Giornalista si fa ricoverare in manicomio per scoprire un assassino. L'esperienza è terribile. Senza uscita.Thriller psicologico che ha proprio nella resa della tortuosità della psiche il suo principale difetto. L'approccio al tema della follia è superficiale, Fuller si limita ingenuamente a ricorrere ad una recitazione iperbolica, esagerata. Alcune incongruenze di sceneggiatura sono lampanti (non è credibile che un maniaco internato per aggressione alla presunta sorella abbia la possibilità di entrarvi costantemente in contatto e baciarla in manicomio).
La carrellata di matti è un pretesto per passare in rassegna i cardini dell'ideologia fulleriana: l'anticomunismo, quasi scontato, ma anche l'antirazzismo e una certa ostilità per la guerra fredda.
Note positive l'ottimo impatto visivo e il passaggio sfumato dalla lucidità alla pazzia, con le linee di demarcazione ben dissimulate. Scorsese ha preso sicuramente più di qualche spunto per il suo Shutter Island
Voto: ***