Dark è un termine che può comprendere generi musicali anche molto distanti.
Dark può essere considerato qualche brano dei Velvet, Stooges, ma anche dei Jefferson Airplane (che parrebbero agli antipodi) per non parlare dei Black Sabbath e Black Widow, oppure nelle corde folk della Incredibile String Band, nelle liturgie di Popol Vuh o anche nelle pop song makeuppate e ‘Glam’ di inizio settanta
(Bowie, Roxy Music, T Rex).
Ed è solo qualche esempio.
La new wave nata dalle ceneri del punk, essendo alla fine una musica di riflusso, dopo l’euforia del 77, ha il seme dark, (Si ascolti il percorso di tre gruppi fondamentali: Sex Pistols/PIL, Warsaw/Joy Division e Wire).
La linea di basso profondo e fluido in primo piano, la distorsione chitarristica col tipico delay tagliente…
I gruppi si moltiplicano e la dark wave diventa un genere stereotipato da usare con cautela.
Siouxie and the Banshees, Christian Death, Bauhaus, The Cure, Birthday Party, Virgin Prunes, e sul versate più hard, I primi Swans, Killing Joke, Big Black, sono forse i gruppi più interessanti.
A inizio/metà anni ottanta l’elettronica ha il sopravvento: Coil, Cabaret Voltaire, Foetus, Clock Dva, Current 93, sono fortemente imparentati con l’industrial di Throbbing Gristle e Suicide, oppure la scena 4AD (This mortal Coil, Cocteau Twins, Dead Can Dance) dai suoni levigatissimi e puliti, o l’ambient (dark in alcuni album) di Eno, Hassel, Budd… Per non parlare della sterminata schiera synthpop…
Poi Jesus and Mary Chain, Spacemen 3 e My Bloody Valentine nella metà /fine del decennio riportarono in auge la distorsione chitarristica, il muro di feedback onirico, che sfociò nello ‘shoegaze’ dei primi novanta.