.........Capitolo I
Doveri negativi
I Doveri negativi son quelli, che impongono l'obbligo di astenersi dall'offender alcuno in
qualunque maniera. Or in tre maniere si può offendere alcuno. Si può offendere nella
persona, nella roba, e nell'onore.
I. Non si può offendere alcuno nella persona.
Si offende alcuno nella Persona o coll'ammazzarlo, o col ferirlo, o col batterlo, o col fargli
scherni, dispetti, insolenze, ovvero col molestarlo ed inquietarlo in qualunque modo.
Nessuno di questi atti ardirà mai alcun di voi di commettere contra il suo simile; siccome
non ardirà mai neppur l'offeso di prender da sé la privata vendetta: ma ricorrerà a' suoi
Superiori per la dovuta giustizia; e credendo non averla da quelli ottenuta, potrà anche di poi
venire da Me. Vegliano contri tutti questi delitti attentamente le Leggi: ma tanto più
vegleranno esse contra quelli, che mai si commettessero in questa Società, che ha per suo
principal fine l'amore, e la carità, e che l'esempio dev'essere della pubblica educazione.
II. Non si può offendere alcuno nella roba.
Si offende alcuno nella roba, ogni qualvolta o con violenze, o con inganno si usurpa, o si
ritiene ingiustamente quello, ch'è d'altrui. Il titol di ladro è il titol più infame e vergognoso
che poss'aver l'uomo. Ciascuno dunque si guardi bene di meritarlo per alcun modo. In ogni
Società i ladri son condannati ad atrocissime pene. In questa, dove l'onore, e la virtù sono i
principali cardini della medesima, se mai ve ne fossero (che non è neppur da dubitarsi)
saranno più rigorosamente puniti. Nelle compre perciò, nelle vendite, nelle permutazioni, ed
in ogni altra specie di contratti ogn'uno si guardi di usar soperchieria, ed inganno. Nessun
venditore abusi dell'imperizia del compratore col chiedere un prezzo maggiore del dovere: e
nessun compratore si valga mai dell'ignoranza, o della necessità, in cui è tal volta il
venditore, per levargli quel giusto prezzo, che gli spetta. Vadan bandite la mensogna, le
frodi, e le fallacie nelle misure, ne pesi, nella qualità delle robe, che si venderanno, o
compreranno, nella qualità del danaro, ed in tutt'altro, in cui la versuzia, e l'inganno possa
usarsi; e si proceda in tutto con candore, onestà, e buona fede. Sia la parola il vincolo più
sacro della Società; e tutti sian fedelissimi, e sinceri ne' detti, e ne' fatti. Chi ha fedelmente
servito, sia prontamente pagato; né alcuno gli neghi o ritardi la mercede dovuta a ciò non sia
causa della sua mina. In somma erigga ogn'uno nel suo cuore l'altare della giustizia; e tratti
col suo simile, come vorrebbe, che questi trattasse con sé.
III Non si può offendere alcuno nella riputazione.
La riputazione è la cosa più importante e più preziosa, che possa aver l'uomo d'onore; e
talvolta togliere altrui la riputazione è peggior delitto, che offenderlo nella roba, e nella
persona. Nessun quindi dirà mai cose false contra di alcuno; e chi caderà in questo delitto,
vada immediatamente bandito da questa Società. Nessuno dirà ingiurie, e villanie ad altri.
Nessuno metterà in ridicolo, ed in beffa il suo fratello; essendo tutte queste cose contrarie a
quello spirito di carità, e di amore che Dio comanda, e che Io voglio, per ben della pace, del
buon ordine, e della tranquillità delle vostre famiglie, da voi esattamente praticato.
Non sono stato io ne un fervido risorgimentale, repubblicano unitario o qualche generale italiano dopo l'unione ma Ferdinando di Borbone