Sono d'accordo. Tra l'altro si parla di crisi ma negli ultimi 5 anni l'Italia ha vinto un mondiale e due champions, il calcio nostrano ha visto anche momenti peggiori...
E' vero Peppe però il modello economico funzionante, quello per esempio dell'Arsenal, è quello che comunque anche in Inghilterra non vince. A fare la differenza è sempre il mecenatismo esasperato, il buttare soldi a fondo perduto, cosa che fino a quindici anni fa accadeva regolarmente (in misura minore) in Italia e che oggi è il modello di squadre coperte di debiti e dai passivi di bilancio clamorosi che sono le migliori al mondo
Se parliamo dei risultati sportivi sono d'accordo sul fatto che in Inghilterra stia facendo la differenza il mecenatismo. La fortuna del calcio d'oltremanica la fanno personaggi attirati dalle possibilità di business extracalcistico che offre il paese.
Oggi però ho letto il Report Calcio 2011, realizzato in collaborazione con la FIGC. Ci sono alcuni dati interessanti che non si possono bypassare rifacendosi in toto al doping finanziario.
Ci sono sistemi calcistici validi, all'avanguardia, ed altri consunti e decadenti e noi ovviamente facciamo parte del secondo gruppo. E' utile leggere i ricavi e la loro composizione.
La Premier League nel 2009/10 ha generato ricavi per 2.440 milioni di euro. Serie A, Bundesliga e Liga si fermano a circa 1.500 milioni di euro.
La differenza tra noi ed inglesi non la fanno i diritti televisivi nazionali. Assieme alla Premier siamo quelli che prendono più soldi dalle tv. Gli inglesi ci staccano solo grazie alla cessione dei diritti all'estero, eventualmente bisogna lavorare lì.
Il problema vero è che in Italia la cessione dei diritti televisivi rappresenta da sola il 65% dei ricavi complessivi. In Inghilterra sono il 50%, in Germania e Spagna (ma qui la metà dei soldi li mangiano Barça e Real) addirittura 32% e 38%.
Noi siamo il fanalino di coda in quanto a ricavi dallo stadio. Del merchandising non ne parliamo proprio: la Bundesliga e la Premier dominano, noi ci piazziamo addirittura alle spalle della Ligue 1.
Mentre qua in Italia abbiamo sempre guardato al guadagno facile ed immediato, altrove c'è stata programmazione. Oggi hanno una diversificazione dei ricavi e possibilità di crescita del settore legate allo sviluppo di diversi settori delle aziende.
In Italia a parte la Juventus (che per me nel giro di 5 anni staccherà tutti, comprese le milanesi) nessuna società si è mossa per fare uno stadio proprio (e qui la legge italiana non da una mano). L'impianto di proprietà non ha incidenza solo sul numero degli spettatori ma genera effetti positivi anche sul merchandising, catering e altre attività collaterali. Inoltre costituisce, ovviamente, un asset patrimoniale fondamentale dal punto di vista finanziario (chissà che cazz' aggia scritto, correggetemi se sbaglio, così imparo

).
Intanto noi a Napoli teniamo il presidente giovane

che invece di pensare a queste cose farnetica su leghe internazionali e litiga con Infront sulle gocce di un limone, quello televisivo, già abbondantemente spremuto.