Max, proprietario di una tv porno via cavo, scopre videodrome un canale pirata incentrato su assassinii e torture in diretta. Alla lunga si accorge che videodrome nasconde ben altro.…Credo sia uno dei film più importanti sulla nostra epoca. Profetico, poliedrico, nuovo nel registro comunicativo. Cronenberg porta ad atto la potenza degli impulsi visivi e uditivi di Kubrick, crea una contaminazione non più solo subconscia ma fisica. Il linguaggio della carne e delle macchine si sposa con la forza degli istinti primordiali di sesso e violenza (vedi ventre pucchiacca e mano pistola). La mente è posta ad un livello superiore sul piano fisico e metafisico. E' sensibile, vulnerabile, malleabile. Non a caso il cervello resta l'unico organo a subire una contaminazione naturale.
Il risultato della trasformazione del protagonista è l'estremizzazione del paradosso iniziale:
Ne consegue che la televisione è la realtà e che la realtà è meno della televisione.. L'autore sviluppa la tesi ponendo lo spettatore nelle stesse condizioni di somministrazione violenta a cui è sottoposto Max Renn. Lo sviluppo diventa disorganico con il progredire della malattia, i colori tendenti al rosso, le scene di sadismo non più trasmesse in video ma vissute.
Interessante è una possibile soluzione offerta dall'autore alla perdita delle facoltà cognitive derivante dalla pervasività del mezzo televisivo, la religione. Anche questa però risulta essere dogmatica (il finale ne è la più grande prova), imperativa, foriera di dubbi e suggestioni.
Il messaggio di fondo è chiaro. Il consumatore esposto diventa da artefice, mezzo, da vittima, carnefice.
Nota di demerito: alcune scene di splatter sono decisamente tamarre.
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