La dodicenne Aviva Victor vuole essere madre. Fa tutto quello che può perché ciò accada e arriva molto vicina a raggiungere lo scopo, ma è fermata dai suoi preoccupati genitori. Così scappa, ancora determinata a restare incinta, ma invece si trova persa in un mondo alternativo, meno sensato forse, ma pregno esso stesso di ogni sorta di strane possibilità.Film frammentato in una decina di parti, ciascuna di esse con un nome e attrice diversi nei panni della stessa protagonista. Solondz tratta con sarcasmo politicamente scorretto l'aborto (provocando disgusto per entrambe le fazioni che si confrontano sul tema) e sfuma i confini tra bene e male (pedofili, fondamentalisti cattolici). E' un film sui disadattati girato dalla loro prospettiva.
Il nome della protagonista è un palindromo (Aviva, resta uguale anche leggendolo al contrario) e lo sono anche i pezzi di cui si compone l'opera: il punto di arrivo corrisponde a quello di partenza, tutto quanto si fa per emanciparsi nel frattempo è inutile. Staticità, ineluttabilità, pessimismo. Insomma, tanti pregi

, ma altrettanto kitsch e molta noia. Disturbante.
Voto: **1/2