Autore Topic: Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci, 1977)  (Letto 3207 volte)  Share 

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bender89

Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci, 1977)
« il: 14 Novembre, 2010, 18:08:37 pm »


Mario Cioni non riesce a staccarsi dalla figura della madre che lo opprime ed è schiavo di una società  dalla quale subisce modelli di comportamento. Le sue ribellioni sono esclusivamente verbali e non lo allontanano dalle sue inibizioni e frustrazioni. Anche il sesso sempre presente nel suo linguaggio e nelle sue fantasie è una sorta di inutile rivalsa. Mario è vittima anche dei compagni di balera che gli fanno uno scherzo di cattivo gusto. L'unico modo di liberarsi da una realtà  che gli va stretta è sperare in una rivoluzione guidata da Enrico Berlinguer.

Benigni assolutamente sopra le righe. Il suo Cioni mescola l'inibizione sociale dello scemo del villaggio (soggiogato da famiglia, amici, chiesa) all'impulso liberatorio e irriverente della sessualità . Il film è tutto il suo personaggio, inserito in uno spaccato sociale da popolino inculato che rincorre aspettative che manco conosce mentre si impappina di ignoranza e pugnette. Le risate (tante) sono amare, alcune scene indimenticabili. Il risultato è apprezzabile.
**3/4

«Noi semo quella razza che non sta troppo bene
che di giorno salta i fossi e la sera le cene,
lo posso grida' forte, fino a diventa' fioco,
noi semo quella razza che tromba tanto poco,
noi semo quella razza che al cinema si intasa
pe' vede' donne gnude, e farsi seghe a casa,
eppure la natura ci insegna sia sui monti sia a valle,
che si po' nasce bruchi pe' diventà  farfalle,
ecco noi semo quella razza che l'è fra le più strane,
che bruchi semo nati e bruchi si rimane,
quella razza semo noi è inutile fa' finta,
c'ha trombato la miseria e semo rimasti incinta.»

Offline ziumberto

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Re:Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci, 1977)
« Risposta #1 il: 16 Novembre, 2010, 21:31:27 pm »
Però nu poc a uallera l'abboffa.