Ultimo esempio della gloriosa commedia scorreggiona, che tanto ci ha accompagnato nel decennio precedente, non a caso diretta dallo specialista del genere, il grande Nando Cicero uno dei registi comici più sottovalutati di sempre, che quando aveva libertà di campo autoriali, sfoderava piccoli gioielli come Bella ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella e il celeberrimo Ultimo tango a Zagarol, che per Francis Ford Coppola, Robert De Niro ed il sottoscritto è decisamente superiore alla radical chiccata bertolucciana Ultimo tanto a Parigi, non a caso lo stesso Bertolucci nel bellissimo documentario di Ciprì e Maresco, Come inguaiammo il cinema italiano, afferma che non ha mai voluto vedere il film di Cicero perchè aveva paura che fosse superiore al suo.
Come già detto in precedenza resta un film fondamentale per la cinematografia italiana, perchè è l'ultimo diretto da Cicero, è l'ultimo appunto del genere commedia scorreggiona (il cinema italiano comico stava mutando, da una parte avevamo l'avanzata dei nuovi comici "autoriali" come Verdone, Troisi e Nuti, dall'altra la commedia "vanziniana" sotto l'elgida dei colossi produttivi Cecchi Gori e De Laurentiis, e dall'altra i classici Pozzetto, Villaggio, Montesano, Celentano che diretti da vecchi leoni come Castello & Pipolo, i fratelli Corbucci, Pasquale Festa Campanile, facevano da collante ai due sottogeneri e con loro nascevano anche i primi esempi di cinepanettoni, ovvero filmettini da i mega incassi natalizi...) e non caso è l'ultimo che vede come protagonista, il suo massimo esponente, quello che potremmo paragonare a quelli che sono stati Jack Nicholson, Al Pacino, Dennis Hopper, per la new Hollywood degli anni '70, vale a dire Alvaro Vitali qui al suo massimo splendore, appena uscito dai vari Pierini, e quindi con molto più ragio d'azione, e come capitava anche in precedenza, viene coadiuvato da uno strepitoso Mario Carotenuto, fantastico caratteristica cresciuto sotto l'elgida di Totò, vera forza motrice comica del film, non a caso le migliori battute vengono dette proprio dal canuto ed occhialuto attore romano.
Ma è soprattutto la grandissima galleria di personaggi, interpretati da eccezionali caratteristi che fa rimanere indelebile questa pellicola : Nino Terzo rapitore sardo tifosissimo del Napoli con Tibero Murgia come padre che vuole andare alle Follie Bergè a Parigi, la cattivissima ed interista Franca Valeri con alle sue dipendenze il nero livornese Bobby Rhodes, Carmen Russo ballerina brasilera a dir poco esplosiva, Vittorio Marsiglia tifoso napoletano scaramantico (bisognerebbe portarlo sul forum), l'attore feticcio di Cicero vale a dire il francocicciano Enzo Andronico stupendo jettatore, dopo quello interpretato da Totò, è indubbiamente il più celeberrimo nel ruolo. Tutti al loro meglio, tutti orchestrati magicamente da Cicero che si congeda in maniera perfetta.
Solo chi crede che le proprio scorreggie odorino non può apprezzare tale pellicola, che colpisce al cuore ed al cervello e che ci fa capire che anche un rullo di tamburi che serve a coprire il rumore delle scorregge, può essere definito commedia dell'arte.