così, per aggiungere carne al fuoco
Calcio scommesse, sedici arresti in tutta Italia
Domiciliari per Beppe Signori, l'ex attaccante della Lazio. Secondo l'accusa, calciatori e dirigenti avrebbero truccato i risultati delle partite nelle serie inferiori
foto LaPresse
09:07 - Sedici persone, tra cui l'ex laziale Beppe Signori, ex giocatori di serie A, calciatori di serie minori ancora in attività e dirigenti di società, sono stati arrestati per un'inchiesta sul calcio scommesse. Avrebbero condizionato alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro. La magistratura di Cremona ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 9 agli arresti domiciliari. Indagate 30 persone.
Secondo l'accusa, gli sportivi erano parte integrante di una vera e propria "organizzazione criminale" nella quale ognuno aveva compiti e ruoli, il cui obiettivo era quello di manipolare gli incontri a loro vantaggio. Gli indagati, secondo l'indagine, sarebbero anche riusciti a condizionare alcune partite, attraverso accordi e soldi. Per tutti le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive, un'organizzazione che si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita.
Domiciliari per Beppe Signori
C'e' anche l'ex capitano della Lazio e attaccante della Nazionale, Beppe Signori, tra le persone arrestate. Lo rende noto l'agenzia di stampa Ansa. Per Signori sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari.
Partite truccate in serie B e Lega Pro
Nei confronti dei sedici arrestati, sostengono gli investigatori, ci sono prove "importanti ed inconfutabili". L'indagine, partita sei mesi fa, avrebbe consentito inoltre di individuare la responsabilità dell'organizzazione in occasione di un incontro di calcio al termine dello scorso anno proprio a Cremona. Le partite truccate sono state giocate in B e Lega Pro.
Gli arresti sono stati eseguiti dagli uomini della polizia a Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara.