'interesse dello spettatore.
Nella sostanza ci ho trovato il solito qualunquismo mongoloide tipico di capitiello. Ma è possibile che io abbia dei preconcetti legati a quello che scrive sul forum, anche se non la ritengo una ipotesi probabile. :look:
Gianmarco ha ragione, le parole servono anche perchè nel raccontare qualcosa devi mantenere un ritmo che faccia evocare la scena che stai rappresentando, la frase deve essere lirica, deve essere bevuta come un bicchiere d'acqua.Ma penso la medesima cosa. Il fatto è che la scrittura è molto simile al canto. Diciamo che mettermi a scrivere un racconto del genere è come provare un acuto di Mengoni quando in realtà scrivo e interpreto delle ballate dai toni bassi. In sostanza non posseggo ancora i mezzi per cimentarmi in certe cose.
E per fare questo c'è bisogno di leggere.
Ti prometto che oggi pomeriggio leggo e ti dico. :look:
Lo stuprare i vocaboli fa parte di me stesso, non vi nascondo che non conosco la grammatica ne mezzo verbo "comm faje?" allora vi chiedete, semplicemente scrivo a sentimento.
Non è sinonimo di scarsa umiltà, anzi, semplicemente sto plasmando uno stile che probabilmente in futuro mi caratterizzerà. Qui si parla di arte non di matematica.
Gli scrittori che si permettono di stuprare la grammatica sono quelli che la conoscono a menadito. Altrimenti, sono solo strafalcioni :asd: Differenza sottile ma fondamentale. La matematica non piove dal cielo, le regole della matematica sono state stabilite umanamente, così come quelle dell'arte letteraria: c'è un'affinità tra le due materie. E per stravolgere un teorema matematico, bisogna conoscerlo alla perfezione.
Almeno prova a dare qualche motivazione ...fiorenzo è proprio n omm e merd!
Io gli ho detto il motivo per il quale non mi è piaciuto del tutto.
Dire "fa schifo" è inutile. Del resto la premessa lascia ben intendere che l'autore sta spaziando in un genere che non sembra essere il suo ...
Non era mio intento trattare capitiello con sufficienza. Anzi, giuro che quando lessi avevo la volontà di citare passo passo le parti di testo indigeste. Purtroppo, vuoi per l'impossibilità di copiare, vuoi per la non praticabilità di una trascrizione manuale di quasi tutto il racconto (:look:), ho desistito.
Onestamente poi non sono un buon critico letterario. La letteratura è un'arte troppo più immediata e complessa del cinema di cui scrivo maccheronicamente ogni tre e quatt.
Comunque di "utile" nun tengo niente. L'incipit è brutto assai e l'epilogo della vicenda, quello che precede la melliflua menata finale, mi pare tutt'altro che brusco, come ha detto Nando. Anzi, mi pare il solito artificio di certa drammaturgia evenemenziale che odio soprattutto quando applicata al cinema come giochetto per tenere alto l'interesse dello spettatore.
Nella sostanza ci ho trovato il solito qualunquismo mongoloide tipico di capitiello. Ma è possibile che io abbia dei preconcetti legati a quello che scrive sul forum, anche se non la ritengo una ipotesi probabile. :look:
Sai Giggì io ho una scuola di scrittura che quasi m'impone robe del genere. Se pensi a Lanzetta scrive un mezzo Napoletano nei suoi libri, se pensi a Petrella trovi lo stesso però su un gradino più alto di italiano, se pensi ancor più su a Brugess si è preso il lusso addirittura di inventare dei vocaboli e di mischiarli con un gergo tanto incomprensibile da diventare poi una seconda lingua.
Lo stuprare i vocaboli fa parte di me stesso, non vi nascondo che non conosco la grammatica ne mezzo verbo "comm faje?" allora vi chiedete, semplicemente scrivo a sentimento.
Non è sinonimo di scarsa umiltà, anzi, semplicemente sto plasmando uno stile che probabilmente in futuro mi caratterizzerà. Qui si parla di arte non di matematica.
Quando ho il foglio davanti non riesco a prefissarmi un obbiettivo, degli schemi, non riesco a badare alla grammatica perché mi immedesimo in quello che sono i protagonisti, quelli che sono gli scenari e le ambientazioni.
Secondo il lettore scrivere magari è una cosa facile ma così non è, non è il tema delle elementari dove devi stare accuorto alla grammaticca oppure il tema della maturità dove vince chi scrive paroloni più difficili. La letteratura è un qualcosa che esce da ogni schema, libero da ogni vincolo, dalla grammatica, dal buon costume, dal senso talvolta.
Avete mai preso in mano un libro di Isabella Santacroce o di Francesca Ferrando? No? Allora è meglio che non ci provate sennò v'impiccate, vi date fuoco, vi lavate gli occhi con l'alcool, insomma, anche la letteratura, sopratutto la letteratura, è questione di stile, gusto e tollerabilità.
P.S: Ciò non toglie tempo e motivazione ai miei studi sia chiaro, ma è proprio questo il punto, della grammatica, punteggiatura, forma e stile non ne voglio sapere molto, sono io a dettare tempi e regole quando ho un foglio tra le mani, ovviamente nei limiti della comprensibilità. Il resto è roba da giornalisti e/o autori da primo stand della Feltrinelli.
Ma senz'altro, di certo non penso di essere già arrivato. Anzi. Se son qui a leggere, scrivere, diffondere e chiedere critiche è appunto per migliorare. Altrimenti invece di un esercizio di stile avrei postato un inedito scritto nel mio di stile. Ho deciso di calarmi in quest'esperienza dopo aver letto i 49 Racconti di Hemingway (tra l'altro con qualche difficoltà), è stata una sfida con me e le critiche che state muovendo solo la dimostrazione che sperimentare paga sempre. Sempre.
Grazie e non sentirti fallito, comincia a non seguire degli schemi prefissati e ad usare anche te vocaboli a cazzo di cane, è questo il bello della letteratura. Quando Bukowsky si sedeva a scrivere di certo non pensava ad un verbo, una virgola, un avverbio o un aggettivo (questi sconosciuti :look: ). Per quello esistono traduttori ed editor.
Sai Giggì io ho una scuola di scrittura che quasi m'impone robe del genere. Se pensi a Lanzetta scrive un mezzo Napoletano nei suoi libri, se pensi a Petrella trovi lo stesso però su un gradino più alto di italiano, se pensi ancor più su a Brugess si è preso il lusso addirittura di inventare dei vocaboli e di mischiarli con un gergo tanto incomprensibile da diventare poi una seconda lingua.
Lo stuprare i vocaboli fa parte di me stesso, non vi nascondo che non conosco la grammatica ne mezzo verbo "comm faje?" allora vi chiedete, semplicemente scrivo a sentimento.
Non è sinonimo di scarsa umiltà, anzi, semplicemente sto plasmando uno stile che probabilmente in futuro mi caratterizzerà. Qui si parla di arte non di matematica.
Quando ho il foglio davanti non riesco a prefissarmi un obbiettivo, degli schemi, non riesco a badare alla grammatica perché mi immedesimo in quello che sono i protagonisti, quelli che sono gli scenari e le ambientazioni.
Secondo il lettore scrivere magari è una cosa facile ma così non è, non è il tema delle elementari dove devi stare accuorto alla grammaticca oppure il tema della maturità dove vince chi scrive paroloni più difficili. La letteratura è un qualcosa che esce da ogni schema, libero da ogni vincolo, dalla grammatica, dal buon costume, dal senso talvolta.
Avete mai preso in mano un libro di Isabella Santacroce o di Francesca Ferrando? No? Allora è meglio che non ci provate sennò v'impiccate, vi date fuoco, vi lavate gli occhi con l'alcool, insomma, anche la letteratura, sopratutto la letteratura, è questione di stile, gusto e tollerabilità.
P.S: Ciò non toglie tempo e motivazione ai miei studi sia chiaro, ma è proprio questo il punto, della grammatica, punteggiatura, forma e stile non ne voglio sapere molto, sono io a dettare tempi e regole quando ho un foglio tra le mani, ovviamente nei limiti della comprensibilità. Il resto è roba da giornalisti e/o autori da primo stand della Feltrinelli.
Sai Giggì io ho una scuola di scrittura che quasi m'impone robe del genere. Se pensi a Lanzetta scrive un mezzo Napoletano nei suoi libri, se pensi a Petrella trovi lo stesso però su un gradino più alto di italiano, se pensi ancor più su a Brugess si è preso il lusso addirittura di inventare dei vocaboli e di mischiarli con un gergo tanto incomprensibile da diventare poi una seconda lingua.
Lo stuprare i vocaboli fa parte di me stesso, non vi nascondo che non conosco la grammatica ne mezzo verbo "comm faje?" allora vi chiedete, semplicemente scrivo a sentimento.
Non è sinonimo di scarsa umiltà, anzi, semplicemente sto plasmando uno stile che probabilmente in futuro mi caratterizzerà. Qui si parla di arte non di matematica.
Quando ho il foglio davanti non riesco a prefissarmi un obbiettivo, degli schemi, non riesco a badare alla grammatica perché mi immedesimo in quello che sono i protagonisti, quelli che sono gli scenari e le ambientazioni.
Secondo il lettore scrivere magari è una cosa facile ma così non è, non è il tema delle elementari dove devi stare accuorto alla grammaticca oppure il tema della maturità dove vince chi scrive paroloni più difficili. La letteratura è un qualcosa che esce da ogni schema, libero da ogni vincolo, dalla grammatica, dal buon costume, dal senso talvolta.
Avete mai preso in mano un libro di Isabella Santacroce o di Francesca Ferrando? No? Allora è meglio che non ci provate sennò v'impiccate, vi date fuoco, vi lavate gli occhi con l'alcool, insomma, anche la letteratura, sopratutto la letteratura, è questione di stile, gusto e tollerabilità.
P.S: Ciò non toglie tempo e motivazione ai miei studi sia chiaro, ma è proprio questo il punto, della grammatica, punteggiatura, forma e stile non ne voglio sapere molto, sono io a dettare tempi e regole quando ho un foglio tra le mani, ovviamente nei limiti della comprensibilità. Il resto è roba da giornalisti e/o autori da primo stand della Feltrinelli.
"La dialettica delle opere d'arte è costruita su una curiosissima unità dualistica: un'impetuosa ascesa progressiva lungo le linee dei più elevati livelli espliciti di coscienza e la penetrazione simultanea, per mezzo della forma, negli strati del più profondo pensiero sensoriale. La separazione antitetica di queste due linee di movimento crea quella notevole tensione unitaria di forma e contenuto che è caratteristica delle vere opere d'arte. Senza di essa non esiste vera arte.
Permettendo all'uno o all'altro elemento d'avere il predominio, non si raggiunge l'opera d'arte. La tendenza verso l'aspetto tematico-logico rende l'opera arida, logica, didattica. Ma anche il porre un eccessivo accento sulle forme sensoriali del pensiero, senza tener abbastanza conto della tendenza tematico-logica, è fatale all'opera, condannata così al caos sensoriale, agli elementi grezzi, al delirio".
S. M. Ejzenstejn
Io ritengo che questa idea sia valida solo applicata alla letteratura e non al cinema.Ti rispondo che il tuo post è veramente una cacata illeggibile :sisi:
Perché essendo la letteratura un'arte non mediata abbisogna di una precisa corrispondenza tra significanti e significati. Per cui il veicolo formale è necessario.
Il cinema di per sé è mediato perché ha un sottobosco di più arti precostituite di specifici linguaggi. Quindi una mano accademica finisce per creare l'arte dell'arte, che è una cosa che aumenta il distacco temporale con lo spettatore dando l'idea di mediato e anacronistico. Parafrasando nu poco quello che diceva Carmelo Bene :look:, che vedeva il cinema con una sorta di sotto-arte per deficienti, quanto più l'arte è capibile (per via una trama delineata, certi formalismi noti e la somministrazione spettacolare di phatos a dosi) tanto più è misera e consolatoria perché occhiolino tra il creatore e l'idea borghese.
Usando le parole di Ejzenstejn (che all'epoca sperimentava col montaggio in un modo che poteva benissimo essere considerato caotico e delirante) credo che quanto più il cinema sia delirante, oscura, confusa (ovviamente non in maniera posticcia per compiacere lo schifo di Giovanni Guallera) tanto più assurge dignità artistica.
Ma questa è una cosa di cui abbiamo discusso già tremila volta. Nun me risponnere, pigl' ngul.
Ti rispondo che il tuo post è veramente una cacata illeggibile :sisi:
Non sono praticamente d'accordo su niente e prendo atto dell'inconciliabilità delle reciproche posizioni. Sei un deficiente e un ignorante :ok:
Succhiami il mignolo inzuppato a culo a nonneta.va a capì perchè proprio il mignolo....
va a capì perchè proprio il mignolo....
Non voglio infierire. :look:sai campare :sisi:
phatos
Succhiami il mignolo inzuppato a culo a nonneta.Ti rispondo un attimo nel merito perchè non riesco a farne a meno :look:
è proprio il cinema la prima forma d'arte. E' già presente in forma embrionale nelle caverne primitive: i graffiti, racconti per immagini.
Ci stiamo allontanato dal punto focale, mi ritiro nelle mie stanze :look:
Volevo parlare un pò d'arte ma vabbè ...Io mi sono guardato bene dall'intervenire in questo topic, l'ho fatto solo quando mi sono reso conto che Trombetta stava tentando di far passare il suo approccio amatoriale all'arte come un qualcosa di ponderato anziché dettato dalla pigrizia (nella migliore delle ipotesi).
Gradisci un pò di vino rosso ? ;)
Non ho detto che l'arte deve essere elitaria. Ho detto che deve essere oscura e incomprensibile, per tutti.
E poi sarebbe arte fine a se stessa
Ma quale fine e fine? Tu sei più oscuro della fessa di Marisa Laurito, non sai perché campi e vai truvann che pure l'arte abbia un fine? Non ti bastano le altre miserie umane?
Non si capisce. Si intuisce, in un attimo. È una folgorazione.
E' la soddisfazione di un bisogno.Più per l'artista che per l'uomo tout-court secondo me
Gradisci un pò di vino rosso ? ;)se è avanzato... :mascarallah:
Io mi sono guardato bene dall'intervenire in questo topic, l'ho fatto solo quando mi sono reso conto che Trombetta stava tentando di far passare il suo approccio amatoriale all'arte come un qualcosa di ponderato anziché dettato dalla pigrizia (nella migliore delle ipotesi).Amatoriale cio dic a soreta. Prima cosa. [cit.]
Va bene dare consigli ma qua mi si sta quasi pisciando addosso, se la gente ha comunque sborsato soldi per robe scritte da me, se mi sono aggiudicato 2 premi letterari più 1 recente segnalazione ad un concorso ed ho pubblicato un eBook con un editore vero e proprio nu motivo ci sarà o no?
Amatoriale, qualunquismo mongoloide, o' cazz, a' fess. Va bene tutto ma argomentate in funzione di un mio ipotetico miglioramento, non infierite manco foste i Carmelo Bene e sta coppele e cazz.
del suo tanto amato Woody Allen
Chill è Wendell. :mascaralook:
Amatoriale cio dic a soreta. Prima cosa. [cit.]ecco dove devi crescere! Alla prima critica cocente perdi il controllo e parti con l'autoproclamazione. Così facendo oltre tutto legittimi pure il parere di chi magari incalza i toni al fine di scuoterti, di metterti alla prova, di tenerti con la testa sulla terra o più semplicemente ci scherza su.
Scusate uagliù io ho chiesto dei pareri su uno scritto che nun è nemmanc tra i migliori che ho partorito. Mentre voi state qua a fare analisi e controanalisi sull'arte, o' cinema, o' teatro senza dimenticarsi mai di sminuire la mia persona, altrove c'è gente che scrive da anni che si fa seghe a quattro mani e si complimenta per l'esercizio che gli ho fatto leggere, badando allo stile e alla forma dei dialoghi più che alla mia persona. Tutti siamo d'accordo sul fatto che questo testo non sia nulla di eccezionale, anche nelle critiche positive lo si legge, ma st'accanimento gratuito aro cazz ven?
Va bene dare consigli ma qua mi si sta quasi pisciando addosso, se la gente ha comunque sborsato soldi per robe scritte da me, se mi sono aggiudicato 2 premi letterari più 1 recente segnalazione ad un concorso ed ho pubblicato un eBook con un editore vero e proprio nu motivo ci sarà o no?
Amatoriale, qualunquismo mongoloide, o' cazz, a' fess. Va bene tutto ma argomentate in funzione di un mio ipotetico miglioramento, non infierite manco foste i Carmelo Bene e sta coppele e cazz.
no vabbè, ca tenimm i critici d'arte :troll:Momento, io tutte ste cose le faccio, intendo lo studio con annessa applicazione. Sono più i momenti che leggo e studio che i momenti che respiro, solo mi dava fastidio il continuo sminuirmi anche in argomenti che nun ciazzeccavano nu cazz con ciò che ho postato.
però pure tu capetiè, secondo me i paccheri ( bonari!) te li tiri un po dalle mani.........lo stile, i premi, il rifiuto dello status di dilettante........umiltè!!! mi sembra di risentire alcuni tipi che mi dicono "no ma a me non mi interessa studiare l'armonia, troppe regole, il mio è uno stile libero, le regole uccidono la creatività"........se veramente hai passione per ciò che fai, rompiti la schiena e lavora. perchè passione non è solo amore, sentimento. è anche "sofferenza" "sacrificio" :sisi: questo è il consiglio che secondo me avresti bisogno di farti dare, racconto o non racconto. se poi pensi di essere scrittore finito perchè "una vera casa editrice mi ha pubblicato l'ebook" ( :rotfl: ) allora non dirmi che hai aperto il topic perchè vuoi sentire pareri e imparare, dici solo che ti volevi sparare la posa e non ti è riuscito!
Amatoriale è dilettantistico. Se te siente già professionista a vent'anni è nu cazz e problema.Mi stai chiedendo di argomentare con una persona che definisce uno scrittore "amatoriale" oppure "professionista"?
Io ti ho detto che mi ha fatto cacare senza perdermi in formalismi perché siamo tra guagliuni ed è quello che avrei detto ad un mio amico. Se vuoi ti rigiro il concetto in una forma più edulcorata e friendly. :look:
La gente che scrive da anni e si fa le seghe a quattro mani per il tuo esercizio stilistico chi è? Ma con chi te la fai?
Capitie', ma se tu parti dall'assunzione ca si' scrittore professionista, che te ne sbatti 'e palle della forma e stupri la lingua a piacimento (cit.), capitie', ma delle critiche costruttive che te ne fai? Sei già così ridicolmente in posa e pieno di orpelli che uno non può far altro che buttarti a terra cu na vuttata sprezzante. E' cazz che allora te la fai una sana riflessione.
però guagliù non fate diventare questo topic un tiro al piccione.Grazie Alfrè. :bacino:
Il racconto l'ho finalmente letto e posso notare, avendo la stessa età di Luca, gli errori che potrebbe fare un ragazzo di vent'anni. Cioè troppa "aggressività" nella scelta dei vocaboli, uso di costruzioni grammaticali imperfette e un'idea di fondo non eccellente.
Però come esercizio stilistico va bene, è una prova. E io ho visto coraggio e voglia di mettersi in discussione, nonostante gli ultimi post dimostrino il contrario...ma parliamoci chiaro, voi davvero lo state massacrando. Alla fine noi siamo quattro mongoloidi su un forum, va bene esprimere un'opinione in maniera civile e costruttiva ma così non si arriva veramente a niente.
Penso che Luca debba crescere, come me e bender che tutt o blocc ten 22 ann (per dirne uno a caso che non conosco di persona), ma non glielo vado a dire in maniera così colma di disprezzo. Altrimenti non parliamo di un consiglio dato in maniera fraterna ma di una smerdiata gratuita...poi se questo era il vostro obiettivo :ok: :siasd:
Comunque io posso dirti solo di STUDIARE seriamente e di non perdere tempo appresso alle psicocazzate che ho letto in questi ultimi tuoi interventi. Gli esercizi stilistici vanno fatti in tutte le salse, quindi devi scrivere sia nel modo del "Pulp" di Bukowski ma anche, per dirne uno, nel modo di "Germinale" di Zola. Abbassa la testa e concentrati, sforzandoti, di fare anche cose che NON ti piacciono. La crescita, soprattutto a livello personale, avviene lì.
Ti raccomando di leggere tutta la letteratura francese dell'Ottocento, di cui sono appassionatissimo. Ti aiuterà, eccome.
Poi per il resto, mi permetto di suggerirti anche Mario Mariani (antesignano di Moravia nella critica sociale) di cui ti consiglio "La casa dell'uomo" e "Per l'ultima volta" da cui è tratta questa frase che credo ti servirà: "La critica non ha mai rivelato un grande scrittore o autore drammatico ai suoi primi passi e ha sempre soltanto cercato di demolirlo quando lo vedeva circondato dal favore del pubblico. Salvo poi a prostituirsi in salamelecchi ufficiali quando lo scrittore era ormai una gloria certa."
Scrivi e studia, studia e scrivi, non ti adagiare e non dire stronzate. Cià uagliò
ecco dove devi crescere! Alla prima critica cocente perdi il controllo e parti con l'autoproclamazione. Così facendo oltre tutto legittimi pure il parere di chi magari incalza i toni al fine di scuoterti, di metterti alla prova, di tenerti con la testa sulla terra o più semplicemente ci scherza su.La sottile linea tra una critica e una provocazione. Purtroppo la mia miopia mentale, a causa del mio vedere persone serie attorno a me, mi impedisce di scrutare i cazzari come Fiorenzino verità che è una specie di troll naturale, figlio di momasf e parente d'Alemao.
Sono più i momenti che leggo e studio che i momenti che respiro
Momento, io tutte ste cose le faccio, intendo lo studio con annessa applicazione. Sono più i momenti che leggo e studio che i momenti che respiro, solo mi dava fastidio il continuo sminuirmi anche in argomenti che nun ciazzeccavano nu cazz con ciò che ho postato.o frà il racconto non l'ho letto e non mi sognerei di giudicarti da quello, però pure tu, soffri di un pò di manie di persecuzione, a finale sei stato apostrofato una mezza volta, (in questo topic :look:) e poi qua dentro chi è che non si prende le pernacchie per ogni pirito? poi ammetti che ci hai rifilato un esercizio e manco dei migliori... solo per questo, per me, è come se ci avessi maletrattato :lookair:
E' impossibile giudicare una persona da un singolo scritto di 6 pagine A4, e se ho decantato i meriti (cosa che almeno qui su non ho mai fatto da un anno a sta parte) era solo per far capire che non si tratta di uno che ieri s'è scetato e ha iniziato a fare "o' scrittore" ma di uno che da anni studia, applica, interpreta, costruisce, divulga e collabora con varie realtà mediamente importanti. Uno che fa tant schif come si evince dai commenti di taluni non dovrebbe nemmeno essere "nel giro" non trovi?
Non mi sono mai detto arrivato, non sono qui a fare l'Enzo Avitabile ra situesciòn, ma non sto nemmeno a fare il signor Malausséne de noiartri. Sia ben chiaro. E chiedo scusa se ho fatto trasparire megalomania nel mio posto precedente, mi sono spiegato male.
o frà il racconto non l'ho letto e non mi sognerei di giudicarti da quello, però pure tu, soffri di un pò di manie di persecuzione, a finale sei stato apostrofato una mezza volta, (in questo topic :look:) e poi qua dentro chi è che non si prende le pernacchie per ogni pirito? poi ammetti che ci hai rifilato un esercizio e manco dei migliori... solo per questo, per me, è come se ci avessi maletrattato :lookair:Si te faciv nun gir ieri nel topic di Marek ce stevene 40 persone a dirgli le peggio cose :asd: Io ormai porto a nummenata ce sta poco a fa, per una y mi so giocato l'esistenza :fuga:
e poi nun te scurdà che quella y griderà vendetta fino a quando marekiaro resta qua :cazzimm:
Insomma ci deve essere la TRAMA per potere passare sulle regole
Purtroppo, mi trovo spesso a pensarla in modo contrario rispetto a te, ultimamente.
Io credo che la trama sia l'elemento meno importante di ogni opera letteraria. Se la trama ha molto rilievo in un'opera, significa che l'opera non vale nulla.
La trama è accessoria, ciò che rimane è l'arte nel combinare le parole, nel creare combinazioni che portino in luoghi mai esplorati prima.
La stessa trama può essere sviluppata in modo indegno così come in modo eccelso (e questa è una ovvietà, lo so)... La trama non può fare la differenza.
Il romanzo perfetto è quello che si sorregge senza trama. Questo è ideale, lo so, ma ne deriva che la perfettibilità è lo scindersi sempre più netto dalla trama.
(Lo so che sembra che io esponga sentenze, in realtà è semplicemente il mio pensiero e trovo ridicolo scrivere in ogni frase "credo", "penso", "secondo me")
No su questo mi rendo conto di essermi espresso in maniera equivoca.
In realtà per trama non intendevo il mero intreccio narrativo quanto piuttosto la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione di luoghi sentimenti, stati d'animo, sfumature.
Il racconto mi è piaciuto. si vede che ci sono delle potenzialità ma,come il giovane insigne nel calcio :look:, anche tu devi crescere. Spero tu non ti offenda se ti dico che alle spalle si vede che c'è uno studio costante ma che non è andato ancora in profondità. leggi, aggiornati, e studia TANTO. non so tu cosa faccia nella vita ma io ti consiglio soprattutto di studiare. per me, da lettore qualunque, il talento c'è e mi auguro tu possa continuare per questa strada. ti posso solo consigliare di essere umile. soprattutto ci tengo a dirti una cosa. nella vita ti pioveranno addosso sempre molte critiche negative. io avevo 13 anni e mi sono trovato a fare un film per cui fui(giustamente) massacrato da più parti. decisi, nonostante le offerte provenissero da più parti, di smettere. ero troppo piccolo per capire che questo fa parte della vita e ahimé non c'era nessuno a "guidarmi" in quella occasione. mi sento quindi di dirti di accettarle e farne tesoro per crescere perchè solo attraverso le critiche si può crescere e migliorare. mi sento inoltre di dirti anche che bisogna sempre valutare da dove provengano le critiche. valuta chi scrive e cosa scrive e lascia perdere chi cerca di criticarti con intento puramente provocatorio...Tante grazie Mattia (scusa ma ho letto solo ora :doh: ).
in bocca al lupo
p.s. è sempre bello vedere un ragazzo di 20 anni seguire le proprie passioni e darsi da fare come fai tu
P.S: Nickwuà è un chiachiello esagggggerato :nono: