"Sei un senza palle. Ti caghi addosso davanti a Mourinho, vero? Vaffanculo!". L'urlo, rigorosamente vietato ai minori, arriva da Zlatan Ibrahimovic, ed è diretto a Pep Guardiola. Stagione 2009-2010, qualle in cui l'Inter scambia Ibra con samuel Eto'o. Lo svedese arriva a Barcellona con un obiettivo: vincere la Champions. Sulla carta, il Barça non ha avversari. Là davanti ci sono Ibra e Messi: una coppia stellare. Sulla carta, appunto. Perché qualcosa non gira. E quella stagione si trasforma, per Ibra, in un incubo. A raccontarla, e a definirla così, è lo stesso Ibrahimovic, nel libro (in uscita tra due settimane in Svezia e in Italia) in cui racconta la sua carriera. Si intitola "Racconto tutto, mi metto a nudo". E mai titolo fu più azzeccato.
Dopo aver firmato, Ibra si sente sulle nuvole per la gioia. Ma al primo incontro Guardiola gli dice di "rimanere con i piedi per terra". Che il club non gradisce i giocatori guidino Porsche o Ferrari per andare agli allenamenti. Ibra accetta. Ma pensa che sia assurdo, anche perché Ibra ama la velocità: "Guido sempre come un pazzo. Ho guidato a 325 chilometri all'ora, lasciandomi dietro la polizia. Ho fatto così tante cazzate che non oso pensarci". Deve pensarci, e lasciare la sua auto nel garage.
Ma persino lo spogliatoio sembra una caserma. O una scuola. Messi, Xavi, Iniesta: tutti zitti, ad ascoltare Guardiola anche quando non c'è. "Io invece sono un ragazzo a cui piacciono i tipi che passano con il rosso". E lì "diventavo troppo buono". Nel Natale 2009 torna in Svezia, depresso. Pensa anche di lasciare il calcio: anche percHé Guardiola ha occhi solo per Messi. "Quando lui ha cominciato a parlare, chiedendo un altro ruolo, le cose sono cambiate, Guardiola ha preferito accontentare lui". Quando torna a Barcellona, Ibra sbotta: "Io sono una Ferrari, ma mi guidi come se fossi una Fiat". guardiola si risente, smette persino di guardare lo svedese. Henry gli chiede, un giorno: "Ciao Zlatan, ti ha guardato oggi?". "No, ma l'ho visto da dietro". "Auguri, le cose stanno migliorando!".
La rottura arriva quando Ibra mette a confronto Guardiola e il suo ex tecnico, Mourinho. Per il quale, ha sempre detto, sarei pronto a uccidere. "Sei senza palle", urla a Guardiola. "Ti caghi addosso davanti a Mourinho! Vaffanculo!". Il Barcellona perde la semifinale contro l'Inter, i nerazzurri vincono la Champions. Col suo sogno distrutto, con un rapporto con l'allenatore ai minimi storici, Ibra rifà la valigia. Torna a Milano, questa volta al Milan. E tra poche settimane si troverà di fronte, ancora una volta, Guardiola.
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