Lascio solo questo messaggio perché non mi va di discutere dove si sputtana senza argomenti più di un secolo di storiografia sulla questione meridionale (con buona pace di Salvemini, Nitti e compagnia).
Non si tratta di rivendicare il trono ai Borbone (a proposito: non "borboni"!), tutt'altro: è prima di tutto necessario ristabilire una parità culturale, negata da troppo tempo e che ha reso i meriodionali gente "inferiore". A partire da quando i corpi dei contadini (briganti) uccisi venivano deturpati e poi fotografati, le loro teste inviate al nord per gli studi di antropologia criminale. Gli eccidi nei confronti degli abitanti del Sud continuano a essere taciuti, quando si deve tenere conto che hanno portato più morti di tutte le guerre d'Indipendenza. A partire da una guerra che è quanto di più vicino al genocidio, non un'annessione.
E chi lo contesta cosa fa? Non parla di dati storici, non cita fonti, ma si accontenta di "mi hanno insegnato così". Se gli parli dell'alto reddito pro-capite del Regno di Napoli ti dice che il popolo faceva la fame (invece i contadini padani stavano una bellezza...come se il popolo non fosse ovunque povero, analfabeta e emarginato); se parli del fatto che l'unità d'Italia non derivi dagli ideali risorgimentali (i democratici furono sempre sconfitti) ma da un progetto europeo di assestamento sei antiitaliano; se parli di quanto culturalmente era avanzata la cultura napoletana (i codici napoletani riconosciuti superiori a tutti quelli degli altri stati preunitari, lo statuto promulgato prima e meglio di quello albertino) ti citano la Toscana come oasi (?) di pace e prosperità, di riforme. Ecc ecc.
Non è un "si dice", non è una chiacchiera la questione meridionale. Solo la controparte di una storiografia liberale che si è imposta (utilizzata anche dal fascismo), ma che per fortuna non è l'unica linea. Già Gramsci o Don Milani, per citare due personaggi estranei alla storiografia meridionale, denunciavano i mezzi di questa guerra.
Inutile poi per me dire che si deve guardare al futuro senza livori passati. Revisionismo? Una tendenza giusta, se non è negazionismo (non sono analisi paragonabili alle "panzanate" di Panza), la storiografia lo è sempre. Quella meridionalista ha tra l'altro grande valore perché utilizza spesso fonti che dovrebbero essere favorevoli alla storiografia liberale. Se non si aggiusta il passato le discriminazioni non cesseranno mai, perché è da lì che hanno origine.
E CHIUDO DICENDO CHE NON SONO NEOBORBONICO, NON VIVO AL SUD, NON SONO DEMOCRISTIANO.