Autore Topic: L'avventura (Michelangelo Antonioni, 1959)  (Letto 3148 volte)  Share 

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bender89

L'avventura (Michelangelo Antonioni, 1959)
« il: 12 Novembre, 2010, 13:31:54 pm »



Nel corso di una gita in barca sulle isole Eolie e appena sbarcati, Anna ed il fidanzato Sandro, hanno un violento litigio. Nel fratempo scoppia un temporale ma al momento di risalire in barca di Anna non c'é più traccia, così Sandro e l'amica Claudia decidono di restare sull'isola per cercarla, ma tra i due nasce subito un'intesa e ben presto si scorderanno di Anna.


E' il primo lavoro della trilogia dell'incomunicabilità . Mi ha convinto poco, sebbene sia girato da padreterno (sull'isola, in treno :sbav:).
Nel distanziare i protagonisti finisce per straniare lo spettatore stesso, messo davanti a una interminabile rincorsa (le due ore e mezza sono decisamente esagerate), a rapporti estemporanei, improbabili, volutamente vuoti.
Parte bene, con le vivaci tinte di un giallo. Dopo i primi 40 minuti si accartoccia su un Allen in coma. Il ritmo si affossa e la base concettuale e recitativa che dovrebbe reggere il resto è veramente scadente.  Il finale è un "Ohhh!", ma pensi "Chitemmuoooh!".
**3/4

Offline ziumberto

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Re:L'avventura (Michelangelo Antonioni, 1959)
« Risposta #1 il: 12 Novembre, 2010, 13:52:25 pm »
Mi sorprende il voto di bender, che ha dato 5 a Blow Up.
Il film si allunga nella seconda parte in alcune vicende marginali, ma la prima parte è indimenticabile.
Fotografia di grande livello. Attori ottimi. Scenari mozzafiato.
Insieme a Blow Up per me è il capolavoro di Antonioni.

 :sisi: :sisi: :sisi: :sisi:

Offline regista

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Re:L'avventura (Michelangelo Antonioni, 1959)
« Risposta #2 il: 13 Novembre, 2010, 15:06:25 pm »
quoto zio ma non in toto.......di solito non parlo molto di cinema ma "L'avventura " merita qualche parola in piu'.
A mio avviso, questo e' un capolavoro assoluto del cinema italiano. Amo i visi cult, la sceneggiatura e la fantastica interpretazione della Vitti.
Siamo nel 1960, in piena maturazione neorealista, Antonioni con questo film da una sterzata all'intero movimento cinematografico italiano  approfondendo tematiche sentimentali e soggettive dei personaggi in sostituzione di quelle "classiche" del neorealismo.
La seconda parte, con situazioni dilatate e pochi dialoghi, consente al regista una coerente armonizzazione tra paesaggio e i conflitti interiori dei personaggi.
 Nel suo stile credo che possa essere anche considerato un film militante, ricordo che siamo in prossimita 'del boom economico e Antonioni con questo film non esulta al cambiamento della societa' degli anni 60.
Fotografia che rimarra' nella storia. Scenari da brividi.
Il miglior film di Antonioni (per me)
« Ultima modifica: 13 Novembre, 2010, 19:05:10 pm da regista »
Sappiamo tutti chi e' il porco!
please, no more Vittorio Raio!

Offline kowalski

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Re:L'avventura (Michelangelo Antonioni, 1959)
« Risposta #3 il: 29 Maggio, 2011, 20:26:48 pm »
Visto per la prima volta soltanto ieri... Un film davvero di una potenza devastante, credo che per i tempi sia stato una botta non indifferente per gli spettatori, per ciò che dice, e per il modo in cui lo dice. Su entrambi i piani credo che ci fossero ben pochi precedenti.
La forma algida e l'assoluta perfezione estetica del film (raggiunti, tra l'altro, a dispetto di una notevole scarsezza di mezzi ed una lavorazione a dir poco avventurosa, pare) mascherano un contenuto rovente, una tragedia della normalità borghese (nonostante la storia narrata contenga elementi paradossali) volta a dimostrare l'impossibilità di sentimenti e rapporti profondi e stabili di fronte all'assoluta inconsistenza e labilità della natura umana. Tutto il film ci mostra un susseguirsi di coppie variamente "tarate", e di situazioni dalle quali emerge una umanità incapace di sottrarsi al dominio del desiderio, che fanno da sfondo alla progressiva sostituzione della protagonista alla scomparsa Anna, e conseguentemente al formarsi della coppia Sandro-Claudia, suggellato dalla drammatica e quasi "horrorifica" scena finale.
Il film venne presentato a Cannes e pesantemente contestato da pubblico e buona parte della critica, per poi essere premiato dalla giuria, e andare incontro a un sorprendente successo internazionale. Dopo l'iniziale fiasco il film venne difeso con una lettera aperta di 37 cineasti e critici, tra i quali Roberto Rossellini (che, specie per il ciclo di film con la Bergman, a mio avviso è una forte influenza sul cinema di Antonioni), che (pare, anche se con le fonti su internet non ci si può mai andare troppo sicuri) definì addirittura il film come il migliore mai presentato ad un festival.



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