Ho conosciuto negli ultimi giorni, un ex rugbysta, che ha giocato in serie A italiana (gallese e spagnola).
Mi ha raccontato tantissimo di questo sport, degli infortuni, allenamenti, dinamiche di spogliatoio, etica. Ed anche di doping. Mi ha detto come esiste, ed è diffuso in quell'ambiente.
La federazione internazionale tollera il 2% di doping, sicchè gli atleti riescono a farsi cicli e a non esser "scoperti". Inoltre, l'antidoping italiana in molti casi è tollerante, specie con gli anglofoni che vengono a svernare in italia. Nell'ambiente si sa chi prende aiuti e chi no ... ma i non dopati non vedono con ostilità chi si dopa, non lo vedono come uno che bara, ma come uno che ha fatto una scelta: quella di mettere a rischio carriera e vita per avere risultati immediati