Condivido quasi totalmente il pensiero di Nessuno (che in ogni caso s'è limitato ad accennare qualcosa, perchè posso soltanto immaginare quanto sia profondo), ma sulla questione "inizio-fine" non mi esprimo perchè non sento che mi riguarda.
In ogni caso comunque soprattutto ultimamente tendo a mettere in discussione ogni elemento tradizionale e religioso, per cui mi sentirei un bifolco a credere che Dio o chi per esso ci abbia parlato attraverso degli esseri umani, che hanno scritto sotto "effetto" della divinità . Non mi fido della storia "scritta", figuriamoci se devo affidare il mio destino, la mia fede, la mia anima a quattro righe scritte da uomini prima di me. Per non parlare poi del fatto che la cultura nell'Occidente per molti secoli è passata per poche mani, per lo più di monaci, unici a saper scrivere. Posso immaginare dunque le "correzioni", se così vogliamo dire.
(Un mio prof al biennio del liceo, filologo, ci parlò proprio di quante imprecisioni ci possano essere durante una trascrizione o una copiatura: l'esempio più banale che mi viene in mente ora è ciò che comunemente capita quando racconti un fatto ad una persona: può capire una cosa e magari raccontarne un'altra o capire ciò che hai detto ma raccontarlo in modo diverso: il margine di errore chiaramente è incalcolabile)
E' per questo che ad oggi sono molto interessato a leggere i risultati degli storici, archeologi e antropologi moderni, che di fatto non fanno altro che confermare che ciò che cambia è la forma delle cose e delle persone, ma non la loro sostanza, che di fatto tende a rimanere la stessa: facendo un discorso piuttosto superficiale: 4000 anni fa si amava, oggi si ama, le regole erano più o meno le stesse di oggi "l 'onore, il rispetto, l'orgoglio, amor di patria", che di fatto comunque tendono a cambiare a seconda del luogo e dell'epoca della persona. Tuttavia non scompaiono mai del tutto. La natura di per sè non tende ad evolversi alla maniera che intendiamo noi. Apparentemente rimane statica, pur tuttavia risultando dinamica.
E comunque, sono sempre più convinto che una delle più grosse nostre sicurezze che possiamo avere sia paradossalmente quella di non averne. Avete mai pensato a Dio che risponde alle vostre preghiere? Che conseguenze ci sarebbero? Ciò che invece continuo a pensare è che siamo tutti parte della stessa divinità , che ci consente di essere. Forse un pensiero che si avvicina all'idea del Tao, ma che tuttavia non mi va di "rubare", perchè significherebbe fermarsi.